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Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

lunedì 4 novembre 2013

Palazzo dei Normanni e Cappella Palatina



Risaliamo Via Vittorio Emanuele passando accanto alla cattedrale e cerchiamo l’ingresso di Palazzo dei Normanni che è......chiuso un vero peccato, è domenica mattina e non capisco perchè ... oltretutto un gruppo di crocieristi si aggira cercando l'ingresso e la possibilità di visitarlo e tutti ne resteremo delusi 
Fortunatamente c'è la Cappella Palatina. Sono solo le 10 e 30 ed è chiaramente ancora presto per cui ci risparmiamo una lunga fila
Entrando ci ritroviamo ad attraversare le mura puniche romane e le segrete sede del tribunale dell’inquisizione dove, si racconta, furono trovati gli scheletri di tre donne murate vive









Al primo piano ecco la Cappella Palatina.. entrare e sentirsi avvolgere dall’incontro tra culture e religioni diverse è tutt'uno, elementi bizantini, islamici e romani si fondono in un armonico architettonico dando luogo alla magnificenza che oggi abbiamo la fortuna di poter ammirare. La cappella fu dedicata a San Pietro e  nella cupola trionfa l’immagine del Cristo Pantocratore mentre i mosaici più antichi rappresentano scene del vangelo. Le maestranze arabe decorarono il pavimento a figure geometriche ed il soffitto a muquarnas la tipica decorazione mussulmana già ammirata al castello della Zisa e nei mie viaggi in Turchia ed Andalusia. A sinistra dell’ingresso della cappella troviamo una iscrizione in latino,greco e arabo che testimonia ulteriormente l’intrecciarsi di culture della Palermo Normanna
Usciamo dalla cappella abbagliate dagli ori, dai marmi lucidi e dai mosaici meravigliosi.Saliamo al secondo piano dove è possibile visitare gli appartamenti reali: la sala d’Ercole decorata dal Velasquez dove si riunisce l’assemblea regionale, la sala dei Vicerè con l’immancabile effige che  rappresenta appunto  Il Regno delle Due Sicilie, la sala di Ruggiero II detto il Malo ricca di magnifici masaici raffiguranti animali e fiori ed infine la Sala dei Venti luogo tra i più suggestivi dove un soffitto ligneo settecentesco rappresenta la Rosa dei Venti.














Lasciamo la cappella Palatina con la sensazione di aver degnamente concluso queste giornate Palermitane.

Mancano un po’ di ore alla partenza e le impegneremo gratificandoci con un ulteriore fermata tra le delizie della rosticceria siciliana, un riposino a casa di mia figlia e l’acquisto di deliziose paste di mandorle da Spinnato in Via Principe di Belmonte.
Come da tradizione sistemo i bagagli in cabina e mi appresto a godermi lo spettacolo di Palermo che si allontana, mi siedo e resto a guardare la costa già illuminata dalle luci della sera, Mondello  ed il suo lungomare.. in lontananza la costa di Castellammare del Golfo ed il faro di San Vito lo Capo


Ancora una volta questa città  mi ha riempito di sole, allegria, storia e cultura


Ciao Palermo alla prossima ......  

venerdì 18 ottobre 2013

Da piazza Pretoria



Ed è arrivato l’ultimo giorno e, degna conclusione di questa vacanza storico culturale, ci siamo riservate un ultimo giro nel centro storico e la visita della Cappella Palatina di Palazzo Reale.
Da anni desideravo farlo ma tra un impegno e l'altro non ci ero mai riuscita;  Quando vengo a Palermo tra figlia, amici e mare il tempo passa velocemente
Chiediamo ai proprietari del  b&b di lasciare in deposito le valigie; pensare di salirle a casa di mia figlia è follia, abita al terzo piano senza ascensore di un palazzetto dietro via Roma con scale  a chiocciola e ripidissime. Purtroppo ci rispondono che non avendo altre chiavi ed aspettando altri ospiti non possono tenerle; il tutto mi sa di scusa ma non possiamo farci niente per cui ci avventuriamo verso casa di mia figlia.
Solita fermata al Bar San Domenico per la colazione e il gentilissimo proprietario ,con il quale nei giorni trascorsi abbiamo chiacchierato simpaticamente, si offre di tenere lui le valigie fino all’ora dell’imbarco e mi sembra perfetto Attraversiamo Via Roma e ci inoltriamo nei vicoli dove bancarelle stracolme di vestiario, borse e qualsiasi altra cosa invadono la strada rendendo il cammino quasi impossibile, ho la sensazione di essere nell'Old Barzar di Istambul.Sbuchiamo su via Maqueda ma allungando lo sguardo verso il vicolo difronte  il mercato continua senza soluzione di continuità. Riscendiamo verso i quattro canti ed in un attimo siamo sulla piazza Protoria  anche detta dai palermitani Piazza della Vergogna a causa delle statue nude. 

Foto di rito e mi viene da sorridere ripensando a quante volte mi hanno fotografato in questa piazza; se mettessi tutte le foto in fila vedrei  gli anni trascorsi nel cambiamento della mia fisionomia o per essere onesti del come sto invecchiando …..
Al centro della piazza si trova la fontana Pretoria,sui lati il Palazzo Pretorio sede del comune, la chiesa di Santa Caterina e due palazzi nobiliari: Il palazzo Buonocore ed il  Palazzo Bordonaro, sul quarto lato c'è la scalinata che porta sulla via maqueda.
Spettacolare l'immagine che si evince proprio sotto le scale
Saliamo la scalinata che ci conduce all'ingresso della chiesa di Santa Caterina dove ancora una volta il sontuoso apparato di marmi , stucchi ed affreschi si fonde con le strutture portanti in un tutt'uno di ricchezze architettoniche. Confesso che questa tipologia di barocco, questa ricchezza un pò mi opprime mi sento come avvolta in un labirinto di opulenza
Dai quattro canti risaliamo verso la Via Vittorio Emanuele e non possiamo non entrare nella magnifica chiesa di San Giuseppe ai Teatini dove si venera la Madonna della Provvidenza. Il quadro che la rappresenta raffigura la Madonna dell’Arco, già venerata a Napoli località da cui erano partiti i frati Teatini.
Dal sottosuolo della chiesa sgorga una fonte di acqua miracolosa meta continua dei pellegrinaggi dei Palermitani   





Risalendo la Via Vittorio Emanuele ci troviamo a visitare la chiesa del SS Salvatore, ci colpisce ancora una volta il fastoso interno, interamente decorato da marmi policromi, stucchi e affreschi, la chiesa si presenta come un ottagono irregolare sovrastato da una grandissima cupola ad ellisse che rappresenta il paradiso. La sua fama è legata alla leggenda secondo cui Costanza d’altavilla ne sarebbe stata badessa per qualche tempo e  inoltre è antica tradizione che il monastero sia legato a Santa Rosalia . Oggi la chiesa è utilizzata in prevalenza come auditorium.


Insomma lungo la Via Vittorio Emanuele o lungo il Cassero, come era una volta chiamato ,ci si rende conto che la quantità di monumenti, chiese e palazzi storici non ha eguale. Ci vorrebbero tre giorni solo per poter completare questa strada ed anche se sono solo le 10,30 e, come al solito abbiamo già fatto un giro soddisfacente, ci aspetta ancora il Palazzo Reale e la Cappella Palatina. Il caldo è notevole ma munite di cappello ed abiti leggerissimi siamo pronte a continuare

giovedì 3 ottobre 2013

Il quartiere della Kalsa tra cultura storia e miseria



Per visitare Palermo e tutta la sua storia ci vorrebbero settimane; io ci vengo da 30 anni ed ancora non ho completato la mia visita. In questi giorni viaggia con me un’amica che non conosce questa città e quindi cerco di trasferirle le mie conoscenze e le emozioni che mi procura da sempre . La sera precedente eravamo state a cena in Piazza Marina in uno dei tanti ristoranti della piazza mangiando abbastanza decentemente ad un prezzo onesto. Diciamo che sono più propensa,nei mie viaggi, allo street  food quello un po’ graveolento e magari non tanto igienico ”vedi Istambul” ma quando si è in compagnia bisogna tener conto anche di chi viaggia con te e quindi.. ci siamo sedute al ristorante. Dopo cena ci siamo allungate verso il quartiere della Kalsa, avevo proposto uno visita alla chiesa sconsacrata dello Spasimo rimasta nel mio cuore dopo una visita fatta almeno 20 anni prima  ma ci siamo perse tra i vicoli e neppure il navigatore del telefono è servito a molto, abbiamo girato a vuoto fino al punto di infilarci in un luogo non troppo raccomandabile con tanto di pankabestia che ci guardavano sogghignando. Fortunatamente abbiamo incontrato un ragazzo che ci ha dato veloci indicazioni per uscire dalla zona, raggiungere il Foro Italico e da lì arrivare velocemente sulla via Roma. Confesso di essere stata un tantino incosciente ma la voglia di vedere mi coinvolge sempre; non è la prima volta che mi succede e poi in fondo le città si visitano perdendosi nella loro più viva quotidianità ”magari girando senza telefonini da 700 euro chiaro che non era il mio“Al mattino dopo solita colazione sul presto con lettura di giornali al bar in Piazza san Domenico. Prima di andare al mare , a Palermo al mare si va a qualsiasi ora, decidiamo di ritornare nel quartiere della Kalsa che di giorno è sicuramente più raccomandabile.
Il nostro Hotel è praticamente al centro di Palermo ed a piedi è tutto vicinissimo, scendiamo per i vicoletti fino ad arrivare alla Cala e da lì costeggiando  il porticciuolo turistico arriviamo al Foro Italico  dove ,come sempre ,resto oscenamente affascinata dai  birilli posizionati da qualche architetto completamente fuori di testa ai lati dei giardini che costeggiano il mare.

All'ingresso del quartiere ci imbattiamo nella macchina di Santa Rosalia, il carro ha sfilato per il centro di Palermo durante il festino; festino al quale i Palermitani sono giustamente legatissimi; ho avuto la fortuna di assistervi qualche anno fa ed è una spettacolo di folclore popolare bellissimo

Entrando sulla via dell’alloro ci troviamo sulla sinistra un palazzetto antico e sotto un bel fregio la scritta“ Istututo delle Artigianelle” praticamente un pezzo di vita antica.
 Risaliamo accanto alla chiesa di Santa Teresa alla Kalsa e ci imbattiamo in alcuni palazzi danneggiati dai bombardamenti della  seconda guerra mondiale e dal terremoto del 1968 che ancora oggi risentono di un totale abbandono di cui sono state responsabili  le varie  amministrazioni che hanno preferito costruire palazzacci brutti ed invasivi invece di recuperare un centro storico che in Europa è secondo solo a quello di Lisbona.
Fortunatamente, verso gli anni 80, si decise il recupero del complesso monumentale della Spasimo. La chiesa convento fu costruita intorno al 1500 ed è addirittura rappresentata nel dipinto di Raffaello Sanzio “ Madonna dello Spasimo” oggi esposta al museo del Prado di Madrid. Nel corso dei secoli, sconvolgendo in parte la sua architettura originale ,la chiesa fu usata come lazzaretto ed intorno all’ottocento anche come ospizio dei poveri e nosocomio tanto che si ha la percezione che essendo dedicata a Santa Maria dello Spasimo e come se avesse deciso nel nome il proprio destino. Nel secondo dopoguerra e fino al 1985 fu completamente abbandonata ed usata come discarica. Fortunatamente la volontà dei cittadini ed il supporto dell’amministrazione di allora resero possibili  i lavori di recupero.
Ho avuto la fortuna di visitarla negli anni 90 praticamente appena restaurata e ne rimasi affascinata. Confesso però che la visita ebbe anche un contesto molto romantico e particolare…una magnifica serata di tarda primavera insieme al mio compagno di allora e alla mia migliore amica con il suo amore, tutti innamorati, mano nella mano  passeggiando su una immaginaria passerella di fiori viola caduti da un albero di giuda che cresce ancora oggi al centro della navata completamente crollata lasciando completamente libera la visione al cielo stellato. La passeggiata proseguì tra giardini sapientemente illuminati accompagnati da un quartetto d’archi che suonava Bach… e che vuoi di più.
Chiesa della Magione

 Oggi lo Spasimo ospita eventi culturali, rappresentazioni teatrali e musicali ed ancora oggi ha un suo fascino anche se i giardini sono stati chiusi e si nota purtroppo un nuovo senso di abbandono.
Uscendo dallo Spasimo si arriva velocemente alla parrocchia della santissima Trinità della Magione che abbiamo visitato insieme al suo chiostro.

Proseguiamo per la Fontana del Genio, una delle otto rappresentazioni del genio di Palermo protettore laico della città complementare a Santa Rosalia ; le altre sette sono rappresentate da un’altra fontana, tre sculture, un mosaico posto all’ingresso della cappella Palatina e due dipinti. L’elenco dei monumenti nel quartiere della Kalsa è grande: La chiesa della Gancia , quella della Madonna della Pietà  in puro barocco romano, pochi passi ed ecco l’archivio di stato e la chiesa della Madonna della Catena in stile gotico siciliano, Palazzo Fatta  e per concludere Palazzo Steri ex palazzo di Re e Vicerè e tribunale dell’inquisizione oggi sede dell’università  
In questo quartiere  le strada sono tutte lastricate e lucide trasudano storia in una sintesi di antico e di nuovo, di ricchezza e povertà, depressione sociale ed attrattiva storico culturale in un connubio stridente ed affascinante.

La fontana del genio di palermo










mercoledì 18 settembre 2013

Tra Isola della Femmine ed il Castello della Zisa


Mia figlia riesce a mitigare un pò la delusione per la mancata gita a San vito lo Capo  proponendoci di andare al mare ad Isola delle Femmine.
Ci muoviamo sul tardi, lei ha ancora qualcosa da fare in ufficio; è un venerdì di fine luglio ma si lavora ancora. La mattinata la trascorriamo passeggiando al centro storico ed al mercato del capo acquistando, come da tradizione, pomodori secchi, che poi metterò sotto olio e  splendidi e buonissimi capperi di Pantelleria.
Attraversiamo Palermo come sempre caotica, superiamo Mondello e Sferracavallo dell’autostrada ed in lontananza si riesce a vedere lo splendido golfo
Dopo pochi chilometri ecco Isola delle femmine…. La costa è rocciosa e frastagliata , il mare è verde intenso con sfumature turchesi... è il mare di scoglio, quello che piace a me

Lungo la costa una serie di lidi attrezzati su padane di legno che scendono fino al mare; le conosco bene anche a Napoli frequento un lido a posillipo con la stessa situazione ma del resto per rendere comoda la permanenza sugli scogli la pedana di legno  è l’unica soluzione. Entriamo e…c’è il mondo praticamente un carnaio ,lettini a castello.La nostra postazione è praticamente sotto il bar, la musica è continua e costanze…. non smette mai “non ce la posso fare”  Ma del resto a Mondello mi sento in prigione e qua mi sento accerchiata ma sarà che mi sono fatta vecchia………credo di si.

Mi adatto e  finite le presentazione , saranno in 40 gli amici di mia figlia cioè tutto il lido, riesco finalmente a fare il bagno... il mare è bellissimo, mi immergo tra gli scogli guardando sotto di me la profondità del mare ed i colori intensi , una bella nuotata mi ripaga del disagio della location.
Trascorriamo la giornata tra sole e ricerca di relax, mangiamo sul lido un ottimo cuscus di verdura accompagnato da una corona condita e ghiacciata che mi procura quella splendida sensazione di sonnolenza che mi conduce  sul lettino al riparo dal sole e..  “se non ci fosse la musica a palla” 
Mia figlia ama trascorrere tutta la giornata al mare praticamente schioda quando il sole tramonta ma fortunatamente sapendo che ormai ho dei limiti andiamo via verso le 16 oltretutto lei ha un impegno in serata e  noi verremmo andare a visitare il castello della Ziza
Rientriamo in hotel per rimetterci in sesto e fare un risposino, usciamo verso le 18 sperando che il caldo sia meno cattivo ma è Luglio e fino alle 20 il sole non da tregua.
Prendiamo  l’autobus a piazza Politeama che, salendo per via Dante , ci lascia in Piazza Principe di Camporeale. Attraversiamo la piazza e via Whitaker che termina proprio davanti al cancello del castello della Zisa. Conosco molto bene questa zona perché mia figlia ci ha abitato per diversi anni e devo dire che mi emoziona un po’. Qui l’ho accompagnata 7 anni fa quando decise di trasferirsi a Palermo per iniziare un nuovo percorso di vita in compagnia del suo amore  palermitano ma……………………..le cose non sono andate bene ed oggi vive da single, quasi serenamente, in una nuova casa con un nuovo lavoro e con nessuna intenzione di tornare a vivere in famiglia… e la capisco
Eccoci alla Zisa e…

C'era una volta... "la formula d'inizio è questa, no?" il primo Re Normanno di Sicilia Ruggero II ,un giorno il Re in questione decise di far realizzare un parco reale, il più bello al mondo. Questo parco fu chiamato Genoard da gennet-ol-ardh che significava "paradiso della terra" e si estendeva in lungo e in largo, giungendo fino a Monreale. Il più bel palazzo che ornava il parco reale, era la Zisa il cui nome "al - aziz" significava splendido, glorioso. Edificata intorno al 1100 è un gioiello d'architettura islamica nonostante il monumento sia tutto normanno.
Castello della Zisa e parco

Il palazzo della Zisa, concepito come dimora estiva dei re, nasce da un progetto  realizzato da un architetto di cultura islamica ben consapevole di tutta una serie di espedienti per rendere più confortevole questa struttura durante i mesi più caldi dell’anno. anche la dislocazione interna degli ambienti era stata condizionata da un sistema abbastanza complesso di circolazione dell’aria che attraverso canne di ventilazione, finestre esterne stabilivano un flusso continuo di aria. Non sto qui a spiegarvi il sofisticato meccanismo  con il quale già da allora avevano trovato l'alternativa alla spossante calura estiva. Al piano terra c’è la sala di rappresentanza detta anche "sala della fontana" All’ interno si trovano esposti rari esempi di arte araba normanna tra qui la tipica architettura detta Muquadas un intarsio che sembra non avere mai fine e che adorna interni ed esterni e che ho avuto la fortuna di ammirare anche nel mio viaggio in Andalusia ed in particolare all 'Alambra di Granada ed alla Mesquida di Cordoba.
Tipici affreschi di origine islamica foto internet











 Ma quello che più attira i visitatori sono i così detti “diavoli della Zisa” un affresco dipinto nell’ arco di ingresso alla sala della fontana che raffigura personaggi mitologici detti “diavoli “di cui risulta estremamente difficile contarne l’esatto numero. Una leggenda popolare racconta che nel Castello è nascosto un tesoro in monete d’oro custodito appunto dai diavoli che, con i loro continui movimenti impediscono a chiunque di contarli esattamente e quindi di risolvere l’arcano secondo il quale contando esattamente i diavoli il tesoro verrebbe trovato e con ciò terminerebbe la povertà a Palermo. Questa leggenda ha generato un modo di dire popolare: “E chi su, li diavoli di la Zisa?” (E che sono, i diavoli del palazzo della Zisa?), termine adottato a Palermo quando non tornano i conti
I diavoli della Zisa

Al termine delle varie dominazioni Normanne, Sveve ed Angioine, la Zisa iniziò il lento decadimento. Fortunatamente circa 10 anni fai iniziarono i lavori di restauro rendendo la Zisa nuovamente fruibile.
Un sito storico di così elevato valore culturale  non poteva essere abbandonato all’incuria avendo rappresentato popoli, civiltà e culle di conoscenze.