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mercoledì 20 luglio 2016

Forre di Lavello e Gole di Conca Torta

Questa domenica si sale sul Matese lato Benevento.Esploreremo tra natura e avventura le Forre di Lavello vere propri canyon, scavati dall’ azione erosiva delle acqua del fiume Titerno.
Appuntamento a Cusano Mutri e dopo una classica deviazione da errore di percorso raggiungiamo l'appuntamento;saluti baci e abbracci, ormai ci conosciamo quasi tutti e ci compattiamo in poche macchine
La prima parte della giornata prevede il percorso delle Forre con sosta per lo spuntino mentre il pomeriggio ci dovrebbe riservare , tempo permettendo, il percorso avventura attraverso la gola di Conca Torta.Parcheggiate  le macchine ci avviamo lungo un sentiero boschivo come al solito meravigliosi odori di erbe spontanee, i colori del bosco sono accesi ha piovuto qualche giorno fa e tutto è più luminoso. Claudio, una delle nostre guide ci conduce fino alle forre dove il fiume Titerno scorre attraverso le rocce levigate in un paesaggio quasi lunare. Il luogo come al solito è bellissimo e mi chiedo come sia possibile che tutta questa bellezza non venga diffusa come meriterebbe.
Scatta il book fotografico. Davanti a noi la gola dalla quale passa il Titerno per cui si torna indietro lungo lungo il sentiero fino ad incrociare una serie di deviazioni che ci indicano le grotte localizzate in zona. Si decide  di arrivare alla grotta delle fate la più vicina,le altre sono ad almeno un 'ora di cammino e nessuno vuole perdere l'appuntamento avventura del pomeriggio.
Attraverso un bosco di querce lecci e castagni giungiamo alla grotta delle fate,  non so perchè si chiamo così e non ce lo hanno neanche detto .Entriamo tutti nulla di particolare a parte un  lumacone attaccato alla parete di un nero fosforescente" fotografato da tutti" Attraversiamo il caratteristico ponticello del vecchio mulino costruito da massi calcarei in parte crollati e dove una improbabile protezione fatta di rami ci consente di arrivare dall'altra parte del fiume per qualche fotografia. 











Ci fermiamo a mangiare tra specchi d'acqua ed il suono delle cascatelle.Relax e chiacchiere in allegria. Prima di tornare alle macchine saliamo tutti sul ponte di Pesco Appeso una passerella di legno che attraversa il Titerno e foto di rito.


Ancora  una trentina di minuti e siamo pronti a ripartire per Cusano Mutri dove ci attendono le guide del gruppo "Matese escursioni"  ci guideranno attraverso le gole di Conca Torta. La preparazione dell'attrezzatura è abbastanza veloce i ragazzi sono bravi ad imbracarci ed a fornirci delle giuste informazioni per il percorso lungo il canyon. Saliamo verso l'alto del paese per poi inoltrarci in un sentiero che ci conduce fino all'inizio del percorso. La prima prova è una teleferica assistita cioè c'è una guida che con una corda regola la velocità della discesa e così sarà anche per la seconda mentre sulle altre quattro discese andremo in autonomia. "adrenalina"Il percorso è a dimensione principianti ma l'emozione è direttamente proporzionale ad un percorso difficile.
Foto Internet
Foto Internet
Le guide bravissime ci supportano e continuano a spiegare, non ci lasciano un attimo con professionalità ed attenzione.Decido di partire per prima come dire via il dente via il dolore. La raccomandazione principale è quella di tenere le mani sulla carrucola , assolutamente da evitare le mani sul cavo di acciaio, si rischia di farsi male veramente Mi posiziono e mi dicono di lasciarmi andare saranno le imbracature a sostenermi. Ma dico io vi immaginate di dovervi sedere su delle corde che per quanto in sicurezza e avvolte attorno al vostro bacino sono le uniche cose che vi mantengono a cinque metri da terra? La sensazione di sedervi nel vuoto appesi alla braccia è adrenalinica ma ... mi siedo e viene dato il via... ho il terrore che la paura mi faccia spostare le mani il tempo di irrigidirmi e sono praticamente arrivata.... non me la sono goduta;nel prossimo passaggio devo pensare meno e vivere di più. Aspettiamo gli altri  la discesa è singola quindi bisogna attendere che tutti facciano il percorso. Siamo stati tutti bravi e veloci, chi ha deciso di percorrere il canyon lo ha fatto senza tentennamenti magari qualcuno ha urlato un po' ma il tutto si è svolto in allegria e senza lungaggini. Ogni discesa è accompagnata da applausi e urla di incoraggiamento.Dopo la  prima teleferica un primo passaggio di ferrata via con i ganci  prima uno poi l'altro, i piedi tra le rocce sporgenti e alcuni perni sistemati ad hoc da chi ha ideato e preparato il percorso ;divertente  tutto appariva fattibile senza sapere che ci sarebbe stato un dopo....
"Un percorso di circa 1,700 km tutto per aria tra teleferiche e ferrate " Seconda teleferica più alta, il greto del fiume in secca sotto di me a circa 5 metri se cado mi faccio male, il passaggio stavolta è tra due pareti strettissime e mi dicono di non allargare braccia e gambe. Ancora una volta parto per prima e chiudo un 'occhio mi sembra di vedere meno lo stretto passaggio tra le pareti, oltretutto mi l'arrivo è condizionato allo sforzo di alzare la gambe  per poter atterrare su una pedana di ferro, in velocità la cosa non è semplicissima vengo raccolta non prima di avere sbattuto contro la parete nulla di grave comunque" Scendo sempre facendo attenzione ad agganciami alla corda di acciaio fino sul greto del fiume per dare la possibilità agli altri di arrivare, lo spazio materiale non consente più di una persona, la discesa di per se non è difficile sono i dislivelli tra una roccia ed uno sperone che sono elevati le mie ginocchia di lamentano e sinceramente ho paura che il mio menisco si blocchi definitivamente, ma arrivo giù senza danni.Nel frattempo ci raggiunge una nuova guida che con modi simpatici e battute pronte agguanta proprio la ragazza più impaurita ed in un attimo l' accompagna verso la terza discesa la sentiamo urlare. Stavolta devo aspettare tutti sono scesa per prima e parto per ultima dati gli spazi esigui. Atterriamo diciamo così su una parete e da questo punto,con un' altezza notevole, non si mette più piede a terra. Inizia il percorso serio di ferrata, almeno per me, mi sposto sulle rocce i ganci sul cavo di acciaio come ci hanno insegnato devo aspettare che chi è davanti si sposti altrimenti non posso posizionare i ganci ,sotto di me il vuoto non guardo . Faccio forza sulle braccia per reggermi mi costerà due giorni di dolori, e arriviamo ad un nuovo passaggio aereo, gancio, carrucola ,mani, piedi uniti stavolta mi aggancio ma dovo poi girarmi facendo forza sulle braccia non c'è nessun modo per aiutarti con i piedi. ci riesco non senza difficoltà e via verso  un 'altra parete. Sto acquisendo forza e coraggio mi piace tantissimo ed ogni traversata me la godo la paura è passata. Un ultimo passaggio di parete abbastanza semplice e l'ultima teleferica in fondo alla quale si apre la valle ed il paese.questa volta la discesa è tutta mia ed è anche l 'ultima.

Una giornata fantastica.La sensazione di libertà  ha allontanato i pensieri negativi, le quotidianità sono scomparse tra le pareti delle forra, sui cavi delle teleferica,, nei ganci di sicurezza, sulle corde e nei miei scarponi.Grazie come sempre a chi con competenza  e capacità" Eugenia e Claudio " ci ha dato la possibilità di conoscere luoghi e natura ancora sconosciuti ai più ed a questi ragazzi del luogo che stanno valorizzando il Matese una splendida montagna che non ha nulla da invidiare a quelle più conosciute.

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