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Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

martedì 15 maggio 2018

Alla scoperta delle orchidee selvatiche sul Monte Cacume

Ho la sensazione che questa nuova escursione sarà un momento di festa come solo noi dell'associazione Costa delle Sirene sappiamo vivere e non per dire le Sirene del gruppo sono le "Maste di Festa"  terminologia napoletana per definire le Maestre delle Festa o capo banda che dir si voglia. Anna, Laura Io Sabrina ed oggi anche Eugenia e Laura non ci siamo fatte mancare nulla, canti balli ecc ecc.








L'inizio però è regolamentare. appuntamento all'alba con Laura, Sabrina ed Eugenia  , dobbiamo arrivare in provincia di Frosinone e con noi anche Teodoro che verrà inserito immediatamente nel gruppo amiche di trekking "senza pietà " Primo stop all' area di servizio , baci e piacere di rivedere alcuni amici della Ciociaria con i quali abbiamo condiviso simpaticissime uscite, non mancano gli amici di sempre . Oggi ci sono anche Salvatore ed Angela,  Pamela ed Edo e Rosaria ed Enzo, ma loro sono abituè. L'evento è stato organizzato dall'associazione Montasi in Cacume presieduta da Angelo Gatti che sta spinge alla valorizzazione ed alla promozione del territorio. 


Appuntamento finale a Patrica , graziosissimo paesino della Ciociaria dove riusciamo finalmente a prendere un caffè e ci avviamo verso il percorso. L'impennata è immediata, si  sale verso la cima che sostanzialmente supera di poco i mille metri ma il dislivello dalla partenza è di circa 600 . Ok salgo e praticamente le prime due ore sono tutte una tirata, chiaramente faccio fatica ma forse meno delle altre volte e quindi resisto. Posso camminare anche per 30 chilometri ma purtroppo il mio fisico e sopratutto il mio fiato non mi consentono la salita , faccio fatica forse dovuto al fatto che sono una ex fumatrice.
Chiaramente sono in retroguardia ma non la sola davanti a me a doppiare la cima Sabrina , Laura. Anna oggi chiude il gruppo con Antonio Vano. Lungo il percorso un insegnante di biologia ci illustre le varie specie di orchidee selvatiche che crescono spontanee nella vegetazione, sono piccolissime e delicate, con noi tanti ragazzi. La vegetazione è fitta e gli odori intensi , certo non sono quelli della costa e delle falesia , ma ci sono. Arriviamo ad un prato circoscritto da paletti e dal quale si domina tutta la valle. E' il prato della fioritura delle orchidee selvatiche dove se ne dovrebbero vedere tantissime ma purtroppo si contano sulle dita di una mano. Siamo tutti fermi, attimo di pausa  per decidere se salire alla croce di ferro ,che si staglia sul cocuzzolo della montagna e da dove pare ci sia un panorama a perdita d'occhio, oppure proseguire per il rifugio dove si svolgerà la festa. Chiaramente io sono per la festa, salire altri 100 metri non ci penso proprio con me Laura Eugenia e Teodoro ma sostanzialmente pochi ...ci conduce Anna che sulla croce ci è salita tante volte e poi lei è una guida seria non ci avrebbe mai lasciati senza accompagnatore. Sabrina, e che ve lo dico a fare è praticamente già arrivata su, ma 45 chili si portano con nonchalance,

Il tragitto fino al rifugio ci impegna ancora per una buona mezz'ora se non di più  in salita e per giunta su pietraia, camminiamo attraversando rivoli di acqua che arriva dalle sorgenti e da una grossa vasca . Piano piano si sale e si va avanti ma lo spettacolo merita. Tra prati fioriti e vegetazione spontanea sono immersa nella natura e nella serenità...ormai lo avrete lette tante volte... questi giorni per me sono vitali. Ultima strappo e poi giù verso un prato meraviglioso ed il rifugio Pizzacchio dove amici del luogo stanno già al lavorando accanto a pentoloni  fumanti di ragù pronti ad accogliere tutti. Ci sistemiamo, ci hanno praticamente riservato il tavolo. Noi siamo ospiti questa è una manifestazione che viene svolta tutti gli anni e ci hanno invitati grazie ad Anna che li conosce da tempo e con i quali si è impegnata a scambi territoriali . Noi veniamo  sulle loro montagne e loro passeggiano sui nostri sentieri marini. Ci sistemiamo sul prato con tutte le buone intenzioni di stenderci al sole ma il tutto dura il tempo del niente Fabio conosciuto sul sentiero di Punta Campanella mi offre una birra spillata al momento da un baracchino sistemato nel prato, mi presenta alcuni amici di zona , iniziamo a scherzare ad a ridere nel frattempo parte anche la musica e ...la festa.....
Gli altri stanno  ancora scendendo dalla croce e comunque arriveranno tantissime persone dai paesi nei dintorni. Decidiamo per una aperitivo con la finocchiona che ho portato faticosamente nel mio zaino, tipico salume toscano, gentilmente regalatomi dai mie splendidi amici Fiorentini. Edo taglia e le fette scompaiono in nulla, fortunatamente è tanta e riusciamo a farla provare anche chi sopraggiunge dopo. Nel frattempo nella bellissima madia di legno calano chili e chili di tagliatelle irrorate da uno spettacolare ragù. Siamo fra i primi a servircene piatti enormi, decido per un altra birra,  me la vado a prendere al baracchino. Nel frattempo la musica sta incalzando, noi abbiamo già mangiato lasciamo il posto ad altri e ci scateniamo.
Un primo ballo lo facciamo sugli scanni, parte la dance music degli anni 80 e non si capisce più niente. Arriva ancora gente , altri sono seduti a mangiare e gli amici addetti al cibo continuano a sfornare tagliatelle al ragù.Noi balliamo di tutto dalla disco dance ai balli popolari ai latino americani  Arriva anche Daniele, simpaticissimo amico di zona che ogni volta che mi vede mi fa volare a testa in giù e poi con tutti in una allegrissima ammucchiata chiaramente fonte di mille fotografie. E non ci diamo tregua ormai siamo scatenati, viene fuori anche una una sexissima baciata  con Luca che  non fa dispiacere nessuna di noi e balla con tutte.
Ma il momento che mi ha divertito di più e che mi è piaciuto tantissimo è stato quello in cui ho ballato una specie di pizzica e comunque un ballo popolare con il mitico Antonio Vano. Erano anni che volevo farlo e non ho mai trovato chi lo ballasse con me. Certo con i passi sono andata una schifezza non conoscendo i movimenti ma mi sono troppo divertita anche a simulare una ipotetica gonna da sorreggere .
Comunque in tenuta da trekking e con gli scarponi eravamo uno spettacolo ben poco femminile. Pensare di stenderci anche solo cinque minuti prima di iniziare la discesa è impossibile la musica ormai va alla grande e noi pure fino ad un attimo prima di compattarci per la foto ed i saluti. Ci sistemiamo sul prato ed inizia il gioco al massacro degli spintoni poi riusciamo a fare una bellissima fotografia e con immenso dispiacere salutiamo gli amici di zona che nel frattempo ballano ancora senza soluzione di continuità, del resto al massimo metteranno  mezz'ora per arrivare a casa noi  due.  Fortunatamente ho mangiato poco e bevuto meno, la discesa è peggio della salita nel senso che con la pietraia bisogna fare molta attenzione . Anna con alcuni di noi vola giù ma io con buona parte del gruppo scendo lentamente, pare non finisca mai, sotto di noi ma lontano  le case Chiediamo più  volte ad Antonio se la strada sia la stessa dell'andata. Ecco  Patrica, deliziosa che si affaccia sulla valle ,vale una bella fotografia, il centro storico bellissimo è delizioso.


Ci fermiamo al bar come al solito ma il terzo tempo oggi non è vivace del resto abbiamo abbondantemente fatto baldoria per ore su al rifugio.Si riparte, cambiamo le scarpe abbiamo i piedi massacrati negli scarponi ed oggi anche tormentati dai balli , continuiamo a scherzare ed a commentare ...in particolare sui bei ragazzi che oggi hanno allietato i nostri occhi...il povero Teodoro ,unico uomo di della macchina, si deve adeguare

giovedì 10 maggio 2018

Capri "Il Sentiero dei Fortini"

In questo fine settimana sarà ospite della mia città un'amica conosciuta facendo trekking. Camminare tra i sentieri ha allargato la mia cerchia di amicizia ed ho conosciuto persone con le quali condividere  questa passione. Ultimamente Napoli è fortunatamente sold out e Paola non è riuscita ad aggregarsi ad un 'altro gruppo di amici venuto nel ponte del primo maggio per il sentiero degli dei, ma forse meglio così ,la passeggiata in costiera è stata veramente difficile ..troppa gente...
Siamo sole e libere di gestire queste giornata in totale autonomia,'unico parametro indissolubile sarà la passeggiata sul Sentiero dei Fortini a Capri. Due anni fa grazie ad gruppo escursionistico ho percorso per la prima volta questo sentiero rimasto poi nella mia mente e nel mio cuore. A Capri non mancano i sentieri"il Passetiello" verso il Monte Solaro oppure la passeggiata di Matermania e dell'Arco Naturale, ma credetemi questo è veramente spettacolare.Due le alternative ... dal Faro di Punta Carena fino alla Grotta Azzurra oppure si va al contrario." Grotta Azzurra "dalla falesia che la sovrasta o anche " punta dell'Arcera"Lungo il percorso i tre fortini " Orrico, Mesola e Pino" costruiti  a difesa dell'isola dai corsari e  poi sfruttati come basi difensive dai Borboni,dai Francesi ed infine anche dagli Inglesi.
Come cenno storico ci siamo ..ma  la bellezza del sentiero non è sicuramente costituito dai tre ruderi che per quanto strategicamente costruiti non sono bellissimi. Quello che affascina è la macchia mediterranea,il  sentiero che percorre tutta la falesia e lo spettacolo del mare. Arriviamo al porto di Capri dopo una traversata da incubo con mare agitato e giapponesi in vomito continuato. Il sole sta facendo capolino tra le nubi,..è  presto e le masse dei pendolari non sono ancora arrivate e poi è sabato sicuramente meno affollato. Compriamo i biglietti per la funicolare e per gli autobus che a loro volta sono di due compagnie diverse insomma biglietti senza fine

Nessuna fila per la funicolare sempre un miracolo. Lo spettacolo dalle e della piazzetta è da emozionarsi , non so perchè ma in questa isola i colori sono diversi forti intensi ...colorati...tutto luce. Foto di rito sulla balconata che affaccia su Marina Grande e invio ai nostri amici Fiorentini, giusto così per salutarli e per fargli un tantino di invidia. In piazzetta c'è gente ma non il solito caos. Prendiamo il minibus per Anacapri chiedendo all'autista di farci scendere al capolinea per la grotta azzurra. Questi microbus corrono come se fossero macchine da gran premio, si districano tra i flussi delle auto che scendono come in una pista di automobiline sono dei mostri della guida. Scendiamo al capolinea dove un cortesissimo autista ci consiglia oltre che di partire dal faro e non dall'Arciera, evitando l'ultima salita  e poi magari salire in seggiovia al Solaro Tipo gentile,simpatico e pure un bell'uomo" piacevole inizia di giornata"
Ma Paola ed io siamo dure e pure  quindi dalla Grotta Azzurra a Punta Carena ....in salita ma in fondo nulla di impossibile Ad inizio sentiero  un bellissima iscrizione in ceramica ci descrive il percorso ,sotto di noi il mare blu, una barca carica di turisti si dirige barcollando tra le onde verso la grotta azzurra, salutiamo e ci ricambiano.

Ci avviamo, gli arbusti invado quasi tutto il sentiero, ci districhiamo tra i cespugli , iscrizioni in ceramica e disegni ci illustrano la flora e la fauna del posto. Cespugli di lentisco e di mirto tra le rupi a picco sul mare, la ginestra profumatissima  ci accompagna lungo quasi tutto il percorso inframmezzata  da rami di asparago selvatico.

Sotto di noi il mare si scaglia con forza lungo le pareti scoscese delle falesie che si incurvano per quasi sei chilometri lungo tutta la costa dei fortini.Le indicazione ci segnalano addirittura che si possono osservare passaggi di balenottere e delfini ...noi non ne vediamo. Le rovine del fortino di Orrico si stagliano a picco sul mare ,facciamo un giro tra i ruderi e riprendiamo il cammino . Siamo sole e ci accompagna una magnifica sensazione di libertà ed autonomia, non abbiamo ancora incontrato nessuno . Sono immersa nella natura, vorrei registrare i profumi, il rumore del mare ,l'aria che stiamo respirando,silenzio umano intorno a noi e noi in silenzio per poter ascoltare altri suoni. Saliamo verso il Fortino di Mesola attraversando un bosco di pini ci arrampichiamo su alcuni rami che toccano terra e respiriamo l'odore degli aghi che ricoprono il suolo, il mare alla nostra destra rumoreggia violento contro la scogliera. una connubio di bellezza. Più avanti le campanelle selvatiche e cespugli di rosmarino ricoprono i muretti, un'oca placida razzola tra le rupi e guarda il mare.....anche lei...un maialino di una razza sconosciuta, sembra più un cinghiale, grufola chiuso in un recinto credo sia l'unica posto abitato del luogo.
Avanti ancora in quella che viene definita la cala d'argento forse per il colore delle rocce. Lo sguardo però viene attratto da un eco mostro, una piscina ed un fabbricato ormai abbandonati  a picco sul mar, è l'ex villa Rivelli , pare costruita e sequestrata Provo a levare  dagli occhi quella immagine e scendiamo verso un fiordo magnifico dove, quando il mare è calmo, <attraverso  una scala scolpita nella roccia  si può fare il bagno" un angolo di laguna blu" oggi è impossibile... il mare urla e si schianta con onde altissime sulla scogliera fino a ricoprire di schiuma di almeno tre metri di altezza. Paola imperterrita scende, la fotografo con le braccia alzate, felice di quella emozione, il vento è fortissimo, le onde continue; risalgo avvertendo Paola che l'aspetto sul prato....pochi minuti ed eccola arrivare....fradicia un'onda l'ha presa in pieno ma l'unica cosa che riesce a chiedermi è " si è squagliato il rimmel"abbiamo riso per mezz'ora.


Le presto una maglietta ed un pareo, stende tutto al sole, non che faccia caldissimo, ma meglio che restare bagnata, anche le scarpe vanno al sole. Mangiamo al nostra pizza di scarolee ci stendiamo al sole nella vana speranza che qualcosa asciughi. Una mezz'ora e ripartiamo , Paola vestita per metà con le mie  cose e l'altra di panni  umidi  e andiamo verso il fortino del Pino. Percorriamo un prato ombreggiato da lecci e ricoperto di agavi e raggiungiamo il fortino attraverso un sentiero che pare si allunghi nel mare tra cespugli bassi di lentisco e fiori di ruta .dal fortino si vede finalmente   Punta Carena ed il faro che si staglia sulla scogliera flagellata dal mare. Il vento è fortissimo trovo un angolo tra due pareti diroccate del fortino che si affacciano sul mare, mi lascio trasportare dai pensieri e cerco di respirare tutta l'aria che mi circonda, il vento è assordante il rumore del mare pure cancella tutti i pensieri negativi, mi libera dalle ansie e dalle paure ...sono felice.... Facciamo tantissime fotografie in questo angolo di paradiso come a voler portare con noi questa magnifica immagine poi ci avviamo verso il faro. Attraversiamo ancora cespugli fioriti stavolta di violaciocche, i colori e gli odori ci stanno abbracciando.Ecco l'incrocio da un lato la carrabile fino al faro dall'altro la pineta ,chiaramente attraversiamo la pineta  accompagnati dall'odore dei pini e poi il fiordo di Punta Carena spettacolo di potenza della natura. Ed ecco la realtà...siamo in maggio .... lido attrezzato, baretti  e ristorante e pure un bel gigolò pronto all'uso" credevo fossero estinti" ma forse a Capri non ancora essendo l'emblema della  bella vita....del resto è  la meta ed il sogno di tutto il mondo. Tralasciamo il Gigolò e ci facciamo tentare da una birra fredda ,sedute vista mare
Momento meraviglioso prolungato da una distesa al sole sugli scogli e ci lasciamo trasportare dal caldo del sole.....
Il rientro verso Anacapri è allietato dall'autista dell'autobus che ci fa ascoltare i Deep Purple e Queens. Ad Anacapri decidiamo di prendere la  seggiovia fino al Solaro per un affacciata su Punta Campanella  e poi giu verso Capri a piedi  Un  giro a via Camerelle, solo guardare e non comprare, una foto ai faraglioni  da Tragara. Gelato nella migliore gelateria di Capri con cono croccante caldo appena sfornato e poi......e poi il ricordo di una bellissima giornata ,di una natura selvaggia e di una bella amicizia.

giovedì 3 maggio 2018

Sentiero degli Dei ,Positano ed Amalfi ....nel ponte del 1 maggio

Percorrere il sentiero degli Dei nel ponte del primo Maggio è in assoluto una follia e noi siamo pazzi. Due amici di Firenze con i quali ho condiviso Spaccamurgia nello scorso autunno e la Franchigena Toscana a Gennaio decidono per un fine settimana napoletano con tanto di trekking su quello che viene definito il più bel sentiero d'Italia "Il Sentiero degli dei "
Si aggregano anche due amici pugliesi anche loro protagonisti di Spaccamurgia , evento di Legambiente Putignano,lento camminare per la Puglia  che ha consentito  bellissime amicizie consolidate nel tempo. Tralascio chiaramente i giorni delle passeggiate napoletane e vi racconto della nostra escursione da collocare in passeggiata da turista medio o  trekkista della domenica. Appuntamento alle 7,30 in piazza Municipio, Roberto e Marco hanno il B&B a due passi , in macchina con me Eugenia e ci incontreremo con Raffaella e gli amici pugliesi all'uscita di Castellammare.
Insisto sull'orario è domenica ed è ponte immagino ci sarà l'infermo oltretutto Bomerano, attacco del sentiero, è un piccolo borgo con un unico parcheggio.Oggi sono io che farò da guida, conosco bene la zona ,più volte percorsa e poi sto facendo pratica per poter diventare a breve guida escursionista chiaramente dopo un regolare corso. Parcheggiamo negli ultimi posti macchina  rimasti e mentre sistemiamo zaini e quant'altro mi rendo conto che sta arrivando il mondo e credo che un 'altra parte di mondo sia già in cammino.Decidiamo di comprare un bel fiordilatte, prodotto locale, e di mangiarlo poi come merenda.
La prima parte attraversa il paesino e sale con un breve dislivello verso l'inizio del sentiero da dove su una tipica ceramica della costiera c'è la scritta. Oggi tutti in fila,, praticamente ci voleva il  numero di prenotazione  per fare una foto. Tra gruppi a singoli e coppie...  tempo di attesa mezz'ora. Riusciamo a fare la foto ma ci tocca condividerla  con una mezza dozzina di studenti infiltrati tra noi e anche loro in marcia sul sentiero ..Riprendendo il percorso cerchiamo di seminare i ragazzi  tutti chiaramente con le scarpe" all star" assolutamente non adatte,musica dei telefoni a palla e grandi cori di canzone napoletane neo melodiche " una tragedia"
Riusciamo a superarli  solo perchè si attardavano fra di loro altrimenti non ci saremmo mai riusciti data la differenza di età e di forze. La prima parte del percorso costeggia il lato di  Praiano, sotto di noi il fiordo ed il campanile che si staglia tra il verde del costone e l'azzurro del mare .Si cammina in fila indiana e  lentamente davanti a me orde di turisti . Ascolto i dialetti ,milanese,veneto e romano e poi l'accento della nostra provincia . Credo che sul sentiero ci fossimo praticamente come napoletani solo Raffaella io ed Eugenia.Il napoletano di città rifugge come la peste queste giornate. Comunque si cammina sotto un sole abbacinante con un caldo bestiale. Davanti a me Marco vestito come Filini  dei film di Fantozzi alla gite domenicali, bermuda calzettone e cappello larga tesa "uno spettacolo "ma è talmente una bella persona che non riesco nemmeno a prenderlo in giro. Roberto prova  a coprirsi per quanto può con un cappello ma ha il volto rosso e poi è in preda ad un raffreddore allergico che tanto basta, mi viene in mente quando l'ho conosciuto giusto un anno fa a  Spaccamurgia 02 anche allora aveva assunto una colorazione violacea, vorrei poter fare qualcosa ma contro le allergie c'è poco  Marisa e Carmine invece li vedo tranquilli gente del sud abituata al sole ed alla calura , idem Eugenia ed io ma vi assicuro che era veramente tosto.
Si cammina ma oggi non riesco a vivere l'emozione del luogo che credetemi è stupendo, manca il silenzio manca la concentrazione, una tribù di "sfasolati" in odore da picnic con scarpe e sandali improponibili continua ad avanzare lungo il sentiero. Non sono una snob assolutamente ma credo che il sentiero degli dei venga  sottovalutato si pensa sia una passeggiata e non è così , è sconnesso, una pietraia di sali scendi con tratti scivolosi , a destra il costone e sinistra il vuoto insomma andrebbe vietato alle persone non attrezzate.. Attraversiamo alcuni tratti di faggeta che ci danno refrigerio e poi ancora su e giù  verso Positano che in un caleidoscopio di colori si avvicina . Niente da fare è proprio un gioiello incastonato nel territorio e non c'è confusione che tenga "è bella e basta" Case dipinte con i colori del sole e del mare  si arrampicano sulla collina dalla quale noi stiamo arrivando. Poco distante in mezzo al mare gli isolotti dell Galli e davanti in un infinito di insenature Capri ed i suoi faraglioni "il sentiero più bello d'Italia". I miei amici Fiorentini mi prendono in giro dicendo che in fondo assomiglia all'isola d'Elba ma poi confermano che è bellissimo Piccata sul vivo mi riprometto di andare sull'isola d'Elba  L'ultimo tratto lo percorro  in compagnia di un signore del cai di Lucca che conviene con me che il sentiero non è per niente semplice. Ci fermiamo sul magnifico terrazzo che si affaccia sul mare ,c'è un bar che ci gratifica con granita di limone e premuta di arancia un toccasana per la fatica ed il caldo,. Restiamo seduti per un poco decidendo se ritornare indietro arrivati a Nocelle , classico percorso, oppure andare a Positano scendendo i 1700 scalini. Avverto i miei compagni di avventura che il ritorno con gli autobus sarà un vero inferno ma si decide per tentare la sorte ..io sono a loro completa disposizione l'ospitalità è questa e si scende. La piazzetta di Nocelle è praticamente sold out nemmeno posti in piedi.
Noi ci siamo riposati poco prima quindi ci dirigiamo verso le scale.Scendiamo tra giardini di limoni che negli squarci ci mostrano Positano in tutta la sua bellezza ed il mare con i colori dello smeraldo....Si scende allegramente, Raffaella conta i gradini saranno alla fine 1676 quindi tanti quanti ne dicono. Ad un tratto devo fermarmi mi tremano le gambe, la velocità e il movimento costante dello scendere hanno destabilizzato l'equilibrio  ma ce la posso fare, Roberto è invece un caterpillar non si ferma un attimo ormai stravolto dal caldo credo cerchi refrigerio, Marco invece rallenta il suo menisco urla...Giù ci aspettano Marisa Raffaella, Eugenia e Carmine. Percorriamo il tratto di strada statale che ci distanziava dall'ingresso a Positano in uno stato di calore da forno a microonde. All'ingresso della discesa una fila interminabile di umani accaldati in attesa dell'autobus che li avrebbe portati ad Amalfi  dove partono le corse per il resto dei paesini della costiera. Scendiamo insieme ad un lungo serpentone sudaticcio
I negozi di abiti e sandali sono soffocati dalla gente, niente da fare pensare di fermarsi a vedere qualcosa è un 'impresa titanica e poi sono in compagnia dei mie ragazzi fiorentini non posso massacrarli con i negozi sono già abbastanza stravolti. Arriviamo verso il mare riusciamo a trovare degli scalini all'ombra dove proviamo a mangiare il nostro fiordilatte. Definirci dei profughi è una  gentilezza, sporchi sudati seduti a terra e con la fetta di fiordilatte nelle mani che colava sugli scalini....ho reso l'idea? Eugenia si allontana e si stende al sole, farà anche il bagno.
Positano foto Web
Gli altri vanno in giro per negozi dopo che ci siamo accordati per un ritorno con il traghetto delle 15,30 che fa la spola da Positano ad Amalfi, sicuramente meno caotico dell'autobus, Faccio anche io un giro per negozi ed alla fine compro un paio di sandali supportata dal consiglio di Marco e Roberto, altrimenti detti Mario e Saverio del film" Non ci resta che piangere " con Massimo Troisi e Benigni. Arriviamo all'imbarcadero mezz'ora prima ma la fila è già allucinante.Credetemi ci hanno caricati tutti peggio che sui gommoni degli extraccomunitari.
Roberto trova un posto a prua per me e per lui e la traversata diventa piacevole il vento e l'aria fresca ci rimettono  in vita... Positano di allontana ed Amalfi si avvicina bellissimo. Sbarchiamo ad Amalfi e cerchiamo un qualsiasi mezzo di trasporto per Bomerano, il taxi chiede 100 euro chiaramente ne approfittano ma noi anche no. Ci coccoliamo però con  una delizia al limone della Pasticceria  Panza mangiata sugli scalini del magnifico duomo. Peccato che siamo talmente stanchi da non riuscire a salire e nemmeno ad apprezzare la bellezza del luogo .giusto mezz'ora di riposo e ci avviamo alla fermata un poco prima dell'ora prevista per la partenza dell'autobus e mi vien un colpo siamo almeno 100 persone se non di più . E' il panico mi vedo già pernottare sulla spiaggia, pensare di farla a piedi non è pensabile ci sono 16 km di statale in salita. ne abbiamo già fatti almeno 15 e siamo cotti dal sole che intanto è riemerso dalle nubi e ci sta flagellando ma siamo tutti decisi a non perdere la posizione.

Fortunatamente il comune di Amalfi mette a disposizione quattro autobus nel quale tra spintoni insulti e pestate di piedi riusciamo più o meno a salire tutti ,resta a terra uno sparuto gruppo che prenderà quello successivo ma noi siamo saliti Non sto a raccontarvi il resto ,arrivo a Bomerano, birra d'ordinanza e  cena  che preferiamo fare in zona per evitare almeno il traffico dei pendolari del rientro il tutto condito da stanchezza ma anche dall'immagine di questa nostra magnifica costiera. I mie amici dovranno tornare assolutamente,vorrei accompagnarli quando non ci sarà folla magari in un giorno d'autunno quando il mare diventa color dell'acciaio, vorrei farli passeggiare tra i giardini di limoni,l'azzurro del cielo ed il verde del mare accompagnati dai profumi della nostra costa in quello che è il più bel sentiero d'Italia.