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Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

domenica 30 ottobre 2011

Prima sera passeggiando per Praga




Terminiamo il piatto di Gulasch cercando di raccogliere con la forchetta l'ottimo sugo che stazione nel piatto causa  mancanza del pane e in contemporaneamente svuotiamo il boccale di birra da mezzo litro; arrivano i dessert  il numero 1 è lo Švestkové knedlíky uno gnocco boero di pasta di pane farcito di confettura di prugne iln tutto saltato in padella nel burro ed irrorato di zucchero e papavero praticamente un attentato al colesterolo che immediatamente alza bandiera bianca mentre la colecisti si appiattisce congiungendo le mani in preghiera; il numero tre è solo una specie di biscottone di meringa ma farcito di panna.Mangiamo tutto senza fiatare scambiandoci  specialità e commenti , ancora non sicuri se ci piacessero o meno.Resto ferma all'idea che i dolci italiani sono insuperabili quindi converrebbe soprassedere in particolare nell Europa del Nord .Paghiamo  il conto pare onesto circa 390 corone tipo 16 euro a persona e ci avviamo all'uscita allegri e assolutamente decisi a fare un primo giro notturno senza metà.
Piazza Wenceslao fonte Internet

Peregrinando fra le strade di questa città ,senza assolutamente conoscerne la topografia, siamo arrivati fino a Piazza Venceslao, non ricordo se abbiamo preso tram, metro o siamo andati a piedi, abbiamo camminato chiacchierando di noi abbracciati, sbirciando ogni tanto la cartina, insomma come ci siamo arrivati non lo so ma ad un tratto siamo sbucati sulla bellissima piazza tutta illuminata e piena di gente a passeggio.Più che una piazza vera e propria è un viale lungo 1 chilometro che in epoca medioevale veniva usato per il mercato dei cavalli e nel corso degli anni è diventato testimone di molti degli eventi importanti della storia ceca come la nascita della repubblica e l'annuncio della caduta del comunismo.Verso la zona alta si staglia illuminato il Museo Nazionale sulle cui scale si dette fuoco per protesta lo studente Jan Palack. Ancora una volta ci colpiscono i contrasti di questa città dove la solennità della piazza fa a cazzotti con il tempio del consumismo che è oggi: fast food, negozi costosi, alberghi dai prezzi elevati,casinò e strip club  il tutto condito di notte da turisti ubriachi e prostitute. Facciamo un giro veloce ripromettendoci di tornare il giorno dopo e decidiamo di rientrare in Hotel; inizia a fare freddo e rimpiango la sciarpa di lana. Affidandomi alla mia abituale capacità di orientamento ed con l'aiuto della cartina delle linee della metro decido di  prendere la verde da Mustek, dove siamo, fino  a  Museum e da li la rossa fino a Pavlova " sbagliato " il percorso era al contrario e senza necessità di cambi, prendendo la gialla, due fermate e saremmo scesi sotto l'hotel. La  Pavlova c'entrava come il cavolo a merenda forse mi era piaciuto il nome che avevo associato all'ottima Pablova che però è una torta "va beh lasciate che ogni tanto dica sciocchezze" Attimo di panico e decido di prendere mezzi di superficie in modo da avere un minimo di identificazione dei luoghi.Saliamo su un tram che, leggendo sulla palina delle fermate ne indicava una sulla  Karlovo Nemesti, in linea d'aria  vicinissima alla Na Morani sede del nostro Hotel e  scendiamo sulla piazza. Ci rendiamo conto di esere in luogo tipo  Piazza San Pietro con l'aggravante di uno splendido giardino centrale " mi vedevo già addormentata come una barbona sotto gli alberi"
Karlovo Nemesti fonte internet










Non demordo  e cartina alla mano, cercando di leggere i nomi delle strade sulle targhe, identifico la nostra localizzazione e per sicurezza, il mio inglese si sta sciogliendo, chiedo della Na  Morani ad un negoziante cinese che mi indica di  tornare indietro dall'altra parte della piazza ; 15 minuti  e dopo  essere tornati nello stesso punto ho mandato al diavolo in italiano, inglese e se avessi potuto anche in cinese le indicazioni del tipo e ho seguito il mio istinto arrivando così nella strada giusta a 5 minuti dall'hotel. Siamo entrarti nella hall praticamente distrutti.  Come prima serata devo dire niente male anche se il tutto però è servito a memorizzare piazze, strade, fermate di autobus e metro tanto che..... ....noi non ci siamo più sbagliati e voi vi siete risparmiati ulteriori inserti topografici.

mercoledì 26 ottobre 2011

Arrivo a Praga

Saltando con difficoltà le note culturali ed emotive lasciate sul blog dal mio compagno nel post precedente riprendo a raccontare come mia abitudine del mio vagabondare Per questa partenza mi sono affidata alla solita agenzia che su mia indicazione ha prenotato volo ed hotel mentre io mi sono preoccupata di studiare percorsi paesaggistici culturali ed..... eno gastronomici.

A  Praga c'ero già stata alcuni anni fa con 2 amiche ma ritornarci è stato un piacere sia perchè era desiderio del mio compagno sia perchè avevo voglia di trascorrere qualche giorno lontano dalla solita routine dato che non eravamo ancora riusciti a ritagliare un momento per noi due.
Scelta per un  week and lungo con partenza di giovedì nel primo pomeriggio  e ritorno la domenica alla stessa ora recuperando così un pomeriggio ed una intera mattinata.
Piccola premessa il mio lui è STANZIALE  non gli piace viaggiare, cammina pochissimo solo in moto o macchina, ha mille ed uno interessi, uomo di cultura e molto profondo ma........la vagabonda con crisi d'astinenza da viaggio sono io ogni;3/4 mesi sento come un vento che mi chiama "avete presente la scena del film Cioccolat in cui Vienne  aprendo la finestra ascolta l'irrequieto vento del nord che le dice di partire"ecco così uguale per me forse con meno profondità ma con tutto l'amore della conoscenza verso le altre culture e gli altri modi di vivere.....................
Arriviamo a Praga in orario consono a sistemarci velocemente all' Hotel Best Western City Moran  che è praticamente nel triangolo delle Bermuda cioè a poche fermate di tram o metro da tutti i luoghi principali di Praga: Piazza San Venceslao "Neve Mesto" Piazza dell'Orologio"Stare Mesto"e dal ponte Carlo con relativo Castello e Cattedrale"Mala Strana". Decidiamo di cenare in un locale scelto tra quelli proposti sulla guida che mi accompagna in ogni viaggio riuscendo ad evitare il solito ristorante a due passi dell'hotel legato ad esso con un filo immaginario che non conoscendo la città rassicura;do inizio al rodaggio del mio stentatissimo inglese e  prima figuraccia con il portiere dell'hotel cercando di avere le tipiche informazioni iniziali: linea di mezzi pubblici, strada del ristorante,  costi del ticket, ecc ecc, riesco comunque a spiegarmi e ricevo un minimo di indicazioni
Il ristorante  U NEKLANA è in Via Neklanova,lo dice la parola; usciamo
dall'hotel che c'è un'aria bellissima,non fa assolutamente freddo.

La Moldava è a due passi  ed il tram n 17 che ci porterebbe a destinazione passa lungo il fiume decidiamo così di andare a piedi ed il ticket rimane in tasca;dall'altro sponda del fiume Il Castello e la Cattedrale di San Vito illuminate,acqua placida che scorre , una luna bellissima...un bacio ci sta tutto.Cartina alla mano riusciamo con un colpo di fortuna "abbiamo entrambi occhiali multifocali per cui  senza luce diretta non vediamo un emerito",ad individuare la Neklanova  che è localizzata alla sinistra del ponte dove passa il treno, il luogo è abbastanza isolato e  lui  titubante ma lo rassicuro che siamo in una zona tranquilla,almeno credo, chiedo informazioni   con il mio pseudo inglese che inizia a sgrossarsi e ci indicano di andare fino in fondo al lungo viale; la descrizione della guida ne parlava come uno dei più interessanti condomini di Praga"capolavoro cubista del 1015" ma  sinceramente non mi è piaciuto, la sensazione è stata quelle di essere  tra le architetture dei palazzoni della Berlino Est  in stridente contrasto con  le auto lussuose di grossa cilindrata parcheggiate  ai lati ed agli interni illuminati delle case che si intravedevano
la realtà era diversa stavamo attraversando una zona residenziale abitata da ricchi praghesi; finalmente all'angolo della strada troviamo la birreria, il locale ci appare come descritto dalla guida un ambiente molto spartano ed allegro con i  muri dipinti da vivaci sfumature di rosso e frequentato da gente locale, ci sediamo ed apriamo il menù che è scritto in ceco, in inglese ed in tedesco "PERFETTO" il cameriere non riusciva a spiccicare una parola di  inglese o meglio forse non riusciva a spiegare la composizione dei piatti , la mia guida ci segnalava fortunatamente il piatto tipico composto da una forma di pane riempita di zuppa di funghi e patate che chiaramente quella sera non era disponibile....... unica alternativa il Gulasch,

accompagnato dalla tipica birra cecoslovacca la stupenda Pilsner che provvediamo a bere immeditamente ed in attesa della carne che arriva accompagnata da tre piadine non meglio identificate ma buonissime,il mio compagno mi guarda disperato "IL PANE"chiede disperatamente del pane, il cameriere non capisce o fa finta di non capire comunque niente pane, il  mio compagno da buon italiano non concepisce di non poter fare la scarpetta nel buonissimo sughetto della carne,ridiamo a strappalacrime ripensando alla disperazione con la quale avevamo chiesto il nostro beneamato PANE, per il dolce ci affidiamo ai numeri del menù per lui un 1  per  me un 3  e speriamo che ci vada bene ......................

martedì 18 ottobre 2011

Praga vista da lui

E sono ancora una volta quì a raccontare,a chi a voglia di leggere,le mie avventure di viaggio.Sono rientrata da Praga da due giorni, un viaggio organizzato con e per il mio compagno in una città già visitata qualche anno fa con delle amiche ma senza quella organizzazione che ormai  contraddistingue  le mie partenze fatta di letture ed approfondimenti sulle città che visiterò. Il mio compagno ha sentito di mettere su carta le emozioni e le sensazioni provate in questo viaggio ed ha chiesto asilo nel mio blog "assolutamente felice di farlo" assoltamente felice di lasciare a lui la prima pagina di questo viaggio......

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Voglio fare una premessa: non sono un “viaggiatore”.
Sono un pigro, non mi piace volare, amo le piccole comodità di casa mia e le mie ritualità, detesto fare le valige e ancora di più disfarle, aborro la promiscuità dei mezzi pubblici e i pessimi caffè delle stazioni e degli aeroporti.
Ma di questo viaggio a Praga voglio parlarne e per farlo ho chiesto asilo sul blog della mia compagna che, volendo farmi un regalo per il compleanno, ha organizzato la faccenda.
E per questo non finirò mai di ringraziarla.
Praga era nei miei desideri che, come tutti i desideri che comportano più di due giorni di lontananza dal mio ambiente, sarebbe con ogni probabilità rimasta desiderio.
Giustappunto.
Non è mia intenzione fare un report di viaggio; in questo l’autrice del blog è assai più brava di me.
A me interessano le sensazioni, le emozioni, le percezioni che arrivano quando si svuota la mente, quando si elimina il filtro della razionalità.
Praga.
Stavo uscendo dalla fanciullezza e iniziando a interessarmi del mondo esterno quando la Primavera di Dubcek fu spazzata via dai tanks sovietici.
Da quelle immagini in bianco e nero trasmesse dai telegiornali è discesa in massima parte la mia idiosincrasia per le dittature di qualsiasi colore e genere.
Jan Palack è stato e in parte ancora è uno dei miei punti di riferimento.
Il suo gesto ha acceso la mia giovanile fantasia ma il tempo mi ha insegnato che forse è più eroico combattere giorno per giorno, con o senza il fucile.
L’Eroe giovane e bello della Locomotiva di Guccini troppo spesso finisce in una vampata.
Fatemi passare l’orribile battutaccia.
Da studente avevo in camera un poster con una rondine morta e la scritta “Primavera di Praga”.
Non so che fine abbia fatto e benchè abbia cercato a lungo non sono più riuscito a trovarne uno uguale.
Peccato.
Crescendo i miei interessi si sono diversificati e Praga è diventata per me la città del Golem, di Franz Kafka e del Dottor Faust.
Sono assolutamente convinto che le leggende nascano in un ambiente, fisico e culturale, propizio e che lo stesso ambiente influenzi la vena narrativa di molti scrittori.
E così come cercai di capire ad Agrigento quanto e come l’ambiente avesse contribuito alla genesi del genio di Pirandello così ho sperato di trovare dove e come in Praga si sia creato l’humus per la nascita di tali leggende e per tali opere.
Leggende e opere estreme, di vita e di morte: la vita non vita del Golem, l’incompiutezza e l’angoscia esistenziale delle opere di Kafka - identificata con Gregor Samsa l’uomo insetto-, il pezzo di vita barattato con una orribile morte da Johann Faust, il già citato sacrificio di Jan Palack.
Non ci sono riuscito.
Mi sono trovato in una città bella ed armonica con una architettura che mescola il gotico al barocco all’art noveau in un insieme incredibilmente coerente e omogeneo con episodi di assoluta eccellenza.
Una città con orizzonti ampi dilatati dalle tre grandi piazze a dall’ampio alveo della Moldava.
Una città che cerca di diventare moderna a tappe forzate dopo gli anni bui del socialismo reale.
Proprio alcuni giorni fa parlavamo con mia figlia di arte e bellezza; di quanto la comunione con esse possa migliorare gli uomini e farli tendere alla libertà.
A Praga arte e bellezza fanno parte del quotidiano.
Forse per questo i sovietici non sono mai riusciti del tutto a ottundere il desiderio di libertà dei Cechi.
Praga è anche la città della musica, la capitale centro europea del jazz e del blues.
Si suona un po’ dappertutto; sul Ponte Carlo si alternano gruppi che fanno del buon dixi
land e del blues non troppo contaminato






I locali dove si suona e si beve dell’ottima birra non si contano, i teatri hanno dei programmi eccellenti.
I prossimi giorni si esibirà Carreras, tanto per fare un esempio.

Ci è capitato di andare all’Ungert Jazz Club e dove suonava un gruppo davvero buono.
Mezzo litro di birra e dell’ottimo blues per poco più di una quindicina di euro a cranio sono un buon affare.
Solo dopo ho scoperto che si trattava di Lubos Andrst (salto a pie’ pari la grande varietà di accenti della lingua ceca) e della sua Blues Band.
Il buon Lubos ha suonato con gente come B.B. king e Gillespie e scusate se è poco.
Eppure qualcosa che non mi ha convinto.
Forse è stato lo stridente contrasto tra l’abbigliamento e l’atteggiamento delle donne che fanno la spesa e quello delle belle ed eleganti (secondo il loro standard) ragazze dirette al centro.
Le si incontra sui tram che chiacchierano fitto al cellulare e poi di loro in città si perde ogni traccia.
Ho letto da qualche parte che la prostituzione nella zona di Piazza San Venceslao è attività molto praticata.
Sarò uno che pensa a male?
Sì, forse.
Però il vecchio Zio Giulio ci ha insegnato che a pensar male si fa peccato ma …
Lo stesso stridente contrasto che c’è tra gli uomini con lo sguardo indecifrabile in giaccone di pelle e berretto alla Lenin e quelli in completo scuro e cranio rasato a bordo di fiammanti Mercedes e BMW.
Voglio sperare per Praga e per i Cechi che i postumi del socialismo sovietico non facciano più danni del socialismo medesimo.
Ma Praga è una città magica, fondata da una strega che operava i suoi sortilegi sulla soglia di casa, “prah” in ceco, e credo possa operare la magia di salvare l’identità di un popolo.