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Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

venerdì 4 marzo 2016

Il Sentiero Degli Dei da Bomerano a Nocelle

Di nuovo in cammino"fortunatamente" 
Oggi  mi aspetta  il Sentiero degli Dei un anno fa fu la mia seconda  esperienza dopo la Val di  Susa lasciandomi come risultato 3 giorni di dolori alle gambe ed un amore per sempre “ Il trekking “ 













Stamattina ci accompagna una grande guida Gae Andrea Perciato con il quale ho già avuto occasione di intraprendere alcune escursioni e  ho trascorso giornate intense piacevoli ed istruttive. I chilometri da percorrere sono variabili a secondo delle fonti per farla breve dai 4 ai 6 ,il mio applicativo ne ha segnati  ben 15   andata e ritorno  

Appuntamento  nella piazzetta di Bomerano ,l’amico Pasquale gentilissimo viene a prendere me e la mia compagna di escursione a Napoli  In macchina siamo in 5  oltre a Sabrina e me ci sono  Angelo, Pasquale e sua moglie che è alla sua prima esperienza. Mi meraviglio che affronti questa escursione fondamentalmente lunga e complicata per la tipologia del percorso estremamente disconnesso ed accidentato con  tratti esposti e poco riparati. Immagino che voglia provare un brivido di adrenalina Appuntamento in piazza a Bomerano, caffè e pasticciotto fatto in casa dalla mamma di Sabrina, pochi minuti ed ecco arrivare tutti siamo in tanti  “ le uscite con Andrea sono una garanzia ”La giornata non è delle migliori il cielo è scuro e c’è un vento veramente insistente, le previsioni parlano di peggioramento dal pomeriggio ma Andrea ci assicura che saremo già sulla via del ritorno Attraversiamo  l'abitato di Bomerano inerpicandoci verso la costa l'inizio del sentiero è contraddistinto  dalle targhe  di Lawrence e di Italo Calvino che già preannunciano panorami e sensazioni mozzafiato
Il tratto da Bomerano a Nocelle e profondamente suggestivo, quasi interamente in discesa obbliga ad affrontare scalinate e salite per raggiungere la frazione di Nocelle davanti  il panorama della Costiera Amalfitana e di Capri . Ci incamminiamo su di una mulattiera, che per secoli è stata l’unica strada percorsa dai locali, a piedi o con muli o con altri animali da soma, che, in un territorio costiero inaccessibile prima dello sviluppo della rete stradale, rappresentava l’unico collegamento tra i paesi interni e i villaggi costieri, ed ha permesso i traffici commerciali tra l’entroterra ed il mare, tra i pastori di Agerola e i pescatori di Positano   .Andrea ci racconta un po’ di storia del sentiero sin dai tempi di greci e di romani 
Scendiamo verso il costone di roccia detto anche grotta del biscotto per la sua conformazione particolare e dove si intravedono  alcuni insediamenti rurale tutt'oggi ancora usati per i muli e le capre
Procediamo e sotto di noi Praiano incastonata tra anse della costa, il mare è agitatissimo e da lontano le nubi sembrano minacciose. Ecco il bivio tra il sentiero basso ed il sentiero medio noi li percorreremo ad anello. Ma prima di affrontare il sentiero vero e proprio scendiamo alla terrazza sul paradiso davanti a noi la costa più bella  da lontano" Li Galli e  Capri "il cielo da quella parte è quasi terso si riescono a vedere i Faraglioni  leggendo si potrebbe avere la sensazione che il panorama di queste escursioni sia sempre lo stesso ma vi posso assicurare che ogni volta, in ogni curva , in ogni passaggio davanti  a noi c’è una immagine diversa una cartolina nuova  forse un colore ,una luce, forse è
l'emozioni  che si vive in quel momento che rende tutto così diverso e così unico.Foto di rito da sola, in compagnia e con il panorama “vorrei fissare le emozioni “ una fontanina di acqua freschissima fa da supporto.
Riprendiamo il percorso e su un unica roccia che si erge sul costone verso il dirupo una targa ““Su questo Sentiero degli Dei   Ettore Paduano iniziò alla montagna tanti giovani soci della sezione di Napoli del Club Alpino Italiano”.  Di questa persona si conosce poco ma se il Cai ha voluto commemorare la sua memoria così
Si riparte le folate di vento iniziano a diventare un tantino violente fortunatamente solo a tratti; il percorso continua in una costante di piccole discese e brevi salite in  un magico tragitto sospeso nel tempo e nello spazio  tra il verde di lecci, corbezzoli, erica e rosmarino selvatico, tra sprazzi di mare dalle infinite sfumature di verde e meravigliosi abitati arroccati tra le rocce.
E poi Positano eccola lontana solo un angolo tra le anse e poi mano a mano sempre più definita “Positano” meta e sogno di milioni di persone “Positano” che si concede  modaiola nel suo mondo ovattato  e glamour
“Positano“ che si concede  gioiello incastonato tra il mare e la collina di terrazze di limoni
Il mio ginocchio bionico nel frattempo comincia a soffrire il sentiero detto anche 
“spezzaginocchia”  lascia come risultato un dolore lieve ma costante alla rotula  I bastoncini aiutano ma non risolvono
Il vento incalza ed il cielo si fa più nero ma siamo quasi arrivati sono passate quasi tre ore e ci fermiamo nella piazzetta di Nocelle dove come formiche disorientate da un ostacolo perdiamo la formazione a colonna e ci sparpagliamo alla disperata ricerca di una sistemazione quanto o più riparata  dal vento Ed inizia il rito del cibo. Scatta come sempre il cameratismo, ognuno offre quello che ha ed ecco arrivare frittatine di maccheroni, panini al prosciutto e dei deliziosi panini napoletani fatti in casa dalla mamma di Sabrina,gli amici Angelo e Pasquale tirano fuori il vino magnifico completamento di una colazione al sacco così variegata. Brindisi finale con lo champagne offerto da Pasquale alla nostra guida Andrea  per festeggiare la risoluzione positiva di un piccolo problema. Il tempo di sosta stavolta è breve nel cielo si addensano nuvoloni plumbei e il vento sta diventando violento

Riprendiamo il cammino stavolta quasi tutto in salita la frittatina di maccheroni e il panino napoletano si compongono nel mio stomaco creando una mappazza immonda Giuro tra me e me che la prossima volta non andrò oltre il panino con il petto di tacchino Al ritorno non facciamo soste , il vento sta aumentando si cammina in fila e con un passo costante. una degli escursionisti comincia ad avere problemi alle gambe l'acido lattico la sta bloccando,probabilmente non era sufficientemente allenata, rallentiamo per poi comunque continuare in due gruppi supportati ognuno da un accompagnatore. Il sentiero medio è più semplice ed il panorama lo abbiamo alle spalle per cui ci sono meno occasioni per fermarci. L’ultimo tratto lo percorriamo con il vento che ci porta via; testa bassa piedi puntati a terra e a ridosso del costone , comincia ad essere pericoloso gli strapiombi sono a due centimetri ed una folata più forte può tranquillamente sbatterti giù.
Ultimo tratto attraverso l'abitato e siamo a Bomerano; caffè di rito , chiacchiere e saluti tra gli escursionisti Riprendiamo la macchina e si ritorna, qualcuno sonnecchia. Arrivate a Napoli ci
toccherà anche il  tragitto in metropolitana fino a casa. Sono distrutta non vedo l’ora di farmi una doccia e rilassarmi  ma nello stesso tempo la mia testa è già alla prossima camminata

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