Lasciamo Spoleto non senza girarmi leggermente per dare un ultimo sguardo alla rocca e poi via direzione Cascia. Ci sono da percorrere circa 50 Km e mi illudo che la strada sia semplice, niente di più sbagliato. L'insistenza del mio compagno nel volere andare a Cascia era si dettata da una visita al santuario della santa di cui porto il nome ma sopratutto dal tipo di strada perfetta per i motociclisti. Nell'imboccare la strada statale mi accorgo che in senso inverso ne scendono parecchi ed immagino che la strada più avanti debba essere particolarmente divertente per curve e varie "è così" una serie interminabile di curve ci accompagna. Attraversiamo gran parte della Valnerina costeggiando il fiume nera tra colline gialle di ginestre; il paesaggio è bellissimo ed anche profumatissimo, alzo la visiera per sentire meglio il profumo riuscendo quasi a dimenticare che erano ormai 40 minuti che non facevamo altro che curvare.
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Panorama della Valnerina fonte Internet |
Arriviamo a Cascia e siamo chiaramente costretti a parcheggiare nella zona a valle del santuario; sono le 15 e fortunatamente ci sono poche macchine e sopratutto pochi pulman turistici. In fondo è un luogo di pellegrinaggio quindi non possiamo pretendere altro che quello che vediamo e me ne dispiace. Soliti negozietti uno in fila all'altro con statuine a sfondo religioso con tanto di santi in trasferta: San Gennari in fila vicino a Santa Rita e Santa Rosalia insieme a Sant'Antonio e chi più ne vuole più ne metta.Sono credente e cattolica, sicuramente poco praticante, ma queste manifestazioni mi lasciano un pò di amaro, preferirei un tantino più di sacralità. Arrivando dal basso il paesino sarebbe anche molto grazioso ma tra il mega parcheggio e le scale mobili che partono verso l'alto la sensazione di disagio si amplia .Lasciamo la moto ed i caschi speranzosi che in un luogo del genere i furti siano da escludere e ci appropinquiamo alla salita. A quel punto benedico le scale mobili senza di quelle sarebbe veramente faticoso e forse impossibile per le migliaia di persone tra cui anziani ed handicappati che tutti i giorni dell'anno vanno a pregare la Santa .Lungo il percorso avverto ogni tanto il profumo delle rose che è tipico di Cascia,già mi era successo di avvertire queste ondate di profumo la volta in cui ci ero stata con mia madre, il mio compagno lo ha avvertito solo per un attimo; ma non c'è nessuna situazione particolare o miracolosa il tutto è dovuto al roseto di Santa Rita veramente notevole
Entriamo nel Santuario per una preghiera e mi emoziono, mi commuove sempre passare davanti alla teca con i resti della Santa. Lasciamo la zona del santuario avviandoci verso il parcheggio commentando che in fondo Cascia non è paesaggisticamente nulla di particolare sicuramente la meno bella delle cittadine dell'Umbria. La suggestione del santuario ne fa meta turistico e religiosa.
Ritroviamo moto e caschi e ripartiamo velocemente siamo oltretutto particolarmente stanchi e tra me e me penso che dovremmo iniziare a programmare le nostre passeggiate con qualche chilometro in meno...... l'età incombe.....
Ci dirigiamo verso Leonessa ma chiaramente sbagliamo strada e finiamo ad Onelli un ridente paesino della Valnerina con 4 case e nemmeno la strada... torniamo indietro e finalmente becchiamo la giusta direzione lasciando la Valnerina ed inoltrandoci verso i paesi del Velino. Incrociamo decine di motociclisti in senso contrario che ci salutano, c'è un codice fra di loro per cui quando ci si incontra alzano leggermente una mano in segno si saluto.Non sto a farvi il resoconto delle curve che abbiamo affrontato fino a Leonessa e poi quelle verso Posta per concludere con i tornanti verso Antrodoco dove ci siamo fermati un attimo a riprendere fiato
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Le gole di Antodroco |
Sono scesa dalla moto che avevo il sedere piatto e le gambe anchilosate dallo sforzo di non finirgli addosso schiacciandogli i gioielli di famiglia nelle curve in discesa. Facciamo tre passi per sgranchirci mangiando un ottimo gelato in un bar praticamente sperduto tra le gole Mancano ancora 100 km a casa, siamo a metà strada sia da Rieti che da L'aquila. Il mio compagno decide di andare per l'Aquila prendendo l'autostrada a Torninparte. Io non conosco la zona so solo che vedevo l'autostrada corrermi al fianco e non raggiungerla mai mentre la moto continuava a piegarsi a destra ed a sinistra in curve senza fine a qual punto ridevo come una deficiente
"una risata isterica chiaramente"
Comunque in una mezz'ora siamo arrivati a casa leggermente distrutti confermando quanto avevo pensato "qualche chilometro in meno e le nostre passeggiate saranno perfette"
Oggi abbiamo percorso 395 chilometri attraversando colline e paesaggi bellissimi, attraversando la storia e la natura e nulla da eccepire la nostra Italia è uno spettacolo a cielo aperto
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Il Velino |
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