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Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

giovedì 30 giugno 2011

Hackesche Markt & Rosenstrasse


L'aria primaverile e le persone sedute a raccogliere raggi di sole sorseggiando caffè rasserena anche i nostri animi, passeggiamo sulle rive dello Sprea fecendo foto e rilassandoci, sull'altra sponda l'imponente cattedrale
Continuando nella nostra passeggiata ci accorgiamo di essere praticamente a pochi passi dal quartiere ebraico "Schenenviertel"
e dai cortili di  Hackesche Markt tanto cercati la sera prima "come avevo intuito praticamente a pochi passi dal nostro hotel e dalla Alexdander Plaz" lo Schenenviertel è  il vecchio quartiere ebraico di Berlino, durante il periodo dell'occupazione era stato completamente trascurato con strade sporche ed edifici in rovina, dopo la riunificazione ha fortunatamente avuto una rinascita spettacolare con il restauro dei cortili e dei palazzi,con la presenza di ristorantini affascinanti, locali notturni e boutique gestite da piccoli proprietari e riprendendo, nel contempo, il suo ruolo di quartiere ebraico. Entriamo negli Hackescher Markt attraverso quello che sembra un semplice portone di un palazzo e ci ritroviamo in un luogo delizioso: otto cortili perfettamente restaurati tutti diversi l'uno dall'altro e collegati fra loro: stupende piastrelle,architettura libery ed un cortile interrato con roseto e balaustre lavorate il tutto con un perfetto mix di gallerie d'arte,boutique vintage e locali dall'aspetto boemien.
Chiaramente ci immergiamo nel luogo non trascurando nulla,ci fermiamo esauste dopo un'oretta in un bar nel cortile interrato e bevendo una ciofeca calda(caffè)cerchiamo di prendere una decisione sul ristorante dove andare a cenare.Ancora una volta non riusciamo ad accordarci, si passa da richieste di luoghi dove mangiare ed ascoltare musica a locali con cucina tipica, alla fine cediamo stremate alla decisione di una di noi di andare a mangiare la Nouvell Cousine Tedesca in un ristorante segnalato e localizzato nella  Berlino ovest.
Uscendo dai cortili e ci ritroviamo sulla Rosenstrasse luogo dove,nel 1943,avvenne uno degli atti di protesta più coraggiosi diretti contro il nazismo.
Centinaia di donne cristiane restarono settimane  sotto una pioggia battente e gelata davanti agli uffici degli affari ebraici dove i loro mariti ebrei erano rinchiusi per essere poi deportati nei campi di concentramento.Le donne continuarono a gridare per giorni"ridateci i nostri mariti"continuarono a gridare ancora più forte anche quando furono minacciate dai fucili della polizia e continuarono a gridare  fino a che non furono ascoltate ed i mariti rilasciati.
Pochi passi e si può notare una scultura eretta proprio nel luogo della protesta testimone del momento, il mio ricordo invece è legato ad un film di Margareta Von Trotta che raccontava di questo episodio e che mi appassionò  "ROSENTSTRASSE"





giovedì 16 giugno 2011

Ultima sera ad istanbul 2

Entrando ci guardiamo intorno ed in particolare nei piattti degli altri commensali, la speranza è quella di orientarci sul cibo; ma la cucina turca è piena di colori ma poco chiara in aspetto quindi ci siamo affidate al coso,alle illustrazioni del menu,a qualche parola di Inglese parlata dai camerierie ed a tanta tanta fantasia

Tipica esposizione del cibo in Vendita








Nei tipici Meze il cibo è esposto in contenitori all'ingresso del locale per cui basta indicarlo,nei ristoranti tipo quello dove eravamo noi bisognava essere un tantino più preparate. Decidiamo di ordinare subito una lachmasun  la pizza che le donne in vetrina preparavano senza soluzione di continuità e per la scelta del ripieno ci orientiamo su verdure e carne chiedendo di eliminare i peperoni, onnipresenti nella cucina turca,buonissimi per carità ma indigeribili quindi..... basta biber (peperoni),per la seconda portata chiediamo un piatto già completo composto da patate ripiene di carne,  burgul (insalata di grano con verdure) ottimo,il solito peperone verde ripieno di carne e chiaramente non mangiato,polpettine di melenzane, tutto molto buono di gusto particolare e piacevolissimo.
Al tavolo accanto una coppia ordinava portate su portate scatenando in noi la curiosità e la voglia di chiedere qualcosa di quello che mangiavano loro ma abbiamo desistito; l'unica portata che non avremmo ordinato erano i  tortellini allo yoghurt  e menta che già avevamo avuto occasione di mangare e che sicuramente non rimangerò mai più ,sul dolce abbiamo preferito rinunciare avendo l'intenzione di fermarci in una delle pasticcerie meravigliose della Istiklel per concludere degnamente la serata. Usciamo dal locale che continuava  a piovere, ma la strada era affollatissima giovani e meno giovani fermi a capanelli a chiacchierare,ristoranti pieni, musica dal vivo che arrivava delle stradine laterali, un'atmosfera bellissima anche con la pioggia. Questa è la metropoli dove l'oriente e l'occidente si fondono in modo perfetto, nessuna nota stonata, nessuna sensazione di fastidio,le ragazze con i foulars colororatissimi che coprono i capelli  passeggiano tra altre ragazze in jeans attillati negli stivali, si fermano a chiacchierare fra di loro, ridono ascoltano musica dai loro Ipod, commentano il passaggio dei ragazzi, una sensazione molto bella di completezza.








Continuiamo a passeggiare ed a guardare vetrine sono le 22 ed i negozi sono ancora tutti aperti,siamo in una città internazionale e cosmopolita, ci fermiamo ad acquistare delle altre gelatine di frutta e pistacchi e camminando camminando ci imbattiamo in un carrettino che vende frutta affogata nella cioccolata o per meglio dire una cascata di cioccolata che riempie bicchieri di fragole una libidine a cui non rinunciamo,ormai il danno al mio fisico ha abbondantemente oltrepassato la linea della decenza
Lasciamo la Istiklal Caddesi con ancora il bicchiere di cioccolata tra le mani e non senza aver fatto un'ultima fotografia a questa magnifica strada



Decidiamo di prendere un taxi per rientrare in Hotel,c'è un traffico bestiale il sabato sera dei turchi sta per iniziare, un pò come in tutte le città del mondo,ma per noi la serata sta per finire domani si torna in Italia.
 Nel taxi che scende verso Sulthanamet attraversando i vicoli di Beyoglu e di Galata per evitare il traffico del sabato la mia  amica ed io ci confrontiamo su quanto abbiamo visto e su quanto ancora avremmo voluto vedere; decidiamo che dobbiamo ritornare, tre giorni sono stati troppo pochi per visitare la città, per abituarci  alla loro realtà, per riuscire a vivere la notte di Istanbul che ci è mancata come ci sono mancati  i quartieri di Fatih,Fener e Balat dichiarati patrimonio dell'umanità, come ci è mancata una serata tra i locali sotto il ponte di Galata e un'altra tra i vicoli del mercato del pesce e sicuramente quello che più è mancato a causa pioggia è stato una gita sul bosforo con tramonto incorporato.
Tantissimo altro abbiamo visitato, visto, ammirato ,assaggiato ma.....
Istanbul non è una città da visitare Istanbul è una città da vivere  

mercoledì 8 giugno 2011

Ultima sera ad istanbul

La pioggia continuava imperterrita a non dare tregua. e noi con la stessa imperturbabilità continuavamo a passeggiare tra la gente che,come noi e senza ombrello,si divertiva a guardare vetrine fermandosi a chiacchierare con gli amici così come in tutte le metropoli dell'occidente eppure,solo qualche ora prima ,al mercato avevo avuto la sensazione netta e precisa di essere in oriente...meraviglia e fascino di questa città incredibile e bellissima..














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Ci dirigiamo verso i vicoletti laterali,la guida segnalava le famose taverne dove poter mangiare il pesce freschissimo preso al mercato localizzato poco più avanti ed effettivamente inoltrandoci nelle stradine si avvertivano effluvi di frittura e buoni odori di cibo, ma anche questa volta non abbiamo avuto il coraggio di fermarci a mangiare.Non sono una persona schizzinosa, anzi e non lo è neppure la mia amica, ma non riesco a spiegarmi perché in questo viaggio non abbiamo rispettato quelle che sono sempre state le nostre linee guida: vivere e fare nostra la cultura del paese visitato, forse l'impatto con una realtà molto ma molto diversa dalla nostra e affrontata da me in questo viaggio per la prima volta.Rientriamo sulla Istiklal e dopo pochi metri entriamo in un cortile di architettura liberty con ristoranti bellissimi e molto eleganti( vietati alle nostre tasche) 










Continuiamo a camminare e,come per tutte le nostre ultime sere nelle città che visitiamo,non seguiamo nessuna indicazione;ci incamminiamo senza meta prendendo decisioni estemporanee sia per il locale dove eventualmente cenare sia per eventuali ulteriori zone da scoprire; ci godiamo il cortile, i suoi locali,l'architettura e ancora una volta ritorniamo sulla Istiklal, non abbiamo ancora deciso dove cenare,è tutto talmente particolare ed invitante che non sappiamo più dove fermarci, ridiscendiamo in un altro vicoletto e ci troviamo tra i tavolini di bar dove si ascolta musica dal vivo e si fuma il narghilè, avrei voluto fumare anch'io,un'esperienza che chi ha fatto ha  raccontato come molto piacevole usano solo aromi naturali e tabacco ma avendo smesso di fumare da soli 10 giorni non ho voluto assolutamente rischiare e con me ha rinunciato la mia amica.Tra i ristoranti della Istiklal ce ne avevano colpito un paio dove delle donne in abiti tradizionali sedute su degli altissimi scabelli imbottiti impastavano forme di pane che trasformavano in sottili piadine cotte su una piastra incandescente e riempite di verdure o carne, tutto senza fermarsi un attimo:impastavano, stendevano,. cuocevano,imbottivano come in una catena di montaggio.Sicuramente luoghi turistici ma ogni tanto fa anche piacere entrare nelllo status del turista classico e lasciare per un attimo il ruolo di quello a tutti i costi alternativo.Decidiamo di entrare ed ancora una volta mi meraviglio dal notare che il posto è frequentato da gente del luogo, le uniche turiste siamo noi e alcuni avventori in un tavolo dall'altra parte della sala, abbiamo ancora una volta scelto bene.......................continua..............    


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mercoledì 1 giugno 2011

Passeggiando sulla Istiklal Caddesi


“La Istiklal Caddesi è la strada del passeggio e della movida turca.

Un secolo fa nel periodo dello splendore Ottomano era percorsa dalla migliore borghesia e nobilta turca ed europea ,uomini in  redingotte e donne con abiti di pizzo ed ombrellini erano l’immagine di ricchezza e cultura

Ai margini di questa starda elegante e intellettuale si intersecano i borghi di Taksim e Pera, un tempo fondachi commerciali dei mercanti italiani ed oggi integrati perfettamente in questa 'atmosfera cosmopolita e commerciale

Passeggiare per la Istiklal Caddesi tra boutique, gioiellerie da jet set, ristoranti internazionali è una immersione nel jet set, si respira quasi un ‘atmosfera newyorkese.

Un elegante popolo occidentalizzato si mescola però ad una realtà integralista camuffata da donne con il capo coperto da bellissimi e coloratissimi foulard di seta, lunghi cappotti nascondono jeans dei migliori brand e non mancano accessori di Valentino e Gucci

Bellissimi edifici  liberty si alternano a quelli moderni in un caleidoscopio di colori. Una moltitudine umana passeggia in una movida senza soluzione di continuità tra vetrine scintillanti di negozi alla moda e locali dall’aspetto internazionale

Passeggiamo anche noi cercando di evitare i multibrand di cui siamo pieni anche in Italia, vogliamo goderci il luogo, il popolo e la loro cultura.

Riprende a piovere, questa città non ci ha lasciato tregua da questo punto di vista e decidiamo di fermarci a bere qualcosa di caldo, siamo gelate.

Entriamo in un cafè bistrot con annessa libreria,il locale è modernissimo, un cameriere ci accompagna al tavolo ed ordiniamo un Tè alla ciliegia, un classico ed un Apple pie "molto ma molto Inglese"

La sensazione è quella di essere in un Bar di NewYork o di Milano; l'arredamento è essenziale nero e rosso, intorno a noi si intrecciano conversazioni in tutte le lingue, mi sembra di essere la protagonista di una puntata di Sex and City.

La torta è buonissima ed il tè ci scalda e non oso più pensare a quanti chili sto mettendo, credo veramente di stare esagerando. Tra la mancanza delle sigarette e le cose buone che sollecitano continuamente il mio stomaco e la mia testa mi sto abituando a mangiare troppo e il ritorno sarà duro.

Riprendiamo la nostra passeggiata e veniamo immediatamente attirate da una pasticceria affollata, la considerazione è che i prodotti saranno ottimi. Il locale ha una luce abbagliante, strategicamente sistemata al punto da creare un effetto sui banconi da esposizione che invita all'acquisto e se non fosse stato per le valigie al massimo della capienza ci saremmo lasciate.. andare meglio così

Passeggiamo ancora anche con la speranza di digerire la Apple Pie e poter andare a cenare "siamo alla follia gastronomica"

Ci scontriamo, con un'altra pasticceria della IIstiklal la cui vetrina è un tripudio di ottimi baklava, dolcetti fritti affogati nel miele, un attentato alla linea ed alla salute, ci accontentiamo della fotografia” uno spettacolo glicemico”