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Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

martedì 28 dicembre 2010

Cous cous

Rientriamo in albergo infreddoliti ed una volta tanto felici di poter fare una doccia subito dopo il mare.
Freschi e ben vestiti, per quanto possano essere ben vestiti due motociclisti, usciamo per andare a cena.
Le stradine sono invase dal popolo dei vacanzieri, stand gastronomici, bancarelle, ristoranti strapieni;fermarci a mangiare un panino non ci andava proprio ma neanche sederci ed affrontare una cena luculliana.
Nel frattempo il mio compagno conversava animatamente al telefono per fatti di lavoro, il suo umore mutava mentre iniziava nella mia mente una serie di imprecazioni, mi stavo innervosendo.
Ma questo episodio non è relativo al viaggio e quindi caliamo un sipario.Decidiamo di fermarci in un posto qualsiasi ordiniamo un'insalata di pomodori (voleva mangiare solo quella)ed un pesce spada alla brace ,costo relativamente contenuto per il poco mangiato 25 euro.Ci ritiriamo in albergo stanchi e stasera nemmeno troppo contenti.Mi sveglio prestissimo,come al solito,con una voglia pazzesca di caffè mi ficco velocemente i pantaloncini e mi avvio alla porta, lui si sveglia e senza parlare esce con me.Tra di noi c'è ancora la sera precedente,i suoi nervosismi, le mie considerazioni di vita del tipo"chi me lo fa fare" voglio tornare single e mi basta veramente poco per pensarlo.
Cerchiamo un bar è l'alba, camminiamo per le stradine sotto le buganville rosso fuoco e tra le case bianche di calce, la luce è viola, ascoltiamo solo il rumore dei nostri passi.


Alba sulla spiaggia di san Vito















In piazza il mitico bar Cusenza è aperto ci fiondiamo per un doppio caffè, un odore di pasticceria penetra violentemenete nelle nostre narici-cannoli-cassatine-sfincioneddi(ciambelle fritte ripiene di ricotta)croissant alla crema di pistacchio e di mandorla un ovazione di dolce,non ci facciamo tentare e sorseggiamo solo il nostro caffè. Senza parlare ci dirigiamo verso il mare; la sabbia è ancora bagnata dall'umidità della notte, il mare una tavola blu notte, all'orizzonte sta sorgendo il sole-ci guardiamo e senza parole ci abbracciamo mentre la sabbia inizia a colorarsi di rosa ed  il mare di azzurro.
Trascorriamo qualche ora della mattina sulla spiaggia con tanto di ombrellone e lettini,bottiglia d'acqua e giornale ma non è divertente,noi donne siamo specialista della bolla sul lettino(ore senza far niente a grociolarci al sole stendendo sulla nostra pelle unguenti micidiali)ma gli uomini si annoiano.
Resiste un pò ma lo sento insofferente ,decido di rinunciare e gli propongo una passeggiata, accetta immediatamente.Giriamo senza meta fra le stradine di San Vito e ne approfittiamo per prenotare per le 14 la gita in barca alla riserva dello zingaro, fargli passare un'altro pomeriggio in spiaggia sarebbe stato sadismo preterintenzionale.
Decidiamo di mangiare il mitico cous cous prima della passeggiata pomeridiana ritenendo e ,chiaramente sbagliando clamorosamente, che potesse essere un piatto unico abbastanza leggero.
Il più rinomato ristorante di cuscus è GnaSara ci accomodiamo e  ne ordiniamo uno tipico di pesce ed uno di verdure;dopo circa una mezz'ora arrivano i piatti- sono mostruosamente abbondanti.
Il cous cous di verdure straborda di melanzane,zucchine e peperoni fritti,quello di pesce aveva posizionato al centro del piatto un chilo di roba di mare ed in una zuppiera a parte il brodo da aggiungere.

Alla vista dei piatti ci guardiamo avviliti"come faremo a mangiare tutta quella roba" nel frattempo sento arrivare dal mio subconscio la onniprente voce di mia madre che mi vieta assolutamente di fare il bagno fino al giorno dopo.Il cous cous è un piatto molto buono ma ha un difetto enorme-viene lavorato con il brodo e i granelli tendono ad assorbirlo, il risultato è che nello stomaco si  ricompone producedo un gonfiore ed una pesantezza che manco le lasagne; quello di verdure, che potrebbe sembrare più leggero, viene comunque preparato con il brodo ed in più l'olio fritto delle verdure viene assorbito dai granelli- insomma un'attentato alla colite, al colesterolo alla dieta ed alla vita se decidi di fare il bagno.... dopo.Non riusciamo a terminare i piatti  paghiamo un conto ragionevole credo sui 25 euro in due e ci avviamo rotolando verso l'albergo;bisogna recuperare un cambio di costume ed i parei per andare alla riserva ma la vedo.............dura.
Nel frattempo il cous cous inizia a gonfiarsi irremediabilmente nei nostri stomaci..

lunedì 20 dicembre 2010

Vita da spiaggia

Mercoledì 15 Settembre
Siamo a San Vito e da programma quelli dovevano essere i giorni dedicati al riposo ed alla vita da spiaggia.
Ma avevo fatto i conti senza l'oste e l'oste in questo caso è il mio compagno; forse i pochi mesi di frequentaziono non mi avevano fatto capire a pieno che del riposo il mio lui non sa che farsene e che la vita da spiaggia è quanto di più lontano dalle sue aspettative.Beh a saperlo........... il mio programma di viaggio era stato abbondantemente condiviso ma forse non in modo sufficiente.
Ma torniamo al racconto di viaggio
Il Bad and Breakfast prenotato è centralissimo, tre passi dal mare, molto grazioso e pulito.
San Vito ormai ha fatto del turismo il suo punto di forza e da Maggio ad Ottobre è sempre affollato;essendo settembre inoltrato credevo che ci fosse meno gente ma........in questo periodo si scatenano a San Vito tutti i festival enogastrronomici del mondo compreso quello del cous cous e quindi c'era il mondo e di più.
Ci sistemiano nella stanza, purtroppo senza balconcino sul terrazzo, era al completo e infilato il custume le ciabatte ed il pareo via verso il mare.
Ci fermiamo a mangiare qualcosa e subito noto nel mio compagno un primo senso di insoddisfazione-il luogo non lo entusiasma- mi dice che in fondo è simile a tutti i posti di mare,che per carità il mare è bellissimo ma per il resto............

Visto dal suo punto non ha torto, ma per me San Vito rappresenta alcuni momenti molto particolari della mia vita,rappresenta l'amicizia, l'affetto, il supporto che solo le amiche sanno darti,la forza ,la rinascita la capacità di superare.
Anni fa durante un periodo diciamo così un pò duro, trascorsi a San Vito una settimana in compagnia di una delle mie migliori amiche.
Con il morale sotto i piedi a causa di una profonda delusione,senza una lira in tasca credo di aver trascorso una delle settimane più serene di quegli anni.Ogni mattina la mia amica mi portava in giro e mi faceva scegliere la spiaggia che più mi piaceva, lo scoglio sul quale passare qualche ora,il mare turchino nel quale immergermi cercando di dare tregua ai miei pensieri.
Compravamo pane con il finocchietto e olive cunzate e quello era il nostro pranzo,la sera pane con il finocchietto e insalata di pomodori, unico lusso un gelato da passeggio andando avanti ed indietro per il corso e sostengo ancora oggi che neanche le maldive mi avrebbero potuto dare la ricchezza di quei giorni.
Il mio errore è stato quello di voler trasferire queste emozioni, non ho capito che erano mie e di nessuno altro nemmeno dell'uomo che ami ed al quale vorresti trasferire la stessa pace.
Aperta e chiusa parentesi


Ci dirigiamo sulla spiaggia con il kebab posizionato sullo stomaco,per me indice di impossibilità a fare il bagno,se non digerisco non lo faccio"ho ancora nelle orecchie le urla di mia madre che ci impediva il bagno se non dopo 4 ore dall'aver pranzato"
Proviamo a trovare un posticino meno affollato e ci avventuriamo fino alla fine della lunghissima spiaggia,fin sotto il monte cofano.
Sotto ormai le 4 del pomeriggio ma la spiaggia è piena come se fosse mezzogiorno ed il mare è mosso. Mi spiace perchè non si riescono a vedere le splendide sfumature di turchese dell'acqua e quelle rosa della sabbia di coralli.
Il vento come al solito non dà tregua, cerchiamo riparo dall'acqua che arriva fino a metà spiaggia su alcuni scoglietti e cerchiamo di rilassarci scherzando tra di noi e lascandoci ad andare a parole in libertà.
Dopo circa un'ora il mio compagno decide di fare il bagno, io non mi azzardo, il kebab stazione ancora integro nel mio stomaco.Chiaramente salendo dal mare e con il sole già basso all'orizzonte lo vedo tremare infreddolito;decidiamo di rientrare in albergo ed un pò per scherzo un pò per proteggerlo gli avvolgo un pareo attorno al costume bagnato.Cerca di rifiutarsi ridendo ma ..... gli scatto una foto......anch'io ho il mio briatore in pareo









mercoledì 15 dicembre 2010

Verso San Vito lo Capo

Riprendiamo la statale,il tempo si è definitivamente messo al bello, a parte il vento,un vento fortissimo che ci fa sbandare.
Sulla nostra sinistra il mare in tempesta che si infrange su spiagge lunghissime a destra soliti agglomerati urbani"peccato"
Attraversiamo Porto Empedocle ed Eraclea Minoa ma decidiamo di non fermarci; sarebbe interessante visitare questo sito archeologico ma abbiamo deciso di prendere un caffè a Sciacca

Entriamo nella cittadina che è quasi mezzogiorno,presto per pranzare, ma ci fermiamo per un caffè ed un paio di fotografie dalla terrazza
Il panorama è da mozzare il fiato, il mare ha un colore incredibile, mi riempio gli occhi e mi rammarico di non avere il costume.

Di fronte l'Hotel delle Terme con giardino, ai tavolini gruppi di signori e signore di una certa età che chiacchierano sorseggiando thè.
Ripartiamo dopo l'immancabile sigaretta e ci dirigiamo verso Castelvetrano.
Ci arriviamo in meno di 30 minuti e ci immettiamo nella prima autostrada del nostro viaggio-da non credere.Viaggiamo a velocità spedita,il vento è un pò meno intenso.
Ci fermiamo su di una piazzola dalla quale si può vedere, in alto ,Salemi.
Uno dei desideri del mio compagno per questo viggio era di visitare questa cittadina.
Il sindaco "Vittorio Sgarbi"per poter ricostruire il centro storico abbandonato dopo il terremoto del 1968 ha messo in vendita ad 1 euro le case con l'impegno di ricostruirle secondo determinti criteri e nel rispetto della loro origine
Ci ripromettiamo di fare un giro prima di concludere la vacanza.
L'uscita di Castellamare del Golfo ci riserva il primo scorcio di quel mare blu che mi porto dentro da diversi anni
"Il mare di San Vito lo Capo" per me e sottolineo per me - il più bello d'Italia.

Golfo di castellammare


venerdì 10 dicembre 2010

La casa di Pirandello

Mercoledì 16 settembre
Ci svegliamo sicuramente riposati ma assolutamente decisi ad abbandonare quel luogo al più presto possibile.
Apriamo la finestra sul panorama di una città anonima che si sta svegliando.
Solito minimo di igiene personale, rimettiamo velocemente a posto le poche cose tirate fuori dalle borse e ci avviamo, senza guardarci indietro, verso la reception.
Ci è preso un colpo- eravamo chiudi dentro- sbarrata la porta a vetri,sbarrato il portone dell'hotel a doppia mandata.
Volevamo andarcene; assolutamente ed al più presto, lasciamo le borse all'ingresso e facciamo un giro verso un terrazzo intravisto il giorno prima, anche quello un posto squallido, vecchie lattine in sostuituzione dei vasi al cui interno morivano striminzite piantine di non so che, pavimentazione con piastrelle consumate e spaccate , forse un tempo molto belle.Girando per l'albergo mi sono venute in mente le scena di quei film del dopoguerra con quell'aria e qualla terribile sensazione di povertà che aleggia in ogni scena.
Inizio ad arrabbirami, non è possibile che non ci sia un servizio netturno e cmq non si dia la possibilità ai clienti di uscire a proprio piacimento; abbiamo oltretutto pagato ben 70 euro per questo squallore con la stessa cifra a Noto abbiamo avuto un appartamento.
Torniamo alla reception e fortunatamente troviamo un signora in vestaglia e pantofole che dice di attendere un attimo.
Dopo pochi minuti e finalmente un signore ci apre; paghiamo chiedendo regolare fattura che chiaramente stava tentando di non fare e ci precipitiamo fuori......
Il sole, l'aria tersa della mattina ci rimettono il sorriso, facciamo colazione nel bar accanto all'albergo, non vogliamo perdere un minuto di più in questa città.
Mi spiace ma mi è rimasto un pessimo ricordo, neanche la valle dei templi è riuscita a farmelo passare.
Ci dirigiamo verso la circumvallazione , la casa di Pirandello è fuori citta verso il mare.
Ci immettiamo ancora una volta sulla statale e ci dirigiamo verso la contrada caos, nome più appropriato alla strada che al quartiere e finalmente arriviamo.
Un lungo viale alberato conduce verso un promontorio vista mare e su di esso la Casa di Pirandello.

Fermiamo la moto con i bagagli e ci rendiamo subito conto di essere gli unici visitatori.Peccato che i più non sappiamo di questi posti -ma forse è meglio così-
Il  museo  si trova in un appartamento situato all'interno della villa dove Luigi Pirandello visse dal 1933 al 1936; qui sono conservati gli arredi, i quadri, i libri, i manoscritti ed altri oggetti originali appartenuti allo scrittore. In questa casa Luigi Pirandello ricevette il Premio Nobel nel 1934
Alla morte dello scrittore, gli eredi donarono allo Stato tutti i beni conservati nello studio di Luigi Pirandello.
Il mio compagno è raggiante-Pirandello è uno dei suoi idoli, lo definisce il maestro.
Visitiamo lo studio ed il museo ammirando scritti e  sceneggiature di tante commedie ancora oggi  rappresentate nel teatri del mondo.
Avverto la sua emozione e mi spiega che sta cercando di immedesimarsi nel pensiero maestro e provare a capire cosa quel luogo avesse rappresentato nella sua vita Ci suggeriscono di proseguire la visita verso il giardino dove sono conservate le ceneri del maestro all'interno di una roccia una volta sotto l'ombra di un pino che purtroppo non c'è più.
Profumi e colori ci accompagnano nella tragitto, il mare sotto di noi azzurro e dentro di noi una bellissima sensazione di pace; questo incontro con la cultura ci ha rimesso in pace con la città di Agrigento.


















Ritorniamo verso la villa ammirando il panorama meraviglioso, sono trascorse più di 3 ore senza rendercene conto dobbiamo ripartire.
La nostra meta è San Vito Lo Capo praticamente dall'altra parte del triangolo siculo



All'ingresso della villa trascritto su pietra una frase che racchiude in un solo colpo tutto il fascino del luogo            "Girgenti"
"una campagna d'olivi saraceni affacciata sugli orli  d'un altopiano d'argille azzurre sul mare africano"

Non posso far altro,a questo punto,che concludere con un'altra sua frase 
     "Così e se vi pare"   






giovedì 25 novembre 2010

Agrigento

Parcheggiamo la moto all'ingresso della Valle dei Templi e decidiamo di portare con noi caschi e giubbini.Non è propriamente comodo passeggiare tra rovine e templi con i caschi ed il giubbino ma non ci fidiamo a lasciare nulla.
Pagato il biglietto ci avviamo verso  il tempio di Hera Licinia;abbiamo la sensazione  che il sito si limiti a quello ma fatti alcuni passi ci rendiamo presto conto che a pochi metri dal tempio si dilunga un viale che attraversa tutta la zona archeologica---immensa---ben 1300 ettari



Iniziamo a passeggiare tra i ruderi della Magna Grecia fotografando e commentando. Fortunatamente non c'è molta gente il sole è basso all'orizzonte ed un venticello fresco ci aiuta nel percorso.
Immaggino cosa sarebbe stato visitare il luogo nel primo pomeriggio con il sole a picco o nei mesi di luglio/agosto-una follia-
Il percorso lungo i templi è  in terra battuta, ciottoli e pietre non rendono la passeggiata facile.Continuiamo a percorrere il viale ed in lontananza ci appare il tempio della Concordia..la strada è lunga ma il panorama merita.
Sulla nostra destra,in alto la città,sulla sinistra,in basso, il mare.Giungiamo al tempio dopo una buona ventina di minuti e cerchiamo di entrare;veniamo fermati da un ragazzo che ci invita a pagare un ulteriore biglietto.
Noooo non è corretto avrebbero dovuto avvertirci all'ingresso, ci spiegano che il biglietto è relativo ad una mostra che si tiene all'interno. Decidiamo di non vedere la mostra e ce ne andiamo infastiditi.
Non abbiamo voglia di innervosirci e fatte le dovute negative considerazioni riprendiamo le nostre chiacchiere sulla storia e sui luoghi che stiamo visitando. 
Continuiamo il percorso ma siamo veramente stanchi, trascinavamo i piedi.Gli stivaletti da moto del mio compagno dovono essere una tortura e le mie scarpe ,anche se adatte alla passeggiata, stanno surriscaldando i mie piedi.


Il percorso è ancora parecchio lungo ma decidiamo di continuare imperterriti.
A pochi metri il tempio di Eracle e subito dopo la valle si interrompe; bisogna uscire attraversare una strada e rientrare in un'altro sito archeologico; una vastissima spianata -il campo dell'olympeion-dove si collocano -un'altra innumerevole serie di templi e reperti.Riprendiamo la visita ma l'entusiasmo ormai è decimato.
Mentre fumiamo una sigaretta seduti su di una pietra ,sicuramente più vecchia di matusalemme, ammiriamo la zona che sta prendendo una nuova luce a causa dell'ora.
Mi è venuta in mente la sensazione provata qualche mese prima all'alambra di Granada, la stessa sensazione di stanchezza allucinante.
Decidiamo di rientrare, il pensiero di dover rifare la stessa strada mi mette l'angoscia ma......certo non possiamo prendere un taxi, anche se devo dire un pensierino ce lo siamo fatti .......ma avremmo fatto malissimo.

Il ritorno, mentre il sole tramontava tra i rudiri,è stato lo spettacolo più bello che madre natura potesse riservarci.Il sole basso all'orizzonte scompariva piano piano in un crescendo di rosso giocando a nascondino tra le colonne greche.



Arriviamo ai cancelli di uscita praticamente distrutti ma contenti.
Decidiamo di andare subito a mangiare qualcosa, siamo praticamente digiuni dal cannolo di Ragusa Ibla.
Un gentile poliziotto ci consente il parcheggio nei pressi di un ufficio pubblico e ci consiglia di fare due passi al centro per trovare un ristorante;ancora due passi al terzo saremmo svenuti- tutti e due-
Ci avviamo verso quella che dovrebbe essere la strada principale ed in vicoletto laterale ci fermiamo nel primo ristorante. Siamo stata fortunati ed abbiamo mangiato discretamente, ma non ricordo altro, non ho focalizzato ne il menù nè il costo-troppo stanchi-
Riprendiamo la moto e fortunatamente arriviamo velocemente nel tugurio dove alloggiavamo.
Rientrando in camera ci prende una sensazione di tristezza profonda;questo posto è veramente osceno.
Decido di non fare neanche la doccia il bagno mi fa ribrezzo e credetemi non sono una snob.
Ci buttiamo sul letto e fortunatamente ci addormentiamo subito, questa stanza ci ha anche depresso affettivamente---come dire----









martedì 16 novembre 2010

Verso Agrigento

Martedì 14 Settembre.
Ci svegliamo come al solito prestissimo e stamattina abbiamo tantissime cose da fare, lasceremo Noto per il lungo percorso verso Agrigento, 195 Kilometri di strada statale sconosciuta.
Il tempo non è bellissimo ed oltretutto c'è un vento notevole ,nemico della moto.
Colazione al solito ber ed ultima passeggiata all'alba lungo il corso per ammirare ancora una volta la cattedrale illuminata dalla luce del primo mattino.
Passeggiando veniamo superati da un gruppo di ragazzi vocianti ed elettrizzati- è il primo giorno di scuola-li seguiamo con lo sguardo mentre si abbracciano e si confidano, più avanti un'altra scuola dove le mamme accompagnano i più piccoli.
In fondo è già autunno e questa parola mi evoca immediatamente un sensazione di malinconia, non mi piace l'autunno e non mi piace il fatto che stiamo lasciando Noto, ne sono innamorata anzi  ne siamo innamorati.
Ritorniamo nella nostra casetta per preparare i bagagli; abbiamo anche la borsa da serbatoio, comodissima. Stamattina i costumi saranno in valigia non abbiamo tempo per un ultimo bagno nella zona vogliamo ritornare a Ragusa Ibla e poi ..... Agrigento.
Partiamo relativamente presto  equipaggiati di tutto punto ed abbastanza velocemente raggiungiamo Ragusa.
Parcheggiamo la moto con tutti i bagagli, ho un pò timore, non c'è nulla di valore ma.... da buona napoletana ho sempre qualche dubbio a lasciare incustoditi i bagagli.
Riprendiamo la via principale e ci dirigiamo verso la piazza principale  per fare un giro panoramico sul trenino che da la possibilità di avere uno sguardo d'insieme di tutta la città..
Avrei preferito salire e girare a piedi, solo così si può visitare un luogo ,ma devo raggiungere un compromesso con il mio compagno che con l'andare a piedi ha un rapporto pessimo.
Il giro è piacevole e focalizziamo ancora una volta un  immagine di  città monumento.
Ci fermiamo in un bar per un'altra granita ed un cannolo.La granita non è buona come quella del giorno precedente mentre il cannolo meritava quasi quasi un bis ma desistiamo.
Ritorniamo alla moto, come era prevedibile era tutto lì, ripartiamo verso la SS115.
Attraversiamo Comiso, Vittoria e la strada finalmente corre lungo il mare.Un mare piatto, spiagge infinite.













Ci fermiamo verso Licata per una sigaretta e per riposare un pò.Il tragitto è stato pessimo,gli autombilisti non rispettano nulla, passano, superano, attraversano, tagliano la strada, pericolosissimo.Il vento non ci ha dato tregua, fortissimo,sentivo la moto spostarsi e lo sforzo del mio compagno per tenere la strada,oltretutto con un panorama non proprio dei migliori; lungo il mare- bellissimo- insediamenti moderni con palazzotti ed aree industriali.
Insomma che dirvi non ci tornerei , ci sono luoghi molto più belli.
Ci sediamo sulla spiaggia deserta, il vento è violento, cerchiamo riparo sotto un muretto per scaldarci con i pochi raggi di sole che ci sono,mare in tempesta a perdita d'occhio  ma se solo ti giravi verso la costa  insediamenti industriali - ce ne andiamo-
Da Licata ad Agrigento ci sono ancora 50 Kilometri, un'altra ora di vento e di strada improponibile.
Attraversiamo ancora qualche punto con vista mare poi la strada va verso l'interno verso Palma di Montechiaro.
Arriviamo alla periferia di Agrigento, simile a tutte le periferie di città; avevamo un pò dimenticato come sono brutte i giorni trascorsi nella Val di Noto ci avevano disabituati alle bruttezze
Seguiamo le indicazione per la città e attraversando una rotatoria ci accorgiamo di essere sotto la collina della Valle dei Templi. Incredibile è lì così..... un pezzo di storia, di cultura ,di vita sopra na circumvallazione impazzita dal traffico---da non credere---
Decidiamo di cercare un posto per dormire, stavolta non sono stata previdente ed i nominativi presi sono lontani dai luoghi di interesse

Saliamo verso la città e troviamo l'indicazione di un B&B- Le Due Palme.
Bene segnatelo e non dimenticatelo perchè credo di non aver visto niente di più brutto, triste e squallido.
L'ingresso non era malvagio, la localizzazione vicinissima al centro e relativamente vicina alla Valle dei Templi.
Prendiamo le chiavi ed entriamo nella stanza..........mio dio........un arredamento anni 50, la luce fiochissima di un lampadario orrendo,i servizi igienici con ancora la catenella per tirare l'acqua, due sedie sbilenche,sul letto un copriletto da incubo,le finestre di legno scrostate e rotte.
Ci guardiamo sconsolatissimi, ma siamo troppo stanchi per cercare altro in fondo dobbiamo solo dormirci e ripartire all'indomani al più presto.
Lasciamo i bagagli senza aprirli,non facciamo la doccia ne ci cambiamo; usciamo velocemente da quella tristezza per andare a rifarci gli occhi alla Valle dei Templi

venerdì 12 novembre 2010

Ragusa Ibla

Stiamo correndo, si fa per dire, verso Ragusa  con la moto ed i miei pensieri .........
Il mio compagno è molto prudente e responsabile quando porta con se un passeggero ,credo invece, che quando sia solo gareggi anche con i filari di alberi.......
Siamo partiti solo tre giorni fa da Napoli ed abbiamo visitato già tanto.
Le nostre giornate sono intensissime, mare, paesaggi, storia tutto bellissimo non ci perdiamo un attimo e come se volessimo riempire i nostri occhi e la nostra mente di tutto quello che ci circonda Dovremo comunque tornare in questi luoghi meravigliosi, magari per un soggiorno meno itineranate e più focalizzato.
Le salite e le curve si susseguono senza interruzione ed all'improvviso su una collina poco distante "Ragusa Ibla"ci fermiamo immediatamente per una foto di rito
Panorama di Ragusa Ibla
Abbiamo entrambi la sensazione che anche stavolta rimarremo a bocca aperta e  mi viene in mente una frase,letta nel percorso conoscitivo che faccio ogni volta che mi appropinquo ad un viaggio:
"Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla, una certa qualità d'animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia.
Raggiungiamo velocemente il centro, chiuso al traffico come è giusto,cerchiamo parcheggio con la  moto è tutto più semplice.
C'e un leggero venticello piacevolissimo e,come era immaginabile tutto è incantevole.In alto la cattedrale di San Giorgio si staglia tra due stradine minuscole che ci inerpicano verso il resto del paese.


Duomo di San Giorgio
Non c'è palazzo, angolo, chiesa che non sia un pezzo di storia barocca"il tufo.... giallo..... illumina"
Su di un lato della piazza un locale ci attrae,è il Circolo di Conversazione, sembra di essere in un vecchio film degli anni 50.
Ci sediamo in un bar vista cattedrale, ordiniamo una granita di gelsi, mai magiata più buona.
Rivedo alcune scene del mio amatissimo commissario Montalbano, scene girate proprio a Ragusa Ibla,vorrei visitare anche la casa sul mare vista nei telefilm ma bisogna scendere a Scicli ed inizia a fare freddino, il sole è basso, non siamo equipaggiati, dobbiamo tornare a Noto.
Con dispiacere ma decidiamo di ripartire ripromettendoci di ritornare l'indomani mattina.
Non è possibile lasciare questa meraviglia senza un ulteriore visita. Provvedo ad acquistare un giornale e, con grande vergogna del mio compagno, fodero il suo ed il mio torace con i fogli ,ci proteggerà dal vento,un vecchio rimedio di mia nonna. Ripartiamo verso Noto.




Circolo dei pensatori 



La strada attraversa colline e campi;uno spettacolo anche questo.Noto però è ancora parecchio lontana.
Il sole è già tramontato e fa veramente freddo.Abbiamo abbondantemente superato la cinquantina tutti e due ed anche se abbiamo una resistanza da far inviada ai trentenni stasera ci sentiamo veramente stanchi.
Ad un tratto sento un profumo inebriante, attorno a noi cespugli di mirto a perdita d'occhio, vorrei fermarmi per sentirlo meglio e non ho bisogno di parlare, avverte anche lui lo stesso odore, si ferma, scendiamo dalla moto e ci raccontiamo della stessa sensazione.
C'è un silenzio incredibile, siamo soli su questa strada di campagna, l'ora blu quella che precede la sera,uccelli che lanciano i loro richiami e volano bassi respiriamo a fondo sorridendo

mercoledì 10 novembre 2010

Modica

In breve tempo raggiungiamo Modica, il primo giro lo facciamo in moto. La prima impressione non è particolarmente positiva,  ho la stessa sensazione di Catania, la pietra scura riveste i palazzi in un barocco un pò cupo, non ci entusiasma. Decidiamo di parcheggiare sul corso principale e di fare un giro.
La città sorge sulla confluenza di due fiumi che dividono l'altopiano in quattro colline; i due fiumi(ormai asciutti e coperti nel tratto urbano) si uniscono a formare un alveo che nei primi del Novecento divenenne l'odierno Corso Umberto I, asse principale della città.
Un negozio di cioccolata attira la nostra attenzione,la tipica cioccolata di modica fatta con un antica ricetta atzeca senza burro ed impastata solo con lo zucchero è in bella mostra,dobbiamo comprarne un pò assolutamente.
A questo punto il piccolo zainetto di tela che porto sulle spalle è diventato ormai un bagaglio, costumi bagnati, maglioncini, macchina fotografica, tom tom, la cioccolata e le scorzette di arancia candite hanno ormai un peso specifico di circa 3 kg che portati sulla schiena mentre si corre in moto vi assicuro che non è piacevole.
Il mio compagno è già da qualche giorno che dice di non poter più vedermi portare lo zainetto e decide di comprare al più presto una borsa da serbatoio.
Continuiamo a passeggiare lungo il corso ammirando l'imponenza dei palazzi e le figure tardo barocche che li abbelliscono, alzando lo sguardo tra i vicoli che si arrampicano dal corso principale scorgiamo l'imponentissima presenza della cattedrale, ne vediamo solo la parte più alta ma deve essere bellissima.
Ci dicono che la strada è interrotta e che dobbiamo salire 300 gradini, non male con quella temperatura.
Io sono molto allenata alle camminate ma il mio lui è un tantinello più stanziale, diciamo metà uomo metà moto-- per intenderci-- mi guarda con l'aria del... lasciamo perdere......si rende conto,però, che non possimo esimerci dal salire ........ ci proviamo attraversando vicoletti e passaggi proibitivi e ci arriviamo motorizzati.
Uno spettacolo magnifico-- anche questa volta ne valeva la pena.
Il  Duomo di San Giorgio viene indicato e segnalato come monumento simbolo del Barocco Siciliano tipico di questo estremo lembo, di cui rappresenta l'architettura più imponente e scenografica ed anch'esso inserito nella lista dei beni patrimonio dell'umanita.
La facciata è imponente, all'interno si possono ammirare 5 navate e ben 22 colonne montate da capitelli corinzi e per finire un'oragano da 5000 canne.   Che dirvi di più. bisogna andare ed ammirarlo.


All'uscita del duomo ci soffermiamo ad ammirare la città bassa costruita nell'alveo del fiume.

Panorama di modica dal Duomo
Risaliamo in moto e seguendo le indicazioni dateci arriviamo da un rivenditore di accessori per moto.Lo zainetto fiammante e riempito di ogni cosa viene posizionato sul serbatoio,nei mie pensieri  regalo al mio compagnio 10 punti premio per la sua attenzione.........................................
Ripartiamo verso Ragusa Ibla che dista solo una trentina di chilometri da Modica. Sono i trenta chiometri più curvosi(si può dire?)di tutta la Sicila.
Lui è entusiasta e si diverte,io un poco meno ,ma sono felice, l'aria è bellissima,il sole ci sta scaldando senza opprimere,il paesaggio è da mozzare il fiato.
Chiudo gli occhi ad ogni curva e mi lascio trasportare dolcemente dalla moto e .. da lui 

lunedì 1 novembre 2010

Isola delle correnti

13 Settembre
Ci svegliamo che il tempo non è proprio bellissimo, alcuni nuvoloni neri si delineano all'orizzonte ma decidiamo ugualmente di portare i costumi e di dirigerci verso Capo Passero e l'Isola delle Correnti
Colazione continentale ( cappuccino e cornetto) al solito bar e via verso il mare.C'é vento, un vento che ci accompagnerà fino alla fine del viaggio, un vento a volte fastidioso e spesso pericoloso sopratutto per i motociclisti come noi. Seguiamo le indicazioni per Capo Passero ma la moto ed il suo TOM TOM ci portano verso l'isola delle correnti.stavolta il malefico marchingegno ci ha dato la possibilità di visitare un luogo sicuramente meno turistico ma molto più selvaggio e naturale.
Ci fermiamo alla fine della strada e ci appare una spiaggia bellissima, isolata, con in lontananza una minuscola isola con il suo faro.


Il tempo è sempre più scuro ma tra i nuvoloni  fa capolino un sole bellissimo, decidiamo di arrivare fino alla fine della spiaggia verso l'isolotto.
Il mare è scuro come il cielo ma affascinate,il vento quasi ci porta via ma riusciamo ad arrivare fino in fondo alla spiaggia. Mettiamo i costumi, asciugamano intorno alla vita come quando eravamo bambini e ci avviamo verso il mare" gelato"
Tra la trasparenza dell'acqua si intravede un vecchio percorso.
L'isola è collegata alla terraferma da una sottile striscia di roccia , un caratteristico braccio artificiale più volte distrutto dalle onde impetuose.
Le  correnti si incontrano proprio in quel punto creando un effetto particolare,fortunatamente il mare non è particolarmente agitato e ci immergiamo facendoci cullare da una parte all'altra "divertente"
Il mio compagno decide di esplorare l'isola,il percorso è accidentatissimo, le pietre sconnesse e viscide di alghe,le correnti che ti sballottano.....lui felice....io un tantinello inpaurita.
Amo il mare ,profondamente, ma lo temo perchè  lo conosco.
In lontananza un nuvolone nero si avvicina,arriviamo finalmente sull'isolotto abbandonao, un raggio di sole ci accoglie
.
Ne valeva la pena,cespugli di macchia mediterranea e di capperi hanno invaso l'isola ed  il caseggiato  in parte  crollato, tutto intorno alcune casette abbandonate danno evidenza della vita della famigliadel farista.Oggi anche i fari vengono azionati da camputer "peccato"la fugura del guardiano del faro credo abbia accompagnato la gioventù di molti di noi 50enni.
E' incredibile siamo nella punta più a sud dell'Italia e di tutta l'Europa.
Per intenderci Tunisi è più a nord, davanti a noi il mare all'infinito fino ed oltre l'orizzonte
Riattraversiamo il percorso accidentato mentre il mare inizia ad agitarsi ed il cielo minaccia pioggia.
Fa quasi freddo, siamo bagnati decidiamo di rivestirci e di tornare verso la moto.
E' ora di pranzo decidiamo di visitare  Modica e Ragusa Ibla abbiamo ancora tutto il pomeriggio.
Come al solito ci rivestiamo con il sale che ci fa da scrab,ormai siamo abituati e ci avviamo seguendo le indicazioni del TOM TOM "lo odio"
Percorriamo strade e stradine e lungo il percorso decidiamo di fermarci per mangiare qualcosa.
Un paesino,Rosolini,il deserto dei tartari, devo dire brutto assai.
Ci fermiamo in un bar dell'unica piazza, ci sediamo e chiaramente mangiamo arancine,oltretutto buonissime.
Sguardo d'insieme ed immaggino che all'improvviso possa attraversare la strada Monica Bellucci come nel film Malena, il mio compagno ride divertito.
Scappiamo via appena finito l'ultimo boccone e ci inoltraimo verso la campagna e verso il barocco.
Lungo la strada bellissimi casolari di campagna, tipici della sicilia. le palme a fare da contorno.
La moto è bella ma è impossibile conversare; spesso vaghi nei tuoi pensieri e solo con le mani e con i gesti puoi  indicare le cose ed i luoghi che ti colpiscono. Fortunatamente  mio compagno ed io riuscimo, però,  a condividere e confrontare le nostre impressioni di viaggio in ogni momento non motociclistico.
Guardo i casolari e li riconosco negli scritti di Simonetta Agnello Aubry,scrittice siciliana,rivedo la Mannulara, Boccamura figure di racconti che mi hanno appassionata.
La moto corre verso l'entroterra

lunedì 25 ottobre 2010

Ortigia

Seguendo le indicazioni del Tom Tom ci avviamo verso quello che dovrebbe essere il Teatro Greco e ,come al solito,facciamo i soliti 2/3 giri a vuoto prima di riuscire a trovare l'ingresso.
Chiaramente ci troviamo all'entrata secondaria lontanissima dalla biglietteria  e ci tocca affrontare una bella salita per procurarci i biglietti.
Non che ci faccesse male dopo quello che avevamo mangiato ma, anche se settembre, il caldo, le scarpe chiuse e maglioncini di supporto non hanno reso la salita simpatica.
Teatro Greco
Entriamo nel teatro e ci inoltriamo per la visita.
Il teatro di Siracusa è uno splendido esempio di architettura teatrale e tecnica scenica, la struttura ebbe una grande importanza nella vita di Siracusa, considerata uno dei maggiori centri culturali dell’antichità insieme ad Atene e ad Alessandria d’Egitto. Al tempo dei Romani, il teatro fu probabilmente ritoccato per ospitare gli spettacoli tipici di Roma: caccia alle belve e gladiatori.
Lo spettacolo dall'alto del teatro è bellissimo in lontananza si vede l'azzurro del mare.
Continuiamo a passeggiare tra i resti del teatro chiacchierando e riempiendoci gli occhi di storia e di bellezze.La vista prosegue verso la cava di pietra chiamata Orecchio di Dioniso  la leggenda ci racconta che vi si rinchiudevano prigionieri importanti durante il regno di Dionisio e che il carceriere mettendosi in un certo punto del cunicolo, a loro insaputa, riusciva ad ascoltarne i discorsi anche se parlavano a voce bassa, per l'effetto straordinario di un'eco prodotta dalla forma della grotta. Una volta al corrente dei loro segreti, li riferiva a Dionisio. Questo è quanto si racconta, ma anche la forma appuntita della grotta, forse, ha contribuito a darle il nome di orecchio da cui poi è nata la leggenda                                                                                                  
L'orecchio di Dioniso
A questo punto i nostri piedi iniziano a gridare aiuto, il caldo, le salite,i sentieri pietrosi ci stanno distruggendo le estremità. Scendiamo verso la moto ,il sole sta calando ma sono solo le 17 e ci dirigiamo verso Ortigia.
Parcheggiamo la moto sul lungomare, è Domenica ,c'è tantissima gente.
Famiglie che passeggiano, innamorati, gruppi in vacanza , ci avviamo verso il borgo marinaro abbracciati.
Che bella sensazione che sto provando, il posto è magnifico, la compagnia perfetta, la testa è libera da impegni e da pensieri , è vacanza e nemmeno la stanchezza riesce a metterci di cattivo umore.
Ci fermiamo in un bar , il sole sta tramontando nel mare è bellissimo , attraversiamo tutto il borgo fino alla punta ma il tempo è poco sta facendo scuro e non riusciamo ad inoltrarci fra i vicoletti che credo debbano essere bellissimi . Ci ripromettiamo di ritornare ancora, magari l'anno prossimo per una visita più approfondita.

Torniamo alla moto che il sole si sta tuffando nel mare, il traffico però è infernale, il traffico di tutte le città la domenica sera-peccato- Riprendiamo SS114 verso Noto ormai è un percorso conosciutissimo.
Arriviamo a Noto che è già notte ma stasera , dopo la doccia, scendiamo subito verso il corso.
Ogni volta è un'emozione- questo posto non stanca mai- passeggiamo mano nella mano riguardando tutti i palazzi barocchi; la sera sono illuminati e li trovo bellissimi. Il mio compagno non è daccordo mi spiega che quel tufo e quel barocco devono essere illuminati dalla luce del giorno. Va beh giorno o  notte che sia Noto è un
gioiello. Ci fermiamo al solito bar sotto la cattedrale per la cena di stasera ci siamo riservati  granita di pistacchio con briosce.                                                                                                                                                     

martedì 19 ottobre 2010

Oasi di Vendicari

Domenica 11 settembre
Stamattina il tempo è bellissimo,scendiamo verso Noto marina e seguendo le indicazioni in meno di mezz'ora siamo a Vendicari.Fermiamo la moto in un parcheggio custodito dove riusciamo a lasciare anche caschi, giubbini e stivaletti.In tenuta balneare ci avviamo verso un sentiero sterrato che attreversa una meravigliosa macchia mediterranea con arbusti e cespugli di capperi,unico inconveniente il sole, praticamente a picco senza pietà " meno male che è settembre"
Il mio compagno è di carnagione chiara direi quasi fosforescente io praticamente una cozza, lo vedo soffrire e sopratutto preoccuparsi di una eventuale scottatura. Fortunatamente dopo una ventina di minuti scorgiamo il mare, una tavola azzurra tra dune di sabbia rossa e scogli "uno spettacolo"ci fermiamo incantati a guardare, ci sembra di far parte di una cartolina.
Speriamo ardentemente di trovare la spiaggia deserta per poter passare due ore in totale libertà ma.... è domenica...e quindi tutti insieme appassionatamente.
CALA MOSCHE,questo il suo nome,è magnifica.Cerchiamo un posticino un pò riparato dal sole ma è difficile,la pochissima ombra è stata occupata da nordici che chiaramente temono il sole,l'acqua ed i meridionali..... ma dico io perchè vengono al sud potrebbero tranquillamente farsi le vacanze a Riccione.Ma sto divagando.
Sistemiamo alla meno peggio i parei e ci tuffiamo, l'acqua è fredda e cristallina, una goduria.Vedo negli occhi del mio compagno la gioia , erano anni che non faceva una vacanza, si tuffa e si allontana a lunghe bracciate è felice...... .lo sono anche io.

Cala Mosche
Dopo un paio d'ore di tuffi e nuotate decidiamo di andare via.Il mio lui non fa vacanze di spiaggia  da troppi anni ed anche con il fattore di protezione 50, praticamente uno strato di calce, il suo collo diventato fucsia e credo di ascoltare un lieve sfrigolio.Arriviamo alla moto, ci ribardiamo con l'abbigliamento di sicurezza , vi assicuro che il casco ed i giubbini con quel caldo e con il sale del mare addosso sono una quasi tortura, ma va fatto.
Decidiamo di andare a pranzare a Siracusa, un amico ci ha consigliato un ristorante sul mare
I RUTTA I CIAVOLI , non so cosa significa in dialetto siracusano, ma vi assicuro che il posto ed il cibo sono magnifici
Panorama dal terrazzo del ristorante
Arriviamo che sono già le 15 , un attimo di indecisione del ristoratore ma ci fa mangiare. Il posto è incantevole , una veranda sul mare e nell'attesa del cibo facciamo alcune foto, una sigaretta abbracciati ci sta tutta, la moto consente poca intimità anche se spesso la sua mano si poggia sulla mia gamba in un gesto tenero ed affettuoso.
Il pranzo è a livello: spaghetti con mollica,acciuga e capperi, gnocchetti con pesce spada e menta, una lampuga, pesce a me alimentarmente sconosciuto, con pomodorini olive e capperi, tutto buonissimo; il conto proporzionato a quanto e cosa abbiamo mangiato.
Chiediamo informazione per il Teatro Greco, l'Orecchio di Dioniso ed Ortigia;ci consigliano di concludere la giornata con un tramonto nel borgo marinaro di Ortigia.......





giovedì 14 ottobre 2010

Noto

Ci svegliamo come nostro solito all'alba, ma l'alba vero. Dal nostro balconcino si poteva vedere il sole sorgere dal mare ci abbracciamo guardandolo salire poi caffeinomani quali siamo decidiamo di uscire subito per cercare un bar aperto sono solo le 7 del mattino ma la notte di riposo ci ha assolutamente rigenerato.
andiamo verso il centro del paese, caffè ed immancabile sigaretta e ci avviamo verso la meraviglia
La sera prima, essendosi addormentato, aveva perso l'incanto ma appena inboccata la  strada verso la catte drale gli ho letto nel volto e negli occhi una emozione enorme.

Era incantato,guardava in alto verso i balconi dei palazzi con estasi incredibile, all'altezza del duomo mi ha chiesto di fermarci 5 minuti, voleva immedesimarsi in quello spettacolo era emozionato ed ha emozionato anche me.
La luce del sole si andava a rifrangere sul duomo, sul giallo del tufo, sui rosoni, sulle figure barocche uno spettacolo.
Decidiamo di fermarci ai tavolini del bar sotto il duomo e attendiamo che ci portino la famosa granita di mandorle.
L'attesa è un pò lunga, era in preparazione, ma vi assicuro che ne valeva la pena.
Ci tratteniamo al bar gustando la granita e la briosce per più di un'ora, un'aria di indolenza ci prende-è domenica-poca gente per strada- il sole- un'aria dolce e tersa- il suono dlle campane........vorrei potervi trasferire quella sensazione IMPAGABILE.
Torniamo a casa passeggiando l'aria si sta riscaldando , avremmo da capire come sistemare la borsa rotta ma decidiamo di riempire lo zainetto accuratamente comprato da me la sera prima con costumi,pareo,crema e via verso la Riserva di Vendicari.
La moto ci aspetta ....il mare pure








lunedì 11 ottobre 2010

Forse inizia veramente il viaggio

Riprendiamo la strada SS 114 per rientrare a Noto e finalmente iniziare la nostra vacanza.
Cerchiamo una via alternativa alla statale, vorremmo costeggiare il mare, vorremmo iniziare ad inebriarci di coste e panorami.
Ma ci rendiamo presto conto che non esiste una litoranea, bisogna entrare ed uscire su ogni paesino della costa; ma probabilemnte non siamo stati noi in grado di trovarla e se ce la vogliamo dire tutta neanche il TomTom.
Fatta una decina di chilometri usciamo dalla superstrada e ci avventuriamo per una strada provinciale che indica la riserva naturale del Simeto.
Il tempo sta migliorando siamo soli , ci fermiamo per leggere la tipologia di riserva e la flora e la fauna che la abitano non riusciamo, però ,ancora  a vedere il mare.
Attraversiamo una stradina non asfaltata ed all'improvviso ci ritroviamo davanti ad un cancello
-orrore- una riserva naturale con tanto di parco con villette vista e discesa a mare.
Il cancello è aperto , facciamo un giro sempre in moto, è tutto bruttissimo ed il mare non si riesce a vedere
Non ci piace per niente ce ne andiamo via velocemente facendo le condiderazioni di rito che non sto quà a descrivere ma che immaginerete.
Comincia  a rinfrescare in fondo è settembre il sole alle 19 sta già tramontando, ci avviamo velocemente e senza più fermarci verso Noto.
Arriviamo che è già scuro, saliamo nella nostra appartamentino, sistemiamo le nostre cose e finalmente una bella doccia rigenerante prima di andare a mangiare qualcosa.
Il tempo di stenderci per una mezzora di riposo ed il mio compagno crolla tra le braccia di Morfeo.
Perfetto- cerco di svegliarlo ricevendo in cambio dei mugolii e la tipica frase 5 MINUTI ancora,sorrido,non si svegliarà fino a domani mattina; non mi perdo d'animo, mi vesto e dicido di uscire.
Il nostro appartamentino e vicinissimo al centro, 5 minuti e sono nella zona pedonale.
E' uno spettacolo,bellissima, il duomo, i palazzi barocchi, il teatro, uno via l'altro;mozza il fiato, la gente passeggia,i negozi sono aperti , mi incanto a guardare.
La cattedrale di Noto



















Avevano detto in tanti che era bellissima ma credetemi lo è di più,è un gioiello di tufo incastonato.
Compro 2 panini e mi avvio verso casa ripromettendomi di fare colazione l'indomani mattina come una vera siciliana   "GRANITA DI MANDORLE E BRIOSCE"

martedì 5 ottobre 2010

Un piccolo imprevisto

Ci fermiamo sulla SS 114 per un caffè ed una sigaretta,le nuvole le stiamo lasciando alle spalle.
Sono contenta,eccitata ho come dentro una sensazione strana, ho 53 anni e mi sento una ragazzina, sto vivendo emozioni nuove.
Sono anni che non faccio una vacanza con un compagno e sopratutto non ho mai fatto una vacanza del genere.La moto mi da una bella adrenalina anche se confesso che ne ho un pò paura
Mi sento libera,mi sento particolarmente giovane, mi sento felice.
Riprendiamo la marcia verso Noto, lo abbraccio e via.........
Il casco però comincia a darmi problemi,credo sia una intolleranza al tessuto interno che mi provoca un prurito allucinante e chiaramente non mi posso grattare.
Sto impazzendo vorrei urlagli di fermarsi ma voglio arrivare anch'io,invece decide di fermarsi lui, dice che ama le piazzole di sosta ma è solo che essendo un fumatore si concede degli intervalli--e meno male----.
Decido di eliminare la visiera del cappello che porto con me e di usarlo tipo cuffia.
Sono uno spettacolo di bruttezza ma non me ne frega niente tanto va sotto il casco.
Arriviamo a Noto all'ora di pranzo, ci accoglie il sole ed un'architettura da brivido.
E' bellissima- attraversandola con la moto tra sensi unici e zone pedonali ci rendiamo conto che siamo veramente in uno dei siti patrimonio dell'umanità di più rara bellezza.
Riusciamo velocemente a trovare l'indirizzo del B&B a cui avevamo telefonato;ci mostrano la stanza, non mi piace è a piano terra,affaccia sulla strada praticamente come in un basso napoletano;non chiedo tanto ma 3 giorni in quella stanza chiusa  mi danno angoscia.
Allo stesso prezzo ci offrono un appartamentino al secondo piano poco più avanti, vicinissimo al centro storico- delizioso-accettiamo-(in fondo è già settembre quindi ..........)
Nel consegnare i documenti ci accorgiamo di aver lasciato sulla nave la patente del mio compagno, attimi di panico, la patente è essenziale,telefonate alla TTlines -nessuno risponde, tentativi con la capitaneria di porto- idem.
Decidiamo di scaricare la moto e di tornare a Catania.
A questo punto sono iniziate da parte sua una serie di giaculatorie sul:
Capitano tutte a me
Lo sapevo che non dovevo partire
Adesso chi sa cosa altro succede
Vi assicuro che avrei voluto urlare di smetterla ma la mia proverbiale pazienza ha lavorato sullo stato d'animo del mio compagno che definire negativo era una boutade.
Voleva andare da solo per fare prima,gliel'ho impedito, avrebbe corso come in una gara motociclistica superando i tempi di Valentino Rossi e Max Biagi insieme.
Ah dimenticavo, nel fare manovra con la moto, una delle borse laterali, urtanto su una macchian, si era completamente aperta.
Non avevo nessuna intenzione di intossicarmi la vacanza ed essendo una che crede che le cose a volte ce le chiamiamo ho deciso ,come si fa con i ragazzini ,di iniziare i mie lavaggi del cervello in ottica positiva; non che mi ascoltasse molto, chiuso com'era nel suo nervosismo, ma mi è sembrato più tranquillo e siamo partiti per Catania
Altro giro altra corsa SIGNORI SALGHINO
Non ho approfondito i tempi di percorrenza Noto-Catania per non entrare nel panico, arrivo al porto.  Un gentile marinaio si mette in contatto con qualcuno sulla nave, assolutamente non gentile, ma alla fine abbiamo riavuto la patente.
Ecco tutto passato,tutto risolto  abbracci e tenerezze decidiamo di mangiare qualcosa a Catania sono ormai le 15 passate,ci fermiamo in un bar della via Etnea e ci deliziamo con un una arancina ed un deliziosissimo cannolo.
L'arancina ci terrà affettuosa compagnia posizionata sullo stomaco  fino a tarda notte.

sabato 2 ottobre 2010

Arrivo in Sicilia

11 Settembre
La cabina assegnataci è comodossima, ci  addormermentiamo cullati dal movimento della nave.
Ci svegliamo, chiaramente prestissimo ,incuriositi dal passaggio nello stretto, cercavamo di capire mentre sorgeva il sole dove fossero scilla e cariddi , se la nave stava costeggiando la calabria oppure era già verso la sicilia, ci siamo fumati una sigaretta mentre disquisivamo di geografia.
L'arrivo a Catania era previsto per le 9 abbiamo deciso di tornare a dormire ancora un pò e dopo un'oretta ,preso il caffè e la macchina fotografica, siamo saliti sul ponte più alto della nave per guardare l'arrivo e sopratutto l'etna.

Lo spettacolo è magnifico, sarà stata la bellissima giornata di sole, di quelle con l'aria tersa ed asciutta lo spettacolo dell'etna è emozionante.
Alcune nuvole avvolgono la vetta ed è come se ci stesse accogliendo con i suoi sbuffi di fumo-bello-
Sbarchiamo velocemente, con la moto i tempi si dimezzano, ci dirigiamo verso quello che dovrebbe essere il centro( nessuno dei due conosce la città)
Noto subito la ricchezza dei palazzi, il  barocco inizia a manifestarsi, il colore predominante è il grigio antracite, classico della lava, è una citta molto bella ma l'ho trovata un pò cupa sarà questo colore .
Decidiamo di fermarci e di fare almeno un giro , lo merita.Facciamo colazione in un baretto sulla via Etnea, il passeggio già a quell'ora è intenso.
Mi ricordo che è sabato e che come in tutte le città si va in giro per negozi e per mercati.
Sto cominciando a perdere il senso del tempo-PERFETTO- COSI' E' VACANZA
La proprietaria del bar si offre di tenerci borse e caschi per permetterci di fare un giro.
Ecco siamo al sud , ancora più a sud di Napoli, l'accoglienza la gentilezza sono quà, peccato che tutto il resto vada maluccio ,per usare un eufemismo,ma questo è un'altra storia.
Giriamo per la via Etna , il mio compagno è particolaermente affascinato dall'architetettura dei palazzi
Foto di rito alla statua dell'elefantino simbolo della città di Catania.
Molte   sono le leggende che si raccontano su questa statua ma la più accreditata è quella che,l’elefante di Catania è una statua magica,costruito in epoca bizantina,proprio per tenere lontano da Catania le offese dell’Etna.
Riprendiamo caschi, borse e sopratutto moto , dobbiamo arrivare a Noto e ci sono circa 100 km da fare, il
ceilo comincia ad ingarbugliarsi, stanno arrivando alcuni nuvoloni scuri.decidiamo comunque di fare un giro in moto sul lungomare ed arrivare ad Acitrezza.
Mi sto abituando alla moto,non ho mal di schiena, mi sento a mio agio e ...meno male.
Fermamo la moto sul lungomare di Acitrezza, deliziosa, il cielo però è sempre più scuro,sui lidi la gente imperterrita continua a fare il bagno del resto la temperatura è piacevolissima












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Lasciamo Catania, Acitrezza e l'Etna e ci avviamo sulla SS115( la attreverseremo tutta fino a Palermo) verso  Noto , gareggiamo con le nuvole, speriamo di arrivare senza bagnarci.