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Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

mercoledì 23 marzo 2011

In giro per Berlino

Continuiamo a girare per il Sony Center fotografando quà e là ma,come già detto nel post precedente,nulla che mi colpisse particolarmente;ci fermiamo a pranzare in una birreria molto simile a quella della sera precedente Il LINDENBRAU dove enormi sifoni di rame pieni di birra fanno bella mostra insieme a scomodi  sgabelloni:solito pranzo a base di curry wurst e würstel accompagnati da Kartofen e Krauti(tutto buonissimo)

Riprendiamo a camminare a  vuoto all'interno del complesso per poi decidere,finalmente,di prendere a volo il Sightseeing il bus che fa il giro turistico di Berlino,simile a tutte le città del mondo,soluzione ottimale per dare uno sguardo d'insieme e poi decidere cosa approfondire.Fortunatamente questa decisione l'abbiamo presa tutte insieme non ricordo come è stato possibile ma ce l'abbiamo fatta.L'idea del bus è stata brillante anche perchè solo durante il percorso sono riuscita a vedere la parte più lunga di quello che rimane del muro di Berlino l'EAST SIDE GALLERY.Non ci siamo tornate più per una serie di circostanze e sopratutto per una serie di capricci di una delle componenti del gruppo;il bus con tanto di audio guida in Italiano ci ha condotti lungo la Under del Linder,siamo ripassati per il Ceckpoint  Charly   ed abbiamo attraversato la Gendarmenmarkt, deliziosa piazza che ci siamo ripromesse di tornare a visitare a piedi,e finalmente ecco il muro"emozionate" avrei voluto scendere dal bus e fermarmi un attimo, magari camminare un po lungo il chilometro e mezzo dell'unica parte del muro rimasto, ma purtroppo nessuno mi ha seguito nell'impresa,oggi mi rammarico di non aver fatto quello che volevo lasciando anche le altre libere di decidere.






























Abbiamo continuato il giro attraversando il quartiere di Friedrichshain con la tipica architettuta post bellica dell'est con casermoni senza anima inframmezzati da viali ancora più senz'anima 
un cartello mi riporta indietro di 50 anni

Arriviamo in Alexander Plaze e scendiamo all'altezza del ponte sullo Sprea ; ci viene voglia di passeggiare lungo il fiume e stavolta la decisione è presa all'unanimità.Confesso che la passeggiata è stata veramente piacevole, un venticello leggero tipico dell'aria di primavera ed un tiepido sole invogliava le nostre chiacchiere ed il passeggio. 
Ci fermiamo a fare fotografie abbracciate alle statue di bronzo dislocate lungo il fiume ridendo e scherzando ed ammirando i deliziosi locali affollati di gente seduta a bere caffè ed a raccogliere quel lieve raggio di sole.



domenica 20 marzo 2011

Un pomeriggio tra la Porta di Brandemburgo ed il Sony Center

Questo mio racconto di viaggio non sarà, come  al mio solito, cronologicamente preciso; è passato un anno e chiaramente non riesco a ricordare tutti i passaggi e tutti i momenti trascorsi in quei tre giorni ma sicuramente sono ancora in me le sensazione e le  immagini che proverò a trasferire.
Dopo la delusione  del Checkpoint -Charly decidiamo di portarci verso la porta di Brandemburgo e da lì trasferirci nella Potsdamer Plazt per visitare il Sony Center e il Kulturforum.I mezzi di trasporto  Berlinesi sono perfetti,orari precisi e rete capillare quindi nessun problema a spostarsi velocemente.
L'arrivo alla porta di Brandemburgo mi ha emozionata mi sono tornate alla memoria le immagini del 1999 con la folla festante che brindava alla caduta del muro ed alla gioia che tutto il mondo ha provato, bellissimi ricordi che hanno fatto la storia.La porta è imponente ed èsormontata dalla scultura della Quadriga rappresentante la Dea Vittoria che guida una carrozza trainata da quattro cavalli.

La porta di Brandemburgo si erge a guardia della Pariser Plaze, completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale e chiusa nel muro durante il periodo della guerra fredda, oggi è un piccolo gioiello completamente ricostruita ed è sede di ambasciate e alberghi di lusso. Al termine del lungo viale che attraversa i giardini di Tiergarten si può ammirare la Colonna della Vittoria famosa in tutto il mondo e per noi post moderni nota per il film "Il cielo sopra Berlino".Ora volendo fare una considerazione su tutte queste statue rappresentanti la vittoria mi viene spontaneo pensare che non hanno portato tanto bene ai tedeschi dato le mazzate che hanno preso durante le varie guerre che hanno intrapreso. Decidiamo di non visitare la porta dall'interno, purtroppo il tempo è poco ed abbiamo deciso di evitare le visite ai musei" 3 giorni sono pochi per fare e vedere tutto"decidiamo così di pranzare al Sony Center che dista,secondo cartina,solo 1 km a piedi dalla porta e difatti in 10 minuti( preciso che abbiamo falcate e non passi) arriviamo alla Postsdamer Platz.La piazza è diventata il ritrovo di turisti e berlinesi attirati dalle architetture futuristiche realizzate su progetto di Renzo Piano con i migliori architetetti mondiali che  hanno collaborato alla realizzazione di questa vetrina del rinnovamento urbano di Berlino, Vicinissimo alla piazza c'è il Kulturforum, un complesso di musei e la celeberrima Philharmonie.




Foto di rito all'esterno e ci avviamo verso quello che ho definito tra le risate generali un Vulcano Buono Berlinese( centro commerciale campano) oppure volendo essere più internazionali una nuova Cape Canaveral;non mi  è piaciuto per niente , il tutto non è altro che un agglomerato di grattacieli e di modernità che non mi lasceranno nessuna emozione; la storia i percorsi dei popoli sono sicuramente da un'altra parte; quel luogo è la storia futura non la mia.








lunedì 14 marzo 2011

Museo dell'Olocausto e Checkpoint Charly

Trascorro la notte, a causa delle libagioni berlinesi della sera prima a base di wurstel ,crauti , crema di piselli e bretzel tipica ciambella di pane, in uno stato comatoso e la mia amica Mariarita  non sta meglio  di me Alle cinque del mattino lo stinco di maiale vagava nel mio stomaco ricomponendosi con purea e crauti e unica possibilità, a quel punto,era quella di procurarci un caffè .Lascio la mia amica ancora a letto e mi dirigo nella sala colazione.
Vengo investita da  un odore nauseabondo di salsiccia ed uova mentre cerco disperatamente di chiedere un caffè ed una agghiacciante cameriera teutonica  che mi indica il distributore di quello che secondo lei, ma solo secondo lei era il caffè, spingo il bottone e nel bicchiere grandezza cocacola scende una tisana calda, molla e trasparente " una schifezza" e dire poco Rientro in camera disperata e decido di usare la mia caffettiera"ammetto la mia colpa viaggio con alicia "inseparabile compagna di viaggio "faccio un caffè decente e decidiamo di scendere a fumare una sigaretta.
Nessuna voglia di vestirci e quindi in dress code matinèe in assoluta anarchia ...pigiama  negli stivali, giaccone e cappello unica concessione al freddo Sedute sulla panchina all'ingresso" a disposizione dei fumatori disperati " eravamo uno spettacolo di desolazione ,ci guardiamo scoppiando a ridere,la nostra carnagione,duramente provata dalla cena, aveva una colorazione dal verde mela al grigio antracite .Rientriamo in camera per dare un aspetto più umano al nostro abbigliamento ed al nostro viso prima di affrontare una lunga giornata in giro per Berlino.
Primo appuntamento il Judischen Museum , il museo dell'olocausto, consigliato dai più ma anche sconsigliato da qualcun'altro dei nostri amici ; veloce consultazione sui mezzi di trasporto Arriviamo al Museo e ci inoltriamo con guida alla mano verso la prima delle 14 sezioni che raccontano la storia del popolo ebraico in Germania. Il luogo dovrebbe essere un viaggio emozionale ed interattivo attraverso i 2000 anni di storia ebraica e tutta l'architettura una metafora della tormentata storia del popolo ebraico fino ai 12 anni di persecuzione durante l'ultima guerra.La foto che ho postato  rappresenta la torre dell'olocausto. Una sala non climatizzata ,quindi fredda d'inverno e calda d'estate ,dalla quale si entra da una porta pesantissima. nella stanza completamente vuota si ascoltano tutti i rumori esterni e identifica simbolicamente la sensazione degli ebrei rinchiusi nei vagoni che li deportavano

Altri due spazi importanti " il giardino dell'esilio" con le 49 colonne che dovrebbero rappresentare l'anno di nascita dello stato ebraico" il 1948 " e la quarantanovesima  Berlino riempita con sabbia che proveniente  da Gerusalemme, alla sommità delle colonne gli alberi di olivagno simbolo della pace e della speranza al ritorno in patria . Ultima sala  l'installazione  Shalechet  dove diecimila volti di acciaio sono distribuiti sul pavimento rappresentando  le vittime della shoah ed anche tutte quelle di guerre e violenze I visitatori sono invitati a camminare sui volti ascoltando il fragore prodotto dalle lastre di metallo che sbattono l'una sull'altra e contro le persone che  passano.
Il fragore e l'angoscia per tutti quei morti ti fa desiderare di uscire al più presto dalla sala , senza poter smettere di calpestare le vittime  della shoah. Eravamo piene di domande su quel edificio così strutturato, la modernità delle installazioni le linee, i punti, le sale, le metafore che si intersecano erano sinceramente di difficile interpretazione Bisognava solo lasciarsi andare all'emozione che non sempre in quegli spazi vuoti riusciva a darmi  Uscendo decidiamo per una visita al Checkpoint Charly  e camminando si iniziano gli acquisti dei ricordi da portare agli amici Soliti negozi di turistame come li chiamo io, calamite, borse tazze, piattini  e via cosi . Un 'invasione"siamo proprio nella zona del turismo di massa " pochi centinaia di metri ancora ed ecco spuntare anche le bancarelle con paccottiglia di origine russa: colbacchi, cannocchiali  ecc ecc ed alla fine .........la terribile trappola dei turisti il CHECKPOINT_CHARLY dove attori travestiti da soldati americani e francesi  si lasciano fotografare di fronte alla copia della guardiola dell'esercito americano con tanto di cartellone con la frase scritta in tutte le lingue "State lasciando il settore Americano" Mi rifiuto di fare fotografie è veramente tutto troppo falso.
Preferisco pubblicare una foto storico 
Il check-point Charly ha rappresentato nella  Berlino del dopoguerra "1961-1990" uno dei pochissimi passaggi tra le due Berlino.Solo in alcuni di questi punti gli alleati ,i diplomatici e gli altri stranieri che avevano il permesso potevano transitare. Fu in questo luogo che i carri armati americani e sovietici si fronteggiarono nell'ottobre del 1961 poco dopo l'inizio della costruzione del muro.
Questa è la storia  e questo dovrebbe essere.......continua 

domenica 6 marzo 2011

Gastronomia berlinese

Usciamo dall'hotel e decidiamo di dirigerci, cartina alla mano, verso il vecchio quartiere ebraico dove seguendo la guida avremmo trovato gli Hackesche Höfe,un complesso di otto cortili comunicanti restaurati ricchi di attrazioni e luoghi di intrattenimento;attraversiamo questa piazza sconclusionata dove il look anni 60 dell'era comunista fa a cazzotti con l'architettura modernissima dei centri commerciali ;una piazza rumorosa,frenetica, caotica insomma "brutta" ma perfetta per i turisti fai da te come noi poichè è il punto nevralgico dei trasporti dalla  città-vai praticamente ovunque-
 Ci incamminiamo verso la  Under der Linden arteria principale di Berlino che unisce l'est con l'ovest ed attraversiamo rotaie e cordili inoltriamdoci verso la zona Ebraica;in lontananza una serie di luci ci avrebbe dovuto indicare che la zona cercata era quella giusta ma a parte alcuni locali dislocati in vecchi magazzini di mattoni rossi non c'era altro.Proviamo a rifare il giro ma nessuna zona particolarmente vivace; ormai si era fatto tardino e la fame ci attanagliava, decidiamo di fermarci in quello che ci è sembrato il locale meno turistico e più gastronomicamente tedesco il "Brauhause lemke"Entriamo in una tipica birreria l'arredamento era tutto in legno con tanto di silos di rame per la birra,avventori con guance rosse ed odore di wuestel


Ci sediamo al primo tavolo libero e sbirciamo nei piatti degli altri per capire cosa ordinare;ogni portata era un agglomerato di cibo e salse, nulla di particolarmente identificato ma gli odori, la fame ed il gusto con cui gli altri mangiavano ha scatenato in noi la tipica reazione del' assaggiamo tutto  nell'ordine uno splendido einsbein(stinco di maiale) ed a seguire una serie di wurstel di varie razze e qualità il tutto accompagnato da purea di patate,purea di piselli crauti come se piovesse salsine varie e......i fiumi di birra.
In attesa del lauto pasto iniziamo a ridere ed a cantare Alexander Plaz aufidersennnnnnnnn,sono giorni che tormento le mie amiche con questo ritornello
Finalmente arriva l'ordine ed i succulenti piatti di cibo, immediatamente sento che il mio colesterolo si sta innalzando per simpatia ,la colecisti alza bandiera bianca ed il fegato dichiara strike.
Non ce ne impota niente divoriamo con gusto innaffiando il tutto con birra buonissima; concludiamo, per farci male completamente, con un gelato ai frutti di bosco  avremmo potuto dire di no? assolutamente no.Non ricordo quanto abbiamo pagato ma l'esperienza mi è rimasta impressa e la ripeterei.
Usciamo dal locale rotolando e cantndo "ALEXANDER PLAZ AUFHIDERSEN"arriviamo in albergo che siamo allegrissime. le altre due compagne di viaggio decidono di andare a dormire ma la mia compagna di stanza ed io preferiamo fermarci a bere il bicchierino della buonanotte nel piano bar dell'albergo.
Ci sediamo su comodi sofà rossi bevendo un grappino e sperando in un avvio del processo digestivo;ci guardiamo intorno:tanti europei seduti a conversare e bere ma anche tantissimi mediorientali tra cui un arabo con tanto di caffettano che si dilettava a cantare al piano"MY WAY"devo dire  tragico ma divertentissimo ma era ormai tardissimo e decidiamo di ririrarci in camera domani ci aspetta Il Museo dell'Olocausto.

mercoledì 2 marzo 2011

Berlino 1 anno fa

Torno indietro di 1 anno per mettere su carta i miei ricordi di Berlino, mi piace rileggere le mie avventure di viaggio e scrivendo è come se le imprimessi ancora di più nella mia memoria.
Nel marzo dell'anno scorso, dopo una serie di consultazioni di natura economica,logistica e di tempo, le mie amiche ed io abbiamo deciso di visitare Berlino.
Partenza da Napoli,comodissimo, con volo eaisy jet e scelta dell'albergo in zona centrale; mi affido al mio collega proprietario di una agenzia di viaggio e gli affido le nostre esigenze.Purtroppo già dalla programmazione qualcosa non è andato per il giusto verso,quattro teste sono "troppe"per potersi accordare senza difficoltà sull'itinerario di viaggio; la disponibilità ,la voglia di non soffocarci l'una con l'altra ,il desiderio di essere libere di scegliere c'era tutta  ma......... tra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare.Prima difficoltà la zona dove soggiornare, una delle amiche continuava ad insistere che la zona interessente di Berlino era l'ovest dove architetti famosi avevono riproggettato e ricostruito una città nuova ,io invece ero più propensa all'est dove la storia aveva lasciato la sua impronta.Riusciamo a trovare un compromesso e prenotiamo in Alexander Plaz " Hotel  Park Inn "Partenza da Napoli nel primo pomeriggio perfetto per poter sfruttare la sera berlinese. Ci imbarchiamo velocemente quasi correndo, le compagnie low cost non prenotano il posto a sedere per cui tutti di corsa all'arrembaggio.Atterriamo a Berlino in perfetto orario e da brave viaggiatrici eravamo pronte e programmate per il percorso in treno metropolitano fno all'albergo senza cambiare mezzo di trasporto" bravissime" tanto brve che abbiamo sbagliato linea. L'atroce evidenza si è materializzata quando la Fernsehturn o torre della televisione,tipica della piazza e visibile da qualunque zona della città vi troviate, si allontanava sempre di più dalla nostra visuale.

Sinceramente la lingua tedesca è lievemente ostica alla traduzione ed alla comprensione e questo forse giustificare lo sbaglio di linea, invece  della U-BAHD( metropolitana di superficie)siamo salite sulla S-BAHD (la metropolitana sotterranea )o tutto il contrario ma comunque non importa.
Scendiamo alla prima fermata utile con un interscambio e riprendiamo la metro corretta.
In pochi minuti scendiamo alla fermata di Alexander Plaz.... e lì........all'uscita si materializza l'ecomostro HOTEL PLAZA INN 25 piani di stanze. Ci fermiamo  inorridite con la sensazione di trovarci all'ingresso un'altra linea metropolitna e non a quello delll'albergo;entriamo in un lungo corridoio con ristoranti,caffetterie, negozi di souvenir , gastronomia ecc ecc per arrivare finalmente alla reception dove 15 anonime e glaciali hostess ritiravano documenti in cambio di una chiave; provare a chiedere di avere stanze vicine manco a parlarne le orrende signorine erano robbottizzate; ci dirigiamo agli ascensori(8 per la precisione) e solo per capire in quale ala e con quale di quelli arrivare al piano avremmo avuto bisogno un trattato di urbanistica applicata.
Avevamo fortunatamente deciso,forse l'unica decisione comune presa, l'accoppiata in stanza per cui ci salutiamo dandoci appuntamento da lì a mezz'ora per iniziare subito a fare un giro nei dintorni  della piazza.
Saliamo in camera e la prima sorpresa è il bagno a vista" ebbene si" lavandino e doccia praticamente distaccati dal letto da una parete di vetro trasparente subito dopo una porta ed il loculo con il water"meno male" almeno in quei momenti.....la privacy Iniziamo a ridere a crepapelle su quanto ci era capitato fino ad allora ed in particolare su quella stanza, ci sistemiamo alla bene e meglio e scendiamo nella Hall- un popolo multietnico girava senza soluzione di continuità in quell'ambiente ed una multitudine di lingue si intrecciava