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Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

giovedì 20 dicembre 2018

L'Aquila dieci anni dopo

 Aprile del 2019 ...e saranno dieci anni dal terremoto devastante dell'Aquila ed otto dall'ultima volta in cui ci sono stata. Ricordo ancora la sensazione di devastazione che provai a quasi due anni dalla scossa  poco ,pochissimo si era salvato dalla furia della terra arrabbiata.  Ci arrivai in moto e mentre mi avvicinavo alla città mi avvolgeva una sensazione di buio, un buio innaturale  fatto di spazzi di luci e buchi di nero I palazzi ai lati dalle strada che saliva verso il centro storico un unica ininterrotta devastazione  che mi impressionò e mi rimase nel cuore.
 Lesioni che spaccano le pareti a metà, finestre sbilenche dove  tapparelle incastrate lasciavano che le tende svolazzassero libere, stanze che profanavano l'intimità delle famiglie che ci avevano abitato aperte allo sguardo di chiunque, quadri ancora appesi alle pareti, divani in bilico sul nulla  una cucina con la pentola sul fornello in un'immagine così penetrante di violenza,di abbandono, di dolore. Il centro storico unica possibilità di transito tra palazzi ingabbiati  e strade chiuse e dove una moltitudine di lumini accesi ne ricordavano le vittime  Solo un bar aperto e tanti ragazzi che si intrattenevano cercando di far rivivere una città morta Erano trascorsi quasi due anni da quel giorno di aprile ed era tutto  immobile, solo transenne,cinghie di acciaio a contenere colonne ed archi dei portici del corso e impalcature a reggere la distruzione

Oggi ci ritorno con un 'amico ,ospite della sua famiglia , ci torno con piacere mi hanno raccontato che la città vive, che la città esiste ed io voglio rivederla. Mi era rimesta dentro una sensazione di distruzione tale che per anni mi sono chiesta come avrebbero potuto ricostruire, come avrebbero potuto evitare di vivere per sempre nelle casette della New Town in un luogo senza identità senza storia senza vita. Eppure ce l'hanno fatto con forza e con una volontà di ferro oggi la città rivive.
E' domenica mattina mi faccio lasciare nella piazza  della Fontana Luminosa caratterizzata da due nudi femminili che sorreggono la conca abruzzese che di notte si illumina in giochi di luce e di acqua. Fa un freddo cane ci sono meno sette gradi praticamente mi si stanno attaccando le orecchie al cappello, ho le labbra che mi fanno male e gli occhi che lacrimano...mi chiederete chi me lo ha fatto fare di armene in giro con quel freddo,il mio spirito libero e la mia voglia di conoscere mi hanno spinto in giro per la città a quell'ora del mattino, le nove e trenta, praticamente disabitata. Mi avvio verso il centro storico , ascolto solo i mie passi e mi guardo intorno molti palazzi sono ancora disabitati ma tutti ricostruiti nel rispetto dell'architettura originale. 
A destra nella prima piazza c'è il palazzo con la fontana di Nettuno si vede solo la parte alta della statua il resto è ancora coperto dai telone dove campeggia la scritta " L'Aquila rinasce" faccio ancora qualche metro e a sinistra la cupola di san Bernardino di intravede tra i palazzi, l'ho visitata ieri molto bella ed imponente . Imbocco la Via Garibaldi il magnifico Palazzo Ardinghelli. quasi completamente ristrutturato e sinceramente per come lo avevo visto distrutto non avrei mai pensato potesse ritornare a quella bellezza Arrivo in piazza dove al posto delle tende dei militari di allora si alternano deliziose casette di legno dei mercatini di natale e una pista ghiacciata per il pattinaggio
 Dalla chiesa di santa Maria del suffragio le campane suonano annunciando la messa , c'è il sole ma non riscalda , la neve si ghiaccia ai lati del marciapiede eppure mi sta scaldando la sensazione di vita che sto vivendo in questo momento. Nel pomeriggio decidiamo per una passeggiata per ammirare le luci d'artista che illuminano la città. Fortunatamente fa un tantino meno freddo praticamente da meno sette siamo passati a zero gradi ma ne valeva la pena. parcheggiamo alle spalle della pista di pattinaggio dove decine di bambini si divertono al suono delle musiche di natale , c'è tantissima gente al contrario del mattino, famiglie che passeggiano tra le luci e gli addobbi 
E mentre cammino tra le luci ed i fiocchi di neve che iniziano a scendere mi viene spontaneo da pensare che questa gente ha lottato con tutte le forze e che se anche la metà  è ancora avvolta dai teloni dei cantieri , anche se dalle scale di San Bernardino il panorama è quello di tantissime gru che si innalzano tra i palazzi, anche se forse ce ne vorranno ancora tanti di anni la realtà è che nulla si è perso di questa città antica,penso che la basilica di Colle Maggio è li illuminata e viva e con lei la Fontana delle 99 Cannelle e tutti i palazzi storici di una città antica che fa parte della nostra storia "L'aquila c'è "





lunedì 3 dicembre 2018

Sulla vetta del Monte Taburno

Sono diverse domeniche che non riesco ad uscire in escursione in particolare con Costa delle Sirene ,la mia associazione preferita  per organizzazione e per frequentazioni tali da creare delle belle amicizie . Due fine settimana di perturbazioni a catena e qualche frana sul territorio ci hanno bloccato a casa. Stamattina si parte verso il Taburno  nel Beneventano. Il massiccio montuoso che si staglia tra i Monti del Matese nel Casertano e quelli del Partenio nell'Avellinese. Dalla città di Benevento il massiccio prende l'aspetto di una donna supina con la testa verso la Valle Telesina ed i piedi in direzione della Valle Caudina.

Oggi parto con Cinzia e con noi Teodoro e Sabrina, Tendiamo a creare l'equipaggio , non per dividere le spese come usa in alcuni casi, ma per avere compagnia o di disponibilità di auto. Oggi c'è il sole, ci aspetta una bellissima giornata. Purtroppo, come a volte capita, sbagliamo strada anche supportati dal navigatore che ha dato i numeri , come usa dire dalle nostre partii ed arriviamo per ultimi. Ci stanno aspettando al punto d'incontro belli freschi freschi.
Il parcheggio ed il relativo attacco del sentiero sono in una faggeta tutta in ombra ed avvolta  da un'ovatta bianca e umidiccia che più che fredda è talmente bagnata che in un attimo ti penetra nelle ossa. Siamo un gruppo numeroso , molte facce nuove e qualche vecchia conoscenza ... bel gruppo come sempre.. Briefing di Anna come è corretto sui termini e le condizione delle nostre escursioni e si parte. Entriamo nel bosco attraverso un cancello, il viale è ricoperto di foglie rosse, i faggi si innalzano   perdendosi nella nebbia, la spettacolo è suggestivo ho la sensazione di essere in un libro delle elementare. Marco, mio buon amico di tante escursioni ,riesce a fotografarmi sul primo tratto mentre tutti sono ancora dietro....bellissima foto ....La salita inizia dolcemente, come piace a me, ci inoltriamo nel bosco mentre il sole cerca di farsi largo tra la nebbia ed il rami degli alberi che gocciolano umidità. Sembra che lottino o forse voglio immaginare che cerchino di fondersi in uno spettacolo liquido e soffice. Accanto a me Nicola, non ci siamo mai incontrati e scopro che abbiamo un'amica in comune, una delle mie miglior amiche se non l'amica, la compagna di viaggi , di momenti felici e grande supporto per quelli difficili. Il sentiero si apre su un pianoro, lasciamo alcune aree attrezzate oggi chiaramente sono deserte. Luoghi affollati d'estate da chi cerca refrigerio all'afa  e d'autunno per le ultime gite prima del freddo magari cuocendo la carne su un fuoco ricavato tra le pietre come se ne vedono in giro.

Neanche su questo tratto pianeggiante la nebbia si dirada è ancora avvolgente anche se verso l'altro si intravedono sprazzi di azzurro"speriamo si diradi" Si ricomincia a salire e gli  alberi si richiudono in questo paesaggio autunnale,mi mancano un poco i colori tipico di questa stagione , ma siamo ormai quasi in inverno e le foglie sono tutte per terra,creano un manto  nel quale affondiamo fin quasi al polpaccio. Mi soffermo a pensare a quanto anche le nostre montagne sono bellissime..il Matese , il Partenio , il Taburno ed anche i Lattari ... magari non arrivano neanche ai duemila ma sono belle  e sempre montagne sono .
Ultimo tratto in salita un tantino più in pendenza, camminiamo tra i rami gocciolanti mentre il sole si rifrange e crea stelle di luce . siamo in cima e si apre uno spettacolo luminoso.  Sotto di noi la Valle Caudina , a destra i monti del Matese innevati a sinistra sbuca tra le nuvole ovattate il Vesuvio o almeno credo di aver sentito che fosse lui.
Chiaramente siamo tutti coinvolti nelle foto di rito che da quella posizione sono magnifiche, decidiamo di fare anche quella di gruppo con lo striscione di Costa delle Sirene ed  Anna approfitta del momento per invitarci ad una preghiera per una ragazza che di solito è con noi è che purtroppo ha avuto problemi di saluti.


Ci prendiamo per mano e nessuno si tira indietro  anche chi magari non è cattolico ma simbolicamente è con noi in questo momento.
Ci raggruppiamo dopo questo momento e riprendiamo il cammino che, credo, sia stata la parte più bella di tutto l'escursione. Siamo su una delle cime e camminiamo in un immaginario sentiero che percorre  tutta la cresta. sotto di noi la valle dall'altro lato il bosco, unico aspetto sgradevole i pilastri d'acciaio che si stagliano orrendi verso l'alto con le loro antenne, deturpano in modo veramente osceno questo paesaggio che potrebbe essere incontaminato. Come al solito sono al centro del gruppo ,ne troppo veloce, ne troppo lenta e stavolta ho la possibilità di vivere anche quel magico momento del silenzio, dell'ascolto del vento e della bellezza del paesaggio e.... fortuna ...una mandria di cavalli liberi che galoppano poco più in basso, sembra quasi che stiano correndo sul margine del precipizio. Ecco il motivo del mio  bisogno di andare, di lasciarmi trasportare nella natura, queste emozioni sono uniche ed irripetibili. Il percorso si conclude su un piccolo tratto pianeggiante, pausa tecnica e per rifocillarci. E' però presto per mangiare ,ma un frutto e un poco di frutta secca ci sta tutta e poi c'è il sole e si sta benissimo seduti o stesi  a scaldarci .
Mancano ancora circa duecento metri per la vetta più alta del massiccio ...che vedo davanti a me.... e si riparte Scendiamo verso il bosco ma nel frattempo comincio ad avvertire il tipico dolore pungente nel fianco, sono reduce da una bruttissima colica biliare che mi ha massacrato per diversi giorni. Sto meglio ma non bene forse non sarei dovuta venire ma era troppa la voglia di andare in escursione ed anche di vedere gli amici. Mi fermo per riprendere fiato e guardando in alto mi accorgo che la salita da affrontare è in particolare pendenza oltretutto attraversando un fitto bosco molto umido...non credo di farcela e sopratutto se mi riprende la colica ci vuole l'eliambulanza. Avverto Anna che non ce la faccio le propongo di aspettarli al ritorno magari sistemandomi al sole, ma chiaramente non mi lascia ,molto professionalmente non mi lascia sola, già è capitato sul Monte Meta.
Anna è una professionista non lascia indietro nessuno. Passa il suo Walki a Carmelo e gli chiede di fare da retroguardia io e lei scenderemo per il sentiero cai che velocemente ci riporterà alle macchine ...è un tantino in pendenza ed a causa dell'umidità scivoloso, ma con le dovute attenzioni nel giro di trenta minuti forse anche meno siamo alle macchine. Oltre ad essere la nostra guida ,Anna è anche una mia carissima amica , insieme siamo state a Marettimo, alla Riserva dello Zingaro ed in Valle d'Aosta,spesso ci facciamo compagnia e condividiamo le nostre quotidianità, spero che questo abbia fatto si che le pesasse un poco meno non essere salita con gli altri. Ci sistemiamo per mangiare qualcosa e ci raccontiamo ma il freddo penetra senza tregua , non bastano cappelli guanti sciarpe e varie. Ci fiondiamo in macchina accendendo il riscaldamento al massimo e  quando eravamo ormai allo sfinimento vediamo arrivare gli altri alla spicciolati ed entusiasti  del panorama visto dall'alto. Ci salutiamo velocemente e qualcuno mi chiede come mi sento La giornata prosegue con la visita la castello di Montesarchio  ma noi decidiamo di rientrare  Ci fermeremo in un piccolo ma fornitissimo e delizioso bar del paesino per un terzo tempo a base ...stavolta....di tisane e biscottini.

lunedì 12 novembre 2018

Da Riomaggiore a Portovenere

E' passata una settimana dal mio rientro dalle Cinque Terre  e mi accingo a concludere il mio diario di queste giornate. Riportare indietro la mente a quei giorni è abbastanza semplice, ho una buona memoria e poi le fotografie aiutano, ma il cuore non torna indietro. La liguria , le cinque terre sono zone magnifiche, ne ho descritto bellezza e lo farò oggi, ma non ci ho lasciato il cuore. Mi sono piaciute,ma l'amore ed il sentimento che ho lasciato in Sicilia ed in Puglia no quello no ....il cuore stavolta è tornato a casa con me. Stamattina si parte direttamente da Riomaggiore verso l'attacco del "Sentiero dell'infinito" e mai nome fu più adatto . Il percorso sale immediatamente ripido, anche oggi le scale non mancano.
Ma sono ormai talmente allenata che mi arrampico come uno stambecco...diciamo....Perdiamo di vista Riomaggiore e in lontananza si intravede la costa in direzione di Portovenere ,in alto il Santuario della Madonna di Montenero. Attraversiamo ancora terrazzi coltivati a vitigni che si spingono fino al ciglio delle falesie...di sole neanche a parlarne ma non fa freddo Nel giro di un'ora siamo al santuario e ed il panorama è veramente incantevole,si ha assolutamente la sensazione di essere nell'infinito. Il terrazzo si affaccia da un lato su tutte le cinque terre con i borghi di  Manarola, Corniglia Vernazza e Monterosso che si susseguono sulla costa, sotto di noi Riomaggiore in lontananza alcune isola. Facciamo ipotesi.....Giglio ,Elba e addirittura Corsica  scoprirò che sono le isole di Tino e Tinetto  e chi le ha mai sentite.Prima di sistemarci ad ascoltare un altro brano di Montale letto da Alessia ci scateniamo in foto panoramiche e di gruppo, scatta anche il video mentre cantiamo" Donne in cerca di guai" di Zucchero ma con la penuria di uomini direi che è difficile anche se mai dire mai.... Adesso c'è anche il sole cerco di riscaldarmi e di asciugarmi un poco sono come al solito sudatissima.Ripartiamo per gli ultimi metri in salita verso punta Telegrafo la zona più alta del promontorio Lungo il sentiero una piccola capanna e un terrapieno con delle sedie a sdraio con tanto di insegna "club...non mi ricordo " molto pittoresco e sopratutto molto isolato Davanti  a noi l'isola di Palmaria si sta definendo all'orizzonte al termine della costa ma Portovenere è ancora lontana.

Un ultimo sforzo e siamo al Colle Telegrafo, un bar  con un 'area attrezzata ci permette di rifocillarci , mi arriva all'orecchio che il caffè è pessimo e non avevo dubbi, una napoletana sa bene che il caffè non si prende in un posto isolato dove al massimo ne fanno due al giorno. Qualcuno ha la felice idea di farsi preparare dei panini. Io spero in qualcosa al paese di Campiglia dove ci fermeremo per la pausa . Attraversiamo ancora terrazzi coltivati e muretti a secco e arriviamo con un'altra ora buona al paese  E qui subentra il problema... in quattro compresa Alessia decidono per il ristorante, noi tutti invece cerchiamo da mangiare...Unico alimentari di questo paese di tre anime e quattro gatti "chiuso" Qualcuno prova a domandare se possono aprire per comprare anche solo dei crakers e formaggio. Io mi salvo grazie alla generosità di alcune compagne di avventura che previdenti si erano procurate i panini  a Colle Telegrafo. Un pezzetto a testa e mi ritrovo d avere una bella merenda. Il negozio finalmente decide di aprire e Caterina ci fa ammazzare dal ridere stabilendo che si venderanno anche "la Liusona " mitico dolce ormai andato a male del film" Bar Sport"
Nel frattempo comincia a fare freddo , il vento non ci da tregua, siamo seduti sul muretto tra la chiesa ed il cimitero e meno male che sono i giorni della ricorrenza dei defunti ed il cimitero si può dire quasi ameno data la quantità di fiori Siamo tutti imbacuccati e innervisiti  dal ritardo  Qualcuno si spazientisce e decide di avviarsi,noi  aspettiamo ma non siamo per niente contenti. Arriva Alessia che si scusa, pare che il ristoratore avesse capito che erano là in gita. Riprendiamo il sentiero che inizia dolcemente a scendere, attraversiamo una pineta nella quale i danni dei nubifragi passati hanno lasciato sul terreno, rami caduti, tronchi divelti dal vento, e ciuffi di aghi di pino strappati dai rami,  piccole pigne ancora verdi ..insomma una distruzione. Sbuchiamo dal bosco e ci avviamo verso la parte più spettacolare ma  anche la più difficile. Il percorso segue tutta la cresta della montagna a picco sul mare donando scorci spettacolari , profilo del promontorio di Portovenere e dell'isola della Palmaria appaiono all'improvvisos all'orizzonte. Il sole è basso è crea una striscia  di luce dorata sul mare.La macchia mediterranea la fa da padrona con i cespugli di mirto, corbezzolo e capperi. Ecco la terra che mi piace , il panorama del mare, le isole tutto quello che mi rappresenta ,quello che fa parte della mia natura e che fa di me una  donna del sud senza se e senza ma.... Ci fermiamo su un piccolo terrazzo affacciato sull'infinito in un panorama spettacolare.

 Alessia ci legge un 'altra poesia di Montale forse quella che preferisco se non l'unica dedicata alla moglie " Ho sceso dandoti il braccio milioni di scale ed ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino " sono l'ultima romantica che dirvi. Riprendiamo affrontando un breve tratto esposto siamo a picco sul mare ma è bellissimo e dopo Pizzo Falcone a Marettimo diciamo che non mi spaventa nulla. Poi giù tra scalini ,rocce, dirupi e tratti sconnessi ma vale tutta la fatica. Scendiamo su un tratto asfaltato  che sta facendo notte. Davanti a noi il promontorio che divide la costa a destra La Spezia che ed il suo porto a sinistra Portovenere .
Tutto bellissima ma il problema è che sta facendo buio con una velocità esponenziale,l'ultimo tratto è stato per me veramente un incubo.Lasciata la strada ci siamo inoltrati in un bosco , terreno argilloso e scivoloso,. rocce, pietre sconnesse e lunghe scalinate poco stabili,capacita  da equilibrista e buio tanto buio. Molti già avanti come al solito, io vado piano e con me altri, ci supportano Roberta e Lorenzo.Temo seriamente di scivolare ma questo non mi impedisce di ammirare il Castello Doria avvolto dal cobalto del cielo e Portovenere Peccato non averne potuto godere al tramonto.Finalmente giù ed è tardissimo per rientrare a Riomaggiore bisogna prendere un autobus e poi un treno. Paola ed io decidiamo per pranzare a La Spezia,.si accodano anche altri del gruppo ...
Domani tornerò a Portovenere , non posso perdermi la visita a questo paese delizioso . Nel pomeriggio si ritorna a casa  preferisco godermi una giornata da semplice turista, magari vestita un tantino meglio e perche' no... con un filo di trucco ed un bel paio di orecchini ...

venerdì 9 novembre 2018

Da Manarola e Corniglia

Appuntamento alle 8,30 per la partenza della seconda escursione. Siamo tutti fuori l'hotel e commentiamo la cena della sera prima decisamente una mezza schifezza se non una completa schifezza, unico ricordo  un piatto di spaghetti con un pesto lavato e asciutto e una millefoglie scomposta, bruciata e immangiabile. Meno male che la colazione invece ci ha soddisfatti, marmellate fatte in casa, pane fresco e torte artigianali.
Il problema che questa  zona è cara come il sangue ed un locale convenzionato a menu più o meno fisso  ci era sembrata la soluzione migliore. A Riomaggiore come negli altri paesini, oltretutto, alle otto chiudono e che dirvi sono ricchi e non hanno bisogno altrimenti con la quantità di turisti che circolavano per il ponte avrebbero tenuto aperto.
Scendiamo alla stazione e per fare il biglietto impieghiamo una vita tanto che la prima parte del gruppo riesce a prendere il treno in arrivo,gli altri me compresa restiamo sul binario costretti ad una lunga attesa del treno successivo. Biglietto" quattro euro e dico quattro" per una fermata , mi è parso di rivedere il film" Non Ci Resta che Piangere" Chi siete ,cosa fate, che portate....un fiorino " Alle cinque terre se vuoi passare quattro euro....
Scendiamo a Manarola e oltrepassiamo il porto per avviarci verso il sentiero che sale e si arrampica sul costone fino al borgo di Volastra da quale poi continueremo per Corniglia. Oggi il tempo non ci ha graziato, al momento non piove ma c'è tantissima umidità,il cielo è plumbeo ed il mare color dell'acciaio. Continuo a levare e mettere la giacca, fa caldo e poi si suda e poi si ghiaccia insomma il tempo peggiore Il sentiero anche oggi costeggia il mare, ci lasciamo alle spalle Manarola che è una cartolina o anche un quadro di Monet, che sapeva così bene inquadrare il passaggio delle ore e delle stagioni. Saranno le case colorate, le barche azzurre sul molo ma quel paesaggio  non riesce ad essere malinconico neanche con quel tempo . Saliamo e ci arrampichiamo.. scale ,ringrazio mentalmente la mia insegnante di pilates che più che una istruttrice è un torturatore seriale ma se ho questa forza e questa carica lo devo all'allenamento costante e duro che faccio con lei..la ringrazierò al ritorno....Saliamo senza tregua non so dirvi quante scale abbiamo fatto ma sappiate che erano tante, solo qualche tratto in falsopiano e si commina. Inizia a piovere indosso il guscio acquistato per  l'occasione ed il cappello impermeabile ..ora somiglio veramente a Nonna Belarda ma sinceramente non me ne importa nulla ...come diceva una pubblicità di tanti anni fa" chi mi ama mi segua" altrimenti altro giro altra corsa, sono una donna libera.Arriviamo a Volastra praticamente una strada e qualche casa e.... piove.

Un 'unica salumeria che prendiamo d'assalto noi ed alcuni operai che stanno lavorando in zona. Attimo di panico sul rischio che finissero i panini ,fortunatamente la bottegaia riesce ad accontentare tutti .Ma non sappiamo dove fermarci a mangiare è tutto bagnato e la pioggia rischia di inzuppare anche il pane, esperienza già vissuta in montagna e vi assicuro che il pane bagnato dalla pioggia diventa una mappazza . Fortunatamente smette e troviamo un 'area picnic davanti alla chiesetta dell Madonna della Salute. Siamo in parecchi sparsi tra le panchine, anche se altri hanno preferito andare al ristorante, stranamente in un paesino di 30 anime c'è il ristorante. Ci raggruppiano tra panchine  e tavoli sul prato davanti  alla chiesetta del paese, ha smesso di piovere ma avete presente quella sensazione di umido che ti avvolge ...ecco quella....mangiamo condividendo come in ogni bella escursione quello che abbiamo un poco di panino , una pizza di verdura ,della frutta ...ed è uno dei momenti più belli come sempre, sono gli attimi in cui fai conoscenza con gli altri, nascono sinergie, simpatie e qualche volte delle belle amicizie.Con noi al tavolo anche Caterina ed  Uta, una simpaticissima signora nata in Germania con un accento tra il romano ed il tedesco e Loredana  e poi Simonetta e Carla con le quale c'è già una vecchia simpatia, unico uomo del gruppo Roberto che sfarfalla come suo solito godendo della stato di unico esemplare maschile.
Gli altri 4 li abbiamo già persi....scherzo....forse....Comunque su un totale di 29 persone 24 erano donne e tant'è.
La chiesetta è dedicata alla Madonna della Salute lascio il gruppo ed essendo cattolica anche se poco praticante faccio una preghiera. Oggi è il 2 Novembre e si ricordano i proprio cari che non ci sono più ed io ne ho un paio che se ne sono andati da pochissimo, scusate la divagazione.
Riscendiamo verso la strada principale, se così si può chiamare e ci incontriamo con quelli che hanno preferito mangiare al ristorante e sinceramente non ne vedevo il motivo comunque ....riprendiamo il cammino, Adesso il percorso è tutto in falsopiano attraversiamo vigneti ormai gialli d'autunno, i filari sono spogli dell'uva già raccolta solo qualche grappolo striminzito sbuca tra il fogliame. Il cielo è plumbeo e ricomincia a piovere. Il sole cerca disperatamente di fare si strada tra le nubi ma non ci riesce solo una strisce di luce argentea si allunga sul mare. Il terreno è scivoloso bisogna fare molta attenzione. La pioggia incalza e per noi inizia la discesa.Tra fango, pietraia e rocce di ardesia bagnata è una lotta impari. Attraversiamo quello che sembra il greto di un fiume e se non  lo è assomiglia a quella che potrebbe essere una frana, ci sono rocce disseminate sul percorso, alte besse scivolose ed umide. Faccio fatica e chiaramente rallento non sono l'ultima ma quasi.

 Il gruppo più numeroso è avanti io resto con quelli più lenti e con Lorenzo che ci fa da retroguardia. L'ultimo tratto lo faccio completamente sola , ho distanziato i lentissimi ma non riesco a raggiungere gli altri e sopratutto non mi va di correre pericoli. Lavoro di quadricipiti e braccia, gambe piegate e piedi a sciatore e farlo per un 'ora non è proprio una passeggiata. Ultimo tratto e vedo l'avanguardia  che ci aspetta sotto l'acqua e sinceramente non è che la cosa mi abbia creato il problema . Ormai mi sono stancata e sopratutto, voglio solo sedermi in un bar e bare una birra e chi vuole viene con me altrimenti possono andare. Paola ed io ci avviamo alla ricerca di un bar , impresa titanica è sabato è a prescindere dalla pioggia i turisti sono tanti. Non c'è un posto a pagarlo.
Alla fine ci accomodiamo su un terrazzo vista costa sotto un tendone e ...sotto la pioggia,ci raggiungono alcune compagne di escursione e ordiniamo una birra ...forse sarebbe stato più logico un tè ma gli escursionisti duri e puri bevono birra,oltretutto un 'artigianale molto buona.Ma la pioggia sta diventando un nubifragio..siamo tutti infreddoliti, paghiamo e ci avviamo alla stazione. Peccato è ancora relativamente presto e avremmo potuto fare una bella passeggiata per il paese ma veramente è impossibile. Rientriamo a Riomaggiore che piove a catinelle, risaliamo in silenzio verso i nostri alloggi mentre rivoli d'acqua ci scendono dai cappucci e dalle mantelle bagnando pantaloni ,calzini e scarpe ...sembriamo spaventapasseri. Nella mia testa solo la voglia di una doccia bollente e di ficcarmi sotto una coperta calda ...continua

mercoledì 7 novembre 2018

Da Riomaggiore a Manarola

Ponte di Ognissanti e si parte. Stavolta ho tradito la mia amata Puglia,la tradizione mi vorrebbe in questi giorni con gli amici di Spaccamurgia, ed ho preferito la Liguria. Ho avvertito l'esigenza di cambiare, di andare per altre terre, di conoscere nuove persone. Partenza da Roma alle 6,55 per La Spezia da dove con il trenino delle cinque terre raggiungeremo Riomaggiore, nostra base per i tre i giorni e partenza di tutte le nostre escursioni. Sono con Paola che mi ha gentilmente ospitato a casa sua, ci siamo  conosciute durante il  trekking in Val d'Orcia e fra noi è nata una bella amicizia.
Siamo tutti al binario in attesa del treno" in ritardo" e ci riconosciamo immediatamente, siamo tutti in abiti sportivi qualcuno con gli scarponcini e poi ci sono gli zaini con i bastoncini che sporgono e che sono un elemento identificativo. Strette di mano e prime conoscenze non ricorderò il nome di nessuno se non dopo qualche ora e qualche chilometro di cammino. La Spezia ci accoglie con il sole fortunatamente, i giorno precedenti sono stati   funestati da temporali, mareggiare e mezze alluvioni e la Liguria ne è stata abbondantemente colpita. Insieme al sole ci aspettano Simonetta e Carla, con le quali abbiamo non solo  un amico in comune ma anche la condivisione di un'altra escursione. Il trenino è affollato di turisti, molti stranieri e altri escursionisti. Anche a Riomaggiore c'è il sole, scesi dal treno ci aspettano altri due partecipanti al trekking Roberto che già conosco per escursioni comuni e un'altra ragazza. Facciamo un breve giro del paese fermandoci in un punto panoramico, scattano le prime di una interminabile serie di foto che faremo lungo i percorsi panoramici. La temperatura è perfetta addirittura fa quasi caldo, il mare è spettacolare illuminato dai raggi del sole. Alessia, la nostra guida ed organizzatrice,ci comunica che fortunatamente riusciremo a fare una prima escursione pomeridiana partenza da Riomaggiore arrivo a Manarola.
Un ora di tempo per mangiare qualcosa e mettere gli scarponi . Riomaggiore è deliziosa un po come tutti questi paesini chiusi in questa costa aspra e rocciosa che all'improvviso si addolcisce aprendosi con questi borghi colorati che si affacciano sul mare Scendiamo tra le case colorate che si intersecano fra loro in un caleidoscopio delizioso, le barche tutte azzurre sono al rimessaggio sul minuscolo molo. Due stradine abbracciano il paese a destra ed a sinistra e da li partono altri sentieri che costeggiano il mare ma non si può passare, il tempo inclemente dei giorni passati ne ha costretto la chiusura. Siamo divisi in gruppetti del resto il primo giorno è così, di solito si sta insieme a chi si conosce  poi mano a mano si formano nuove conoscenze ed a volte nuove amicizie. Risaliamo verso l'hotel dove sono depositati i nostri bagagli .Paola ed io saremo in un appartamentino da sei persone. Inizia le prima di una serie interminabile di arrampicate e di scalinate. L'appartamentino è vista mare e paese, delizioso, ci sistemiamo in una delle stanze, ci cambiamo velocemente indossiamo gli indumenti tecnici ed in perfetto orario siamo all'appuntamento Si parte direttamente da Riomaggiore attraversiamo il paesino e poi una lunga scalinata fino al sentiero di muretti a secco  che costeggia il mare arrampicandosi tra terrazzi di viti ed alberi di ulivo. Davanti a noi Alessia ed Amleto il suo cane tanto piccolo ma con la forza di un labrador, anche Paola ha una bella camminata e la segue a ruota insieme a quelli più veloci.
Nei percorsi con Alessia comunque c'è sempre un andatura morbida difficilmente il gruppo si distanzia. Fa un caldo tremendo il sole è basso ma ancora caldo, anche in questa terra del nord la temperatura è praticamente primaverile con picchi di caldo estivo. Ho già levato la giacca e poi il pile leggero e sono con la maglietta a mezze maniche mi chiedo perche' non ho portato le canottiere  ci sarei stata benissimo. Ci fermiamo alla fine del sentiero sistemandoci sul terrapieno. Alle nostre spalle Riomaggiore sotto di noi Manarola e la sua spiaggia. Sono solo le quattro del pomeriggio ed il sole sta già calando, da pochi giorni siamo con l'ora solare e fa notte presto . Mi siedo su un muretto a secco sento l'odore della terra e dell'alloro , il mare si infrange sulla costa. Ci siamo fermati come d'abitudine per riposare e per ascoltare Alessia che ci legge alcune poesie di Eugenio Montale nato in questa terra . La caratteristica di librotrekking  è proprio quella della lettura di  brani a tema con il percorso, piccola mia considerazione a me Eugenio Montale non piace troppo ma il percorso e la lettura vale anche un ascolto. Ripartiamo, ancora un breve tratto in salita, in alto il borgo di Volastra arroccato, uno dei pochi  paesini delle cinque terre che non sbocca sul mare. Lo spettacolo del sole che tramonta facendosi strada tra i filari d'uva d'uva e magnifico.Mi attardo voglio stare un solo attimo da sola avvolta in quello spettacolo ascoltando il silenzio,ma è difficile siamo troppi Inizia la discesa ed io odio le discese, ne sono spaventata a morte ,ricordo di una serissima caduta sull'osso sacro in un sopralluogo per il Cai al Fiordo di Crapolla sulla nostra costiera Amalfitana.
Scendiamo quasi in silenzio sotto di noi il borgo di Manarola ,costeggiamo il mare su questo sentiero  circondato da terrazzi coltivati, i rami degli ulivi fanno a nascondino con il,sole, il raggio del tramonto si allunga sul mare. Siamo stati veramente fortunati oggi il tempo ci ha graziato, il resto d'Italia è sotto l'acqua e noi abbiamo il sole.


Piano piano si scende in fila indiana con un bel lavoro di quadricipiti e braccia sui bastoncini per evitare carichi alle ginocchia ed sulla colonna vertebrale.
Inizia anche a fare freddo,mi fermo in equilibrio su di una roccia e indosso la giacca ,sono sudata e non mi va di ammalarmi. Finalmente Manarola, scendiamo attraverso i carrugi fino al porto, il paesino e delizioso ma c'è un vento che ti porta via .Paola ed io decidiamo comunque  di sederci per una birra insieme a Caterina Roberto e Gabriele e si inizia  a fare gruppo. Il cielo è colore del cobalto, il mare scuro ma il paesaggio è particolarmente suggestivo.
 Ma il vento non da tregua lasciamo il bar e riprendiamo il treno per Riomaggiore. salita infinita fino al nostro appartamento insieme alle nostre compagne di stanza Simonetta , Carla, Bruna e Luciana e dove tra risate e battute cerchiamo di darci una sistemata per la cena.... continua.

venerdì 12 ottobre 2018

Marettimo ultimo giorno ed un mare da sogno

Ultima sera ,domani non si farà escursione, Attilio ha organizzato un percorso in barca alla scoperta della costa, delle grotte di Marettimo e chiaramente grande bagno
Stasera al ristorante si sono cambiate le disposizioni ai tavoli ,a parte un gruppetto che, arrivato insieme, è restato compatto  siamo riusciti a conoscerci quasi tutti  Stasera sono seduta vicino a Dario ed Enza, all'altro lato del tavolo Mario e Gianna e tutti gli altri . La cena come al solito è al top, primi squisiti ed una lampuga alla brace freschissima,  è un pesce azzurro e  non può essere congelato, una squisitezza. L'unico problema è che stasera veramente non si riesce a dire una parola, c'è confusione ed a parte noi che avendo preso confidenza siamo molto più ridanciani e allegri il ristorante è pieno. Stamattina è sbarcata tantissima gente per il fine settimana, ci sono ventisette gradi ed è praticamente estate. Finiamo di cenare e buona parte di noi si dirige al bar della sera prima per due salti ed un poco di musica. Rimaniamo delusi ,c'è pochissima gente e nessun suono. Nel giro di 10 minuti Ivana and Company convincono il proprietario a posizionare all'esterno due belle casse e collegano il telefono con la selezione discografica latino americana ...e si balla . Stasera fa un caldo bestiale e lo spazio esterno al bar è ristretto. Mi allontano di poco per riprendermi dalla sudata , il mare è finalmente calmo, una luna che fa luce illumina di mille stelle l'acqua,le barche che si dondolano dolcemente , decido di andare  stasera un velo di malinconia mi sta prendendo..ci sono serate in cui l'atmosfera è così intensa che ti riporta momenti e ricordi.
 Anche Mario e Gianna come ieri sera mi fanno compagnia e  torniamo insieme verso i nostri appartamentini. Sono in piedi all'alba come sempre  e scendo verso il porto, stamattina c'è anche Annalisa facciamo due passi raccontandoci e ci fermiamo a fare colazione. Arrivano anche gli altri alla spicciolata. Oggi si rientra ma non prima di una passeggiata in barca lungo tutta la costa dell'isola con relativo bagno e visita alle grotte. la valigia è pronta , dovrò mettere all'ultimo minuti solo il costume bagnato,suppongo. Tutti al molo tre barche ci aspettano per il giro, io vado nella terza la più piccola con Barbara , Attilio, Mario e Gianna . Ci tocca aspettare una signora del nord Italia che arriva, chiaramente spaccando il secondo,ma noi eravamo già tutti pronti a partire. Non fa parte del nostro gruppo ma ha preso accordi con il barcaiolo del resto non abbiamo l'esclusiva. La poverina sarà costretta dopo un iniziale approccio formale e nordico a lasciarsi andare all'allegra contagiosa di noi meridionali...Lasciamo il porto, il mare ha mille sfumature di verde e di azzurro, il barcaiolo ci conduce alla prima grotta dove alghe color porpora emergono sulle rocce sarà un fenomeno naturale dovute alla luce non so spiegarlo ma è bellissimo..
Ogni grotta che visiteremo prenderà il nome di un animale, del resto il giro va colorito anche da altri  aspetti" a me basta il mare è magnifico" la nostra barca è l'ultima e dobbiamo aspettare che le altre entrano ed escono dalle grotte, dietro di noi almeno altre tre o quattro e continuo a ripetere siamo praticamente in ottobre ...qua d'estate deve essere un macello. Foto a ripetizione , il posto è magnifico e voglio portare con me ogni momento spero di riuscirci e sicuramente le foto e questi mie diari ne sono un mezzo. Giuseppe stamattina è loquace e ironico ci prendiamo in giro tra battute e scherzi...mi ricorda qualcuno...
 Buona parte della costa è area marina protetta ed è vietato fare il bagno, ma non in tutta la costa. La barca si ferma in un ansia abbastanza grande dove il mare ha il colore dei turchesi, che detto fra di noi sono le pietre che preferisco, i nostri compagni sono già tutti in acqua ed in pochi minuti anche noi , Giuseppe Attilio e la signora milanese di tuffano dalla barca Barbara ed io siamo un tantino più timorose , mi faccio calare la scaletta...più passano gli anni e più divento prudente, non so che temperatura ha l'acqua e sinceramente preferisco evitare impatti. Scendo ed è spettacolo, sono immersa nell'azzurro, intorno a me gli altri e mi lascio trasportare dall'acqua , ha un colore incredibile. Dalle barche intorno si levavo le voci esclamazioni di meraviglia"è bellissimo...che spettacolo....e via così ". Riesco a farmi fotografare in acqua e chiaramente posto la foto sui social con la scritta" lasciatemi qua "  mi sembrava doveroso tanto la bellezza del luogo.
Comincio ad avere freddo risalgo e dopo di me gli altri, ho i capelli bagnati ma non importa,il caldo e l'aria è così tiepida che non mi preoccupo assolutamente di prendermi  un raffreddore non succederà di sicuro. Stiamo girando intorno all'isola ancora qualche grotta ed un 'altra sosta per un bagno e per una breve traversata a nuoto in una grotta, preferisco restare sulla barca , ho fatto già un bagno magnifico e poi è pieno di meduse. Ripartiamo che sono quasi le tredici, ho l'aliscafo alle 14  e sarà una corsa esagerata. Ultimo tratto costeggiando il sentiero che abbiamo percorso ieri , il faro bellissimo sul costone, mi affascinano i fari ho il ricordo credo di un film che si chiamava " il guardiano del faro " o era forse era uno sceneggiato non ricordo ma mi restò impresso questo faro con il mare in tempesta. . Sbarchiamo, saluto tutti velocemente, gli altri prenderanno l'aliscafo delle sedici e trenta avranno tutto il tempo di sistemarsi ,mangiare qualcosa e ripartire. Noi , a parte l'aliscafo abbiamo l'autobus per Palermo e la nave stasera per Napoli..una bella sfacchinata ma ne valeva la pena assolutamente.
Scappo verso l'appartamentino, Anna già sta scendendo verso il porto pronta e con il suo zaino. Una doccia super veloce, in una busta di plastica metto tutto il bagnato e lo ficco in valigia alla bene e meglio e la cosa non mi soddisfa sono tendenzialmente ordinata. Arrivo al porto in tempo, incontriamo  Giuseppe e Franco che rientrano anche loro con lo stesso aliscafo e andando a Milazzo ci offrono un passaggio a Palermo,,,abbiamo avuto fortuna e ancora li ringrazio. Il resto lo potete immaginare, un pizzico di malinconia, negli occhi il colore del mare ed il profumo dell'isola .........e tanta... tanta.... voglia di tornare         
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domenica 7 ottobre 2018

Marettimo escursione a Pizzo Falcone

Reduci dalla prima escursione a Punta Troia ci riuniamo tutti al ristorante, tre tavolate di gente stanca ma allegra e piena di vitalità. Io sono seduta al tavolo con Anna,Giuseppe , Annalisa ,Barbara ma sostanzialmente si finisce per conoscere tutti
Con noi anche la formidabile coppia di Mario e Gianna che tra fidanzamento e matrimonio stanno insieme da oltre trentanni. Li adoro, si amano e quello che più mi emozione è ascoltare il racconto di come a 16 anni abbiano fatto in modo di sedersi vicini sull'autobus. In questo mondo di sfasolati, single per forza e narcisisti patologici vedere delle coppie è una gioia.La cena è buonissima, busiate con pesto trapanese, pasta con le sarde, tonno alla piastra e per finire le cassatelle i famoso ravioli di ricotta" tutto ottimo" Risate , racconti prime conoscenza più approfondite e si decide di andare a ascoltare musica nell'unico bar aperto. Bella serata con un gruppo di ragazzi palermitani.
 Antonella nel frattempo si sta scatenando .Un oretta di  svago veramente piacevole  poi  con Mario e Gianna ce ne andiamo a dormire. Diciamo che le signore di mezza età ad una certa ora si ritirano. Mi sveglio come al solito prestissimo,in silenzio mi vesto e corro fuori .E' l'alba il sole sta sorgendo dietro Favignana,mi fermo e aspetto che riesca a farsi strada  tra le nubi all'orizzonte, fasci di luce fendono il cielo e illuminando il mare. E' come una abbraccio,è come se delle braccia provino ad avvolgerlo, ma il sole si fa strada e esplode.Mi avvio verso il paese sono una caffè dipendente e alla disperata ricerca di un bar aperto. Attraverso questo delizioso paese dalle case bianche e le porte azzurre , attraverso il porto  ed i suoi pescherecci, poche le barche da ricconi , mi chiedo se il motivo sia legato al mese ormai autunnale oppure al fatto che questa mi sa  proprio che sia  un 'isola  poco mondana.

Ma penso sia più la seconda ipotesi. Mi immagino tra queste stradine, serena, passeggiare di primo mattino ,chiacchierare con il pescatore dal quale comprerò il mio pranzo....insomma tanta voglia di pace. Mi fermo al bar dove Attilio ci ha fatto preparare torte fatte in casa , mi siedo e mi delizio con una torta di mele e una crostata di albicocche caffè e chiacchiere Appuntamento al bar alle nove, torno in camera veloce preparo lo zaino e ci troviamo tutti. Con Anna ci siamo praticamente incrociate trovando un perfetto equilibrio nei tempi.. Si parte dal paese,il primo tratto è su sentiero lastricato che però impenna seriamente, ci sono circa trenta minuti di salita continua senza tregua fino alle case romane, sito archeologico formato da due case nate come fortificazione una e l'altra come come chiesa.
Dalla finestra della cappella un crocifisso si staglia sul mare Fa caldo , il tempo si è messo al bello, c'è solo un poco di vento per il resto il sole picchia. Ci fermiamo alle case per una pausa, mangiare qualcosa di proteico, bere e fare quella decina di fotografie su un panorama spettacolare. Come sempre Levanzo e Favignana davanti a noi in mezzo al mare blu cobalto ancora sotto di noi il sentiero che abbiamo percorso ieri fino al promontorio di Punta Troia con il suo castello ed a sinistra il borgo di Marettimo . Riprendiamo il cammino, il sentiero non consente , tranne che per alcuni tratti di camminare in coppia, solita fila indiana, ci si sorpassa, si rallenta ,si fanno chiacchiere ,si sta in silenzio, si ascolta il mare e ci si inebria degli odori della macchia mediterranea
 Mi fermo a fare una foto e mi prendo un rimprovero a ragione..il tratto è esposto e ci è stato chiaramente detto di non fare imprudenze.La salita è tosta , Gianna rallenta e ha difficoltà ,viene supportata di Attilio che con pazienza le consente di arrivare fino in cima fino a percorrere quasi ottocento metri di dislivello" toato ma il sentiero è stupendo  Ci fermiamo a pochi metri dalla cima  ci sistemiamo alla bene e meglio sul costone. Levo la maglietta fradicia e indosso una felpa per ripararmi dal vento che lassù la fa da padrone. Mi avvolgo i capelli in un foulard nella speranza che si asciughino sono ricci e impossibili. Anna è seduta più indietro ma è arrivata molto prima e si è sistemata con il gruppo di testa. Vicino a me Crocetta una donna incredibile ..72 anni di forza e intraprendenza, mi ha raccontato che ha percorso tutti i sentieri alpini fino a oltre 3000 ed pare sia anche arrivata nella zona del Kilimangiaro.
Sinceramente non so se dire beata lei, mi piace l'escursionismo ma non mi piacciono le estremizzazioni , nel raccontarmi ha espresso tutto il suo rammarico per l'eta che non le consentiva più queste cose, era profondamente rattristata, creo comunque  che bisogna accettare il tempo che passa ed i limiti.. Dopo lo spuntino ci arrampichiamo fino alla cima. Praticamente capre , immagino la discesa e mi prende male, tratto esposto , pietraia e dislivello non manca nulla.L'arrivo in cima è ripagato da un panorama che spazia dalla costa di Trapani alla punta del monte Cofano,da Vito lo Capo fino a levanzo e Favignana. Mi sistemo in angolo  distante dal gruppo, voglio ascoltare il mare ,il vento, me stessa e lasciarmi invadere dalla spazio e dalla sensazione di benessere che sto provando fino a riportarla con me. Un pensiero lontano mi prende,lo scaccio via... Si scende ,pensavo peggio sinceramente, mi vedevo seduta a scavalcare pietre ed invece riesco anche a tenere una postura alquanto dritta, mantengo solo le ginocchia piegate per evitare traumi.

Attraversiamo il magnifico sentiero che si fa largo tra la macchia mediterranea  si scende velocemente, il ritorno è sempre più breve, come dice Attilio, si conosce già il percorso e poi credo sia anche una questione psicologica . Ci fermiamo nuovamente alle case romane per rifocillarci ed il gruppo si divide...una parte andrà verso Capo Bassano ancora una serie di chilometri e qualche metro di dislivello, un 'altro gruppo compresa me rientra su Marettimo. Vorrei fare un bagno anche se il sole è ormai dietro la montagna e le spiagge sono tutte in ombra . Comunque ho voglia di una birra e di sedermi al tavolino del bar. Scendo con Dario e chiacchieriamo un poco di tutto fino al paese. Mi siedo con una bella cruda della peroni e patatine...un classico... mi raggiungono Barbara e Annalisa e ci lasciamo andare , come spesso succede a noi donne, alle confidenze. Giuseppe arriva in costume e ciabatte per il bagno. Li accompagno per un tratto di strada ma poi torno indietro. Non c'è sole e voglio levarmi le scarpe.......