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Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

domenica 16 agosto 2020

Basilicata scendendo tra le acque del fiume Mercure immersi nella natura

Anche oggi resterò fra le acque del fiume Mercure, in questa vacanza a Viggianello ci siamo  affidata alle mani esperte dei ragazzi di Infopollino prenotando tutte le escursioni acquatiche e.. non.. in programma.

Oggi "River Tubing" navigando sulle fiume Mercure a bordo delle mega  ciambelle monoposto. Simonetta è alquanto preoccupata e sinceramente anche io ma i bambini presenti all'escursione ci metteranno coraggio e poi.....non possiamo tirarci indietro. Alla fine delle giornate diventeremo l'esempio della volontà e della forza delle persone di mezza età....Indossiamo le  mute aderentissime,giubbino salvagente e caschetto ....perfetto omino michelin..evito foto in primo piano come la peste.

Ci raggruppiano in un anfratto del fiume per il breafing e le norme da rispettare per evitare di ribaltare facendoci male.Scendiamo in acqua uno per volta  seduti sulle ciambelle e con l'aiuto delle guide, partono per primi i bambini... noi subito dopo...emozionante il primo impatto con il fiume. La corrente mi trascina immediatamente ,provo ad usare i remi...sono assolutamente incapace..continuo a girare su me stessa, le piccole rapide danno velocità alla ciambella, faccio uno sforzo incredibile cercando di mantenere una improbabile linearità nella discesa. Il fiume si restringe ed incrociamo il gruppo di acquatrekking  che sta risalendo il fiume. Sabato ci saremo anche noi,non possiamo assolutamente esimerci da affrontare anche questa esperienza che risulterà tra le più divertenti. Sette chilometri nell'acqua a volte alta , camminando sulle rocce, scavalcando tronchi e contrastando la corrente vertiginosa .Nel frattempo il fiume diventa più impetuoso,in un anfratto due ciambelle con i bambini si incastrano, non riesco ad evitarli,mi spingo con il bacino verso la parete..punto i piedi sbagliando, mi sbilancio e vado sotto...mi prende il panico.La corrente è fortissima, faccio uno sforzo sovrumano per contrastarla, la raccomandazione è quella di alzarsi velocemente e tirare la ciambella verso la riva....ci riesco ma non prima di aver bevuto una bella sorsata di acqua ed essermi procurata sulla coscia un bel livido violaceo, la nostra guida  si ferma immediatamente alla mia richiesta di aiuto ma si rende conto anche che sono in piedi . alza il remo e si riparte .

Mi batte il cuore a mille ma imperterrita riprendo a scendere, decido di lasciarmi trasportare sulle  piccole rapide e dalla corrente..è bellissimo mi sembra di tornare indietro nel tempo quando si andava al parco giochi.  Paola e Simonetta si stanno divertendo quanto e più di me ....magnifica esperienza....la porteremo con noi. La prima parte dell'escursione termina su di una piccola spiaggetta,tiriamo le ciambella all'asciutto e come sempre ci vengono offerti tarallucci e vino con il quale brinderemo alla magnifica esperienza ed alle guide. Noi continuiamo.

Risaliamo sui canotti ed assistite da ben due guide ri prendiamo la discesa. Il fiume si allarga e la corrente diventa meno impetuosa riesco anche a usare i remi,ringrazio mentalmente il mio allenatore di pilates per la forza che ho nelle braccia ..remare è parecchio faticoso ed in particolare in acque non propriamente calme. Gli alberi si diradano lasciando che il sole crei giochi di luce tra le foglie e sull'acqua...sembra di navigare fra le stelle... è bellissimo.... anche se sono fradicia, oltretutto la temperatura del fiume non è propriamente piacevole. I ragazzi che ci accompagnano tra risate e battute ci dedicano un servizio fotografico. Ancora qualche bracciata e....purtroppo l'escursione termina Rientriamo per lasciare l'attrezzatura e rivestirci, ci tratteniamo a chiacchierare con i ragazzi commentando la piacevole esperienza ...siamo già praticamente di casa...Oggi torniamo a pranzo alla locanda , il nostro chef ci ha riservato un pranzo leggero e genuino, verdure un pezzetto di formaggio e qualche bruschetta ..buonissimo. 

Acquatrekking

Riposino pomeridiano poi verso il Pollino per una prima ispezione ma questo ve lo racconto poi......

venerdì 14 agosto 2020

Basilicata immersi nella natura tra acque, pini loricati e cibo genuino


Viggianello 

Quest'anno ho deciso di trascorrere la  mia settimana di montagna nel nostro sud. Ho scelto la Basilicata ed il Pollino, nel mio cuore dai tempi del film Basilicata coast to coast. Prenoto, consigliata da un amico alla locanda San Francesco un delizioso hotel a Viggianello, borgo arroccato alle porte del massiccio,mai scelta fu più azzeccata, disponibilità, cortesia , localizzazione ed ottimo cibo in un connubio perfetto .

Mi accompagnano Paola e Simonetta entrambe compagnie di escursioni romane e con le quali ho immediatamente stabilito un feeling magnifico,confermato da questa vacanza.Le stanze sono ampie e fresche, le finestre si aprono sui monti,abbiamo lasciato temperature di oltre 30 gradi e non può che essere perfetto.     

Pranzo leggero e  riposino pomeridiano...poi andiamo ad informarci al centro escursioni" InfoPollino" poco distante dalla locanda. Ci affideremo alle loro guide per tutta la settimana,  grandi professionisti per organizzazione, percorsi in acqua ed escursioni "il top". Impegniamo il resto del pomeriggio per una passeggiata alla scoperta del borgo di Viggianello con assaggio di prodotti tipici alle bancarelle in piazza.



La prima cena è di altissimo livello gastronomico, prodotti a chilometro zero

pasta fatta in casa, funghi, contorni di verdure e carne squisita ,vedo dura la possibilità di lasciare invariato il mio peso corporeo, ma sono in vacanza e non mi importa tornerò poi alle mie insalate. Come al solito mi sveglio prestissimo e fortunatamente Vincenzo è già all'opera ,mi prepara il caffè  che diventerà una bella consuetudine mattutina accompagnata da chiacchiere sulla musica e sui nostri autori preferiti. Magnifica colazione con torte fatte in casa e via per l'acquatrek canoying" il più impegnativo, ci accompagnerà Gigi. Indossiamo delle salopette di gomma con stivali incorporati, ci proteggeranno dal freddo del fiume ed anche da qualche bottarella sulle rocce 

Risaliamo il torrente Mauro scavalcando rocce,camminando controcorrente ed arrampicandoci su brevi cascate...Gigi ci mostra come salire in sicurezza, una mano da un lato, l'altra sulla roccia di fronte  facendo presa in una rientranza, piedi in arrampicata a destra e poi sinistra.. mai dove non c'è acqua.. si scivolerebbe. Mi sale un pizzico di adrenalina,l'altezza è praticamente irrisoria ma...sapete com'è... c'è sempre paura di cadere ed io ho una certa.....Il percorso è sostanzialmente breve ma sull'ultima arrampicata più alta e complicata per prese e discesa d'acqua ci viene sconsigliata. Gigi ci verrà a prendere in discesa ..accetto senza insistere ma vedo Paola indecisa e forse un poco delusa, con compagne di avventura più intraprendenti avrebbe provato ma alla fine resta con noi e ci godiamo  il suono dell'acqua, la vegetazione e l'aria fresca. Ci raggiunge il resto del gruppo in meno di mezz'ora e rientriamo mentre in lontananza si scatenano lampi e tuoni...ma non rinunciamo a tarallucci e vino offerti dalla nostra guida. Pomeriggio a passeggio per il borgo con visita al castello. Siamo accolte dal gestore ,ora è un 'hotel,che ci accompagna in una interessante visita guidata. Dal bellissimo terrazzo si ammirano i tetti del borgo ed il panorama dei monti del Pollino,fino alla cima del  Dolcedorme.Rientriamo per la cena, un tramonto di fuoco ci accompagna verso la locanda. 

Come al solito cibo squisito, nel ristorante siamo in pochi, cambierà tutto da li a pochi giorni" la famigerata settimana di ferragosto" Ci coccolano per tutta la sera con cibo e prelibatezze. Ci tratteniamo a chiacchierare con Vincenzo, simpaticissimo collaboratore e cugino del proprietario sorseggiando un delizioso amaro locale...serenità.....to be continued..

martedì 7 luglio 2020

Castelluccio di Norcia e le terre mutate ..Pennellate di Emozione

Foto Daniela Baudanza
Fine settimana  con il Cai, di cui sono socia da diversi anni. Tre giorni organizzati tra la fioritura di Castelluccio,le Cascate delle Marmore ed una escursione sul Monte Vettore di cui ho letto dai post dei mie amici romani. All'ultimo momento l'organizzazione delle giornate,causa cattive condizioni atmosferiche,cambia ed il Vettore si programma per la Domenica senza pioggia .Non credo di farcela... sopportare cinque ore di macchina dopo l'escursione non credo di poterlo fare. Fortunatamente la nuova amica che si è anche offerta di darmi un passaggio mi propone una una diversificazione delle giornate,raggiungendo gli altri a cena. 

Partenza in orario umano , ci incontriamo sulla tangenziale , presentazioni e via ..qualche chiacchiera e mi rendo conto che  viaggiamo più o meno sulle stessa lunghezza d'onda. Il viaggio è sicuramente lungo, prendiamo la superstrada Cassino Avezzano che taglia l'appennino dal tirreno all'adriatico per uscire poi all'Aquila e proseguire verso l'Umbria. 

E' un percorso che conosco bene per trascorsi sentimentali, ma questa è un'altra storia, procediamo spedite fino a inoltrarci tra le strade che attraversano i Monti della Laga. Ci fermiamo in un ristorante spartano di quelli frequentati la camionisti e da lavoratori che  cercano il buon cibo genuino ed abbondante  e vi confermo che è stata dura spiegare che volevamo giusto una cosina


Alla fine però non mi sono privata di un assaggio di coratella, un cucchiaio di lenticchie con salsicce e fagioli con cotiche e per concludere gli antipasti un tantinello di trippa...finale in crescendo con " tonnarelli alla amatriciana" quella vera, conto dieci euro. e sto.. . Riprendiamo il viaggio attraversando tutti i paesi distrutti dal terremoto del 2016...Amatrice, Accumuli, Pescara del Tronto e decine e decine di piccoli nuclei abitativi. Non c'è più nulla, le case lungo la strada non hanno mura, sono implose, i tetti praticamente a livello del terreno, la sensazione è quella  di spiare nella vita della gente, le mura crollate mettono in luce la vita di chi le abitava ,un quadro, una credenza dalle ante sbilenche ,un lavandino pieno di detriti, una finestra nella quale solo da un lato una tenda svolazza. E' talmente duro, è talmente triste da sembrare osceno...è come violare  la loro intimità. 



Mi prende la malinconia guardando le piccole abitazioni di legno dove ora vivono, ci sono fiori alle finestre ......e piante davanti alle case.....Ci inoltriamo tra le montagne , le attraversiamo mentre nuvoloni neri si addensano sulle cime. Ci fermiamo per una foto ma il vento è fortissimo e  ripartiamo. Attraversiamo uno spiazzo dove già si accentrano diverse macchine attirate dalle bancarelli che vendono lenticchie e prodotti tipici ma non siamo ancora arrivate. Scavalchiamo il valico e un'immagine spettacolare si presenta ai nostri occhi" mi emoziono profondamente"la piana sotto di noi è una sequenza di pennellate di viola,rosso e  giallo che si susseguono in un'alternanza cromatica  incantevole, è come se stessi attraversando un quadro di un pittore dell'impressionismo, la mia compagna di viaggio suggerisce che sembra un i Monet, ma direi anche in un paesaggio di Van Gogh. Ci fermiamo ad ogni piccolo spiazzo che ci consente di fotografare "vorrei bloccare l'emozione" ogni angolatura mi sembra la più bella,la più nuova , ogni sprazzo di luce ci  mostra la piana diversa e spettacolare. L'emozione oggi non ha voce, l'emozione oggi e solo colori. Scendiamo... è solo venerdì e c'è già parecchia gente, alcuni gruppi invadono i campi dove in bella mostra ci sono i cartelli dei divieti.....niente da fare la gente è incivile, chiaramente nessuno porta la mascherina neanche per sbaglio sul braccio pronta all'uso,domani e dopo ci sarà questo mondo e quell'altro... noi andremo altrove. Ho letto nei  giorni precedenti di gruppi escursionistici di Roma e Napoli che avevano programmato l'escursione e tantissimi amici hanno pubblicato foto e commenti.Lasciamo la macchina all'imbocco di un piccolo sentiero che sale verso il borgo di Castelluccio nel frattempo nuvole nere si stanno addensando sulla piana ed i tuoni si susseguivano senza soluzione di continuità Arriviamo in paese che praticamente piove...cerchiamo rifugio in un bar.

 Mi guardo intorno...i locali sono tutti in strutture provvisorie,il borgo è chiuso, le case puntellate e ancora tante macerie. Prendiamo una birra mentre fuori si scatena un acquazzone di quelli giusti. Compriamo entrambe un pò di lenticchie e del farro..sono buonissime le ho già mangiate, l'economia del luogo va aiutata. Nel frattempo continua a piovere e noi abbiamo la macchina parecchio più giù...facciamo l'autostop. Un gentilissimo signore del luogo,proprietario di un ristorante,con una improbabile jeep ci accoglie e ci porta fino alla macchina....scendiamo ringraziandolo...e dimentico il sacchetto con tutte le lenticchie comprate, per dovere di cronaca le ho recuperate,ora andiamo in hotel  e dobbiamo percorrere ancora un poco di chilometri...guardo fuori... un magnifico arcobaleno fa da corolla ai prati fioriti. 








mercoledì 10 giugno 2020

Verde Irpinia ed il sussurro dell'acqua

Effettivamente da quando abbiamo riconquistato la libertà  non mi sono fermata una domenica e sinceramente non ne ho nessuna intenzione. Il tempo è bello , le giornate sono lunghe e stiamo vivendo un inizio d'estate con temperature gradevoli. La mia indole mi porta  a patire profondamente la mancanza di movimento e la libertà. Ho visto passare la primavera dalla mia finestra con le sue fioriture, le giornate che si allungavano,l'aria che di scaldava ..ora ci vogliono la catene per farmi stare a casa.
Questa domenica esco con Terre di Mezzo, gruppo Irpino con il quale ho condiviso alcune belle escursioni e l'ultimo fine settimana di libertà prima della quarantena... in Molise di cui ho raccontato tra i miei diari.
Condivido il passaggio con Tiziana , compagna di diverse avventure con questo gruppo. L'appuntamente è a Montella, ci incontriamo in una zona ampia e spaziosa per affrontare tutte le disposizioni burocratiche e di sicurezza di questo momento storico. Rivedo con piacere Andrea e Gerardo guide e responsabili di Terre di Mezzo. La preparazione è certosina , documentazione, misurazione della febbre, gel disinfettante e distribuzione della marenda, rigorosamente sotto vuoto e divisa per persone. 
Mi chiedo se tutto questo finirà mai, se questa situazione potrà un giorno essere solo un ricordo lontano, se riusciremo a vivere di nuovo senza questa paura. A volte riesco a dimenticare, forse a casa mia , tra le mie sicurezze... vado... esco sono attenta , rispetto o almeno provo a  rispettare le regole, combatto la voglia di chiudermi nelle mie sicurezze...ma anelo il momento in cui tutto sarà come prima. 
Riprendiamo le auto per dirigerci all'imbocco del sentiero. Ci dividiamo in due gruppi, come da regole di distanziamento e leviamo le mascherine, non è possibile camminare con la bocca ed il naso chiusi, cercheremo di non parlarci addosso , ma ci viene raccomandato di indossarle quando ci fermeremo lungo il percorso nei momenti di spiegazione. Sono indubbiamente dei professionisti, lo erano prima lo sono ora, nulla è lasciato al caso.Imbocchiamo il sentiero che ci porterà all'interno del Vallone Scorzella che corre per un primo tratto lungo il fiume Calore che nasce dai Picentini.Un primo veloce tratto e ci ritroviamo alla cascata del fascio, nata da un bacino artificiale e fatta costruire in quell'epoca insieme al ponte che la sovrasta" di chiara fattura" In questo punto si interseca il torrente Scorzella che si immette nel fiume Calore e va ad alimentare  l'acquedotto pugliese con la famosa acqua di Serino che arriva fino a Napoli.Noi saliremo verso alcuni tornanti che attraversando il bosco di faggi ci porteranno fino alle sorgenti 
Qualche anno fa partecipai, con Terre di Mezzo, al percorso fluviale,sbagliai scarpe indossando quelle da scoglio, Gerardo al telefono mi aveva avvertito di usare delle vecchie scarpe da ginnastica, ...mai errore fu più grande, le piante dei piedi massacrate , ho avuto lividi per settimane e per giunta , anche se era il mese di Agosto faceva freddo e l'acqua del fiume ...gelida....Va beh oggi andiamo per sentieri. Attraversiamo un magnifico bosco di faggi, le foglie creano rifrangenze con i raggi del sole, l'ambiente è umido, ha piovuto qualche giorno prima e si creano sfumature di verde intenso, ai lati del sentiero una continua fioritura di orchidee selvatiche, sono bellissime, colorate, creano grappoli violacei con la tipica forma del fiore, fragoline di bosco fanno capolino tra le foglie.

Il profumo di bosco. Il rumore dei nostri passi tra le foglie si confonde con il suono del'acqua che scorre....pace.... In una pausa Andrea c racconta che con un poco di fortuna si potrebbe vedere una delle poche aquile ancora in zona ma chiaramente sarebbe una fortuna.Mi affianco durante al percorso con Simona simpatica nuova conoscenza ,è indubbio che le persone che hanno feeling tendono poi a camminare insieme.Il sentiero è stretto e quindi mai come oggi riusciamo a mantenere le distanze non senza ascoltare due ragazzi dietro di me che fanno il resoconto di tutti i sentieri della campania .....che per giunta ho percorso non so quante volte... Il cammino è piacevole, fresco e rilassante, lento, quello dei viandanti, quello che piace a me . .
Mi attardo a fare foto, voglio godermi questa passeggiata, i colori , il suono dell'acqua e la sensazione di benessere che mi sta avvolgendo. Scendiamo verso il fiume  la corrente crea piccoli vortici fra le pietre , l'acqua è trasparente...che pace...attraversiamo un 'altro ponte, non ha protezione camminiamo con calma e seguiti dalle nostre guide, un 'altro tratto in discesa e siamo sul fiume, bisogna guadare ...ora non pensate che il tratto sia roba da film, un brevissimo tratto ,...ma riesce a fare cadere un compagno non propriamente attento. Arriviamo su una spianata ombreggiata alla confluenza di due tratti del fiume, la zona è ombreggiata, fin troppo non fa propriamente caldo,ma il posto è bellissimo,siamo immersi nel verde accompagnati dal sussurro dell'acqua come nella descrizione  della nostra escursione.

 Poggiamo zaini e bastoncini, sempre utili,cambio la maglietta, sono come al solito sudata e metto una felpa , l'umidità ci avvolge come il verde...Tiriamo fuori le nostre merende, formaggio podolico e salumi assolutamente genuini , un buon bicchiere di rosso rigorosamente imbottigliato per evitare contaminazioni. Ci tratteniamo tutto il tempo necessario per fare foro , rilassarci e goderci il posto. Gerardo accende anche il fuoco....ma purtroppo il provolone impiccato non ci sarà"maledetto covid" Ma la foto di gruppo ci sta tutta e pure quelle dei nostri sorrisi che rispecchiano la serenità di questa giornata.Si riparte, si torna con una piccola deviazione in un sentiero magnificamente fiorito tra ginestre e orchidee. Siamo al fontanile che segna l'ingresso e la fine del sentiero, ci salutiamo.....Grazie Andrea, grazie a Gerardo e di Terre di Mezzo ancora una magnifica  magnifica giornata e.....si sono pure rispettate tutte le regole 

venerdì 5 giugno 2020

Punta Licosa...il canto della sirena

Ricomincio a scrivere..o meglio a trasferire su carta le emozioni dei miei passi. Sono passati tre mesi dal mio ultimo racconto,tre mesi durissimi.. per me e per tutti.Tre mesi che ci hanno costretti ad una innaturale immobilità, nei quali mi sono sentita  rubare il tempo, nei quali ho imparato a vivere ora per ora, giorno per giorno con paura ma anche con speranza. Il tempo è passato,mi sono adattata,fondamentalmente l'essere umano ha grandi capacità  ma non riuscivo a pensare al futuro, non sono riuscita ad organizzare il poi.... mi sono fermata come sospesa ma forse...sta iniziando a passare.
Stamattina,con alcuni dei mie vecchi compagni di escursione e con le dovute precauzioni, mascherina e distanziamento, siamo partiti verso la costa degli alberi danzanti, dove la pineta si piega verso la terra per il vento che soffia forte dal mare creando un paesaggio unico...andiamo nella magnifica costa del Cilento a Punta Licosa dove le sirene tentarono Ulisse.Il sentiero è sostanzialmente facile, nessun dislivello e pochi chilometri in andata e ritorno,una passeggiata e va benissimo anche perchè sono reduce da un trekking sui lattari di 23 km con continui dislivelli che hanno messo a dura prova i miei piedi costretti negli scarponcini dopo mesi di immobilità e non mi venite a raccontare che le scarpe tecniche sono comode"non lo sono" Partenza da San Marco di Castellabate, amena cittadina a due passi dalla più famosa Castellabate del film "Benvenuti al Sud"
E' una bellissima giornata di sole e non c'è tanto caldo situazione ideale per una magnifica escursione.
Scendiamo verso la marina,il mare smeraldo è increspato da minuscole onde create dal vento, che sembrano un fine merletto. E' ancora presto e per strada c'è pochissima gente ma potrebbe sembrare tutto normale se non fosse per l'albergo completamente chiuso. Tavoli, sedie e lettini da sole.. tutto accantonato in un angolo della veranda, il terrazzo vuoto,non una pianta, non un fiore "Il maledetto covid mi sbatte in faccia violento" 
Lasciamo il porto e ci avviamo verso il sentiero, la prima parte costeggia il piccolo promontorio, tra i rami degli alberi si aprono scorci su un mare smeraldo, cespugli di mirto e ginestre ci accompagnano nel cammino, il profumo è inebriante.Attraversiamo un minuscolo borgo, le case sono tutte adornate, vasi di gerani, bouganville rampicanti, cespugli di rose  ed un arco di gelsomino ci avvolgono con il loro profumo ed i loro colori. dopo essere rimasta chiusa in casa per tanto tempo sembra che mi sia scoppiata addosso la primavere ..finalmente ..
Non corriamo il nostro passo è lento,cadenzato  stiamo bene,siamo contenti, siamo liberi.Una mezz'ora di cammino e gli alberi si diradano lasciando vedere in lontananza l'isolotto di Licosa ed il suo faro, adoro i fari, quest'anno non ci fosse stato il virus avevo in programma appunto il trekking sui fari della galizia...e va beh..Ancora qualche centinaio di metri e siamo sul molo, è passato qualche anno da quando ho percorso questo sentiero all'incontrario con una guida e non ricordo il passaggio. Rocce , qualche scoglio e il mare sotto costa ci sconsigliano di proseguire su quel tratto che faremo però tranquillamente al ritorno risparmiandoci un tratto di strada asfaltata. Un signore del luogo ci indica la strada per scavallare e arrivare alla pineta.Adesso fa caldo, ci sono molte macchine in entrambi i sensi, Uuica nota positiva le masserie ai lati della strada , ben tenure,ricche di ulivi e vitigni ben curati. Fortunatamente riusciamo in breve a trovare l'ingresso della pineta , in lontananza si vede il mare ...ci siamo...
Anche questa volta lo spettacolo della costa sferzata dal vento è emozionante, le rocce acuminate scendono nel mare come in difesa dell'isola, casa della sirena Leucosia. I pini marittimi sono piegati verso la terra in una danza scomposta e affascinante. Il profumo della resina è fortissimo, si mischia a quello della salsedine. Ci fermiamo sul primo promontorio rivolti verso il mare aperto,ci prendiamo la mano, la sensazione è inebriante, mi viene spontaneo ringraziare Dio per averci ridato un poco di libertà e prego perchè tutto finisca definitivamente. Andiamo avanti attraverso la costa e rientrando in pineta nei tratti troppo esposti. Sono tutti entusiasti ed io di più avendo consigliato il posto.Camminiamo sulle centinaia di pigne cadute dagli alberi e lo scricchiolio degli aghi calpestati. Cerchiamo una caletta dove sistemarci, nella prima ci sono un paio di coppie...praticamente una folla... siamo alla ricerca di  qualcosa di speciale oggi...e la troviamo.
Una caletta di sassi con una discesa nel mare più o meno semplice, una baracchella e la barca di un pescatore "un quadro di Van Gogh". Ci sistemiamo, solo Paki  fa il bagno , sinceramente la temperatura non invita e neanche il mare che è freddissimo ma stesi al sole è fantastico. Vincenzo tira fuori una bottiglia di rosso pugliese che accompagnerà i nostri panini e le piacevoli chiacchiere Ci diamo un tempo per il ritorno, un tempo lungo, ci vogliamo godere il luogo. Mi sistemo sotto un pino, il sole scalda ma non è diretto, poggio la schiena sul tronco, i pensieri si annullano, c'è solo il profumo dei pini ed il suono del mare.......Non mi serve altro.....

domenica 1 marzo 2020

Borghi Molisani..Un fine settimana tra natura, cibo, storia e leggende " Domenica"

La mia sveglia biologica suona sempre alla stessa ora che sia andata a dormire alle ventuno oppure a mezzanotte.Mi alzo dolorante, il materasso si è rivelato leggermente scomodo ma la stanza è rimasta calda tutta la notte, per giunta nessun problema digestivo dovuto alla pantagruelica mangiata di ieri sera, conferma della genuinità dei prodotti. Faccio il caffè e guardo fuori, il cielo si sta schiarendo. Metto scarpe e cappotto sul pigiama ed esco.
I soliti tre passi e mi ritrovo sulla strada che costeggia il borgo, il sole sta sorgendo lentamente dalle montagne del Matese, cammino nel silenzio totale, mi siedo sulla solita panchina e aspetto che salga. Le campane iniziano a suonare e anche stamattina mi avvolge quel senso di serenità che amo e che cerco, smetto immediatamente di pensare e resto così con la testa vuota e piena di niente ..ma è niente carico di ricchezza.

Rientro ed in perfetto coordinamento con la  mia compagna di stanza provvediamo a prepararci e sistemare lo zaino. La colazione è in una sala comune tra le casette assegnateci. Gerardo e Andrea ci aspettano al bus, carichiamo i bagagli e si parte verso il borgo abbandonato di Rocchetta vecchia. Passiamo per il Lago di San Vincenzo e nei pressi delle fonti della omonima acqua e parcheggiamo sotto il vecchio borgo. Saliamo fra i vicoli e le case abbandonate mentre Andrea  Gerardo ci parlano di questa zona del Volturno dislocata sotto le Mainarde , terra di guerra ,di natura ancora libera e di amore...ci  raccontano la storia del Pittore Charles Moulin che scelse che decise di vivere  per oltre quarant'anni in questa terra incantato dalla luce e dalla natura incontaminata.
Lasciamo Rocchetta vecchia per scendere nella zona  ricostruita dopo il cedimento del costone dove sorgeva il vecchio borgo. Come tutti gli insediamenti relativamente nuovi..non c'è storia, un corso contornato di orrendi palazzotti a tre piani , quattro negozi in croce e due bar dove soggiornano i vecchi del paese. Unica attrattiva del luogo "Il museo internazionale delle Guerre Mondiali" istituito solo nel 2010 con il supporto dell'Istituto Italiano per la storia del Risorgimento e patrocinato dall'università degli studi del Molise. L'esposizione è veramente notevolissima, reperti originali dalle divise alle armi di tutte e due le guerre,diverse sale dedicate agli eserciti ed infine uno spazio esterno dove facevano bella mostra un aereo, carri armati e le jeep tra cui la famosa campagnola che ho guidato per un paio di anni essendo l'auto con cui andavamo in giro con il mio compagno dell'epoca.
Ho trovato particolarmente interessante la visita essendo un'appassionata di storia,mi affascina ascoltare le vicende dei popoli d' Italia, della forza con cui hanno combattuto e reagito alle dure rappresaglie ed alle violenze dei tedeschi e degli stessi alleati. Un esempio fra tutti  il film "la Ciociara" che mostrò la realtà feroce di quei momenti. Rientriamo a Scapoli dove ci aspetta Elisabetta la proprietaria del BB per farci assaggiare i ravioli scapolesi  tipico prodotto del territorio e protagonista di una sagra che abitualmente si tiene in questi giorni ma che purtroppo è stata annullata per problemi organizzativi. I ravioli sono grandi quanto una mano e ripieni di patate,bietola e carne ....squisiti  forse è poco. Andrea e Gerardo ci aspettano al bus carichiamo bagagli e quant'altro e ci dirigiamo verso Castelnuovo al Volturno per assistere all'antichissimo rito dell'uomo cervo"Ci Cerv" che viene recitato nell'ultima domenica di carnevale dopo il tramonto.

L'evento  rappresenta il rito primordiale del Carnevale e l'antichissimo mito dionisiaco nel quale il passaggio dall'inverno alla primavera è simboleggiato in maniera cruenta con la morte sacrificale del cervo, ma  anche la violenza selvaggia della natura che spesso travolge. Arriviamo a Castelnuovo che le macchine sono già parcheggiate a due chilometri dal paese, la vedo dura ..Andrea ci suggerisce di trovarci un posticino da dove poter assistere alla rappresentazione, la piazza si affollerà oltre ogni possibile limite e sarebbe un peccato non vedere bene
Purtroppo sono solo le tre e dovremo aspettare almeno tre ore prima che si inizi. Cerco posto su di una panchina che mi permetterà eventualmente di salire in piedi e sopratutto che sia riparata dal vento gelido che sta soffiando. Nell'attesa chiacchiero,come sempre, con un gruppo Cai di Frosinone reduce dalla dura salita sul Monte Marrone ..il freddo mi sta prendendo ....ho il cappello fortunatamente, ma rimpiango i guanti...All'improvviso un gruppo canoro abruzzese intona canti della montagna...mi prende lo sconforto...abbiamo aspettato troppo ma dopo più di mezz'ora  con il vento freddo che scende dai vicoli arrivano le janare, le streghe, che ballano accompagnate da una musica cadenzata e dal suono delle zampogne e poi arriva il Cervo e la Cerva che con i loro bramite intonano un canto di dolore e di rabbia intrecciando la loro danza con altre figure presenti da sempre "Martino e la Popolana" E poi inizia l'inseguimento,la cattura e l'uccisione da parte del cacciatore ... silenzio il pubblico non fa un fiato completamente rapiti dal rito emozionale...e poi il cervo risorge  come la primavera e la natura che torna a nuova via e fugge via verso la montagna mentre il grande falò si incendia tra mille lingue di fuoco......bellissimo......valeva l'attesa,il freddo e la posizione scomoda praticamente arrampicata sulla panchina. 

Riprendiamo la piazza tagliando la folla. Ci aspettano per la polenta con salsicce ed a completamento della già perfetta organizzazione dei ragazzi di Terre di Mezzo già con i ticket per ritirarla ed una tavolo riservato al caldo....e che vuoi di più.......Ottima anche la polenta preparata per centinaia di persone dalle sapienti mani della Signora dell'azienda Coia Rosa. Lasciamo Castelnuovo che la festa è ancora in pieno svolgimento ma a noi tocca rientrare a Napoli....porteremo con noi il ricordo di un magnifico fine settimane ricco di storia,leggende,natura e cibo ...un grazie di cuore ad Andrea e Gerardo di Terre di Mezzo...alla prossima....

venerdì 28 febbraio 2020

Borghi molisani..un fine settimana tra natura,buon cibo e storia"Sabato"

Dovrei trascorrere questo fine settimana allenandomi per la Magna Via Franchigena di Pasqua, mi prodigo giornalmente in camminate di circa 8/10  km, ma  non sono sufficienti ai 25/28 che mi toccheranno in Aprile, bisognerebbe anche fare trekking spinto tutti i fine settimana.
Proprio per questo ho prenotato per un week and di cibo, natura e  trasportati con autobus....Va bene promesso sarà l'ultimo del resto...giuro...d'ora in poi solo duro cammino e cibi dietetici...Appuntamento in orario comodo con Andrea e Gerardo del gruppo irpino di "Terre di Mezzo"sono già uscita con loro in altra occasioni per giornate di trek tra le cime del Terminio con i suoi panorami mozzafiato ed una dura camminata risalendo il fiume Calore,sbagliai scarpe, portai quelle da scoglio che con le rocce del fiume non hanno niente a che spartire...ho avuto i lividi sotto la pianta per giorni..
Sul piccolo autobus siamo in dieci, due coppie, le nostre guide e tre single... come al solito. Sono con Tiziana , un'amica con la quale abbiamo già camminato insieme, divideremo la stanza. Ci fermiamo giusto per mangiare  qualcosa in un'aria di servizio a Venafro e  nel giro di un paio d 'ore siamo a Scapoli, nome che è tutto un programma e giuro che non ne abbiamo incontrati .Il borgo è dell'entroterra molisano e ci ospiterà nel fine settimana.
La piazzetta del paese è una bomboniera che si affaccia sulla valle tra le poche case e le Mainarde, siamo sotto il Monte Marrone. Si scorge in lontananza il massiccio del Matese leggermente innevato, a perdita d'occhio L'Abruzzo con  Castel di Sangro e Civitella Alfedena ed il Lazio con la Ciociaria.  Primo appuntamento del fine settimana forse con l'ultimo zampognaro d'Italia e con il museo della zampogna. Ci accoglie sulle scale del castello e sotto la porta del borgo suonando. Ci accomodiamo nel suo piccolo museo dove ci illustra la storia e le particolarità di questo strumento. Il racconto però si dilunga troppo,sopratutto per il freddo che fa in quell'ambiente, un bel momento però quando alle parole fa  accompagnare un video di Geo&Geo, trasmissione di raitre, e mi prende un attimo di nostalgia nel rivedere la Napoli degli anni sessanta. Gli zampognari scendevano per annunciare la novena del Natale e suonavano nelle case e nelle strade; il mio ricordo va alla casa di mia nonna ed alle loro figure dinanzi al presepe mentre suonavano " Tu scendi dalle Stelle"bellissimo momento Il  freddo però mi sta invadendo, fortunatamente la spiegazione termina e ci avviamo verso la bottega dove ancora costruisce le zampogne ma solo su ordinazione.Entro ed esco velocemente ...ho bisogno di caldo e di sole.Andrea ci accompagna verso le nostre casette..siamo in un albergo diffuso. La nostra è molto graziosa due camere e angolo cottura fornito di macchinetta e caffè, ottimo domani mattina sono a posto. L 'ambiente è freddo anche se il riscaldamento è acceso... è la tipica situazione di  luogo disabitato e riscaldato solo all'occorrenza. Ma nel mese di febbraio chi vuoi che venga a Scapoli... e senza neanche la neve....

 Comunque è carino pulito e per una notte si può fare.Ci sistemiamo velocemente e nell'attesa del successivo appuntamento della giornata facciamo un giro del paese che impiega per l'esattezza due minuti...  mi chiedo quanti abitanti abbia il luogo credo non più di 150. Ci sistemiamo a goderci il tramonto sulle panchine sul viale  che corre lungo tutto il borgo. C'è una pace immensa, tra me e Tiziana si alternano chiacchiere a silenzi ...qualche foto ..il volo radente degli uccelli..le montagne del Matese di tingono di rosa con il riflesso del sole che tramonta dietro il Monte Marrone, le campane della chiesa annunciano i vespri....mi avvolge una serenità infinita.   Scendiamo verso la piazzetta , nell'unico bar del paese c'è vita...macchine in doppia fila ...tre in tutto ma c'è musica e la meglio gioventù.....mi domando e mi chiedo se riuscirei a vivere così... credo proprio di no.
Sono alla ricerca di momenti di solitudine o meglio di atmosfere serene, di passeggiate in tranquillità ma che durino al massimo dieci giorni oltre credo potrei dare i numeri. Ci sistemiamo nel bus chiacchierando si inizia a conoscerci . Saliamo verso il Monte Marrone e al monumento dei caduti della battaglia avvenuta  su questa montagna durante la seconda guerra mondiale. Su questo terra correva la famosa e famigerata Linea Gustav  approntata dai tedeschi da Cassino a Ortona e che divise praticamente l'Italia a metà. Sono un'appassionata della seconda guerra mondiale e queste storie mi affascinano.  Arriviamo sotto il monte che è buio, scendiamo dall'auto che fa un freddo cane  ma la notte è bellissima, La lunga cima del monte Marrone si staglia in un cielo blu notte, Venere è luminosissima ed il grande carro corre verso la via lattea ..l'inquinamento luminoso non esiste...quanti anni è che non vedevo un cielo così meraviglioso. Ascolto Andrea che ci racconta della battaglia del Monte Marrone quando un battaglione di Alpini  comandati dal Generale Utili riusci in dieci giorni con ripetuti attacchi a conquistare la vetta e a far arretrare i tedeschi...troppo lunga la storia di questa parte di Italia che visse profondamente la guerra, una guerra che mise a dura prova il popolo del Molise e di tutto il centro  Italia. Un brevissimo sentiero  percorso con il supporto delle torce e arriviamo allo spiazzo dove il monumento ai caduti si innalza verso il monte  ..tre croci e una serie di cubi che rappresentano le regioni d'Italia, al centro una magnifica aquila dalle ali spiegate che si libera delle catene .. peccato sia buio ma la suggestione resta. Andrea prosegue nel racconto dell'eroico assalto. Fa freddo.. tanto... e ci aspettano per cenare, scendiamo velocemente verso il bus.
Stasera saremo ospiti nell'azienda agriturista"Coia Rosa" ci accolgono in quella che tranquillamente potrebbe essere la loro camera di pranzo..si mangia solo su prenotazioni...preparano espressamente per gli ospiti "un regalo" Sul tavolo già pronto l'antipasto, solo prodotti della loro fattoria,salumi, verdure praticamente a centimetro 0, dall'orto alla tavola  Ritrovo ,finalmente gli orapi, squisiti spinacini  che si raccolgono solo in montagna e in periodi ben limitati e poi zucchine croccanti, pezzetti di cotica condita, un patè di maiale che parlava, le pallotte cacio e ova  e i ravioli fatti in casa di ortica e ricotta, chiaramente di pecora, agnello scottadito patate e insalata che avevano finalmente il sapore delle patate e dell'insalata, vino genuino e concludiamo con le chiacchiere fritte alla perfezione accompagnate da un liquore di Ginepro rigorosamente fatto in casa. Ho mangiato di tutto e di più con il piacere di provare sapori veri. Non c'è altro da dire per questa prima giornata tranne che.....ho dormito benissimo e ho digerito tutto ...e tant'è...continua ....

domenica 16 febbraio 2020

Da Agerola al Fiordo del Furore

Sono trascorsi alcuni mesi nei quali le mie emozioni di viaggio non sono state particolarmente intense,chi mi segue sa che nei miei diari cerco di trasmettere quello che provo e pur continuando a  camminare in questi ultimi mesi ho lasciato la mia penna.... diciamo così.
Ultimi racconti quelli di Spaccamurgia a Novembre"il cammino" quello che amo dalla prima edizione e che mi lascia sempre un ricordo bellissimo.
Questa domenica vado in costiera, in questo periodo perfetta,la temperatura è dolce, i vacanzieri d'assalto sono ancora a riposo e si vive meravigliosamente lo spettacolo della natura. Camminerò con gli amici del Cai ed in un comodissimo bus che ci condurrà fino a Bomerano da dove partiremo per arrivare al Fiordo del Furore. Rivedo con piacere alcuni compagni di vacanza e di escursione all'isola d'Elba, tra cui alcuni arzillissimi ultrasettantenni che fanno scomparire per forza e capacità molti giovanissimi.
A  Bomerano ci riuniremo con il Cai di Ischia che arriva con un discreto ritardo. In piazza un via vai di escursionisti,da li partono un paio di sentieri tra cui il famoso"sentiero degli dei" conosciuto ai più. Nell'attesa ci sistemiamo al sole a chiacchierare Finalmente ci siamo tutti e siamo tantissimi ...la costiera ha un fascino unico.....Imbocchiamo quasi in fila indiana la strada di accesso ad una serie di sentieri ed al bivio iniziamo a scendere. Attraversiamo un bosco di faggi,tra le foglie si intravede il mare...è un cuneo che si insinua tra due costoni,il sole sembra essere la luce di un faro.Costeggiamo le falesie che si innalzano fino al cielo,le rocce calcaree  formano anfratti e grotte rifugio dei pastori. Davanti a me una lunga e difficile discesa di pietrisco e lastroni, il gruppo si snoda come un lungo serpentone in curve e tornanti.
Cammino con molta prudenza , si è rotto uno dei mie essenziali bastoncini e arrangio con un ramo. Il mare si avvicina sempre di più e l'angolo di visuale si apre lasciando intravedere qualche casa e una torre di avvistamento, una della tante lungo la costa, retaggio del tempo dei pirati e di "mamma li turchi" ma seriamente... La discesa è particolarmente dura bisogna guardare a terra, dietro di me un tonfo...qualcuno è caduto fortunatamente senza danno. io sto facendo uno sforzo notevole caricando sui quadricipiti per salvare le ginocchia .
Davanti e dietro gli arzilli vecchietti che ondeggiano in equilibrio...eppure vanno avanti come carterpillar. La discesa si interrompe per un breve tratto, camminiamo su un sentiero che costeggia il burrone, sotto di noi Praiano incastonata nell'ansa ed il mare luccica di mille stelle. Riesco a fare qualche fotografia ed inviarle ad un 'amico ..una volta tanto non sono l'ultima e ho tutto il tempo di recuperare.  Riprendo il cammino mantenendomi sotto il costone , i primi fiori di primavera spuntano qua, i croco, le margherite gialle e viola spuntano tra una natura che ha ancora l'aspetto grigio dell'inverno, i cespugli sembrano braccia scheletriche che si allungano verso il mare.
Ma il sole è magnifico e fa caldo sono in maglietta ,la felpa e il giubbotto sono attaccati allo zaino e in vita come al solito assomiglio a un "vu cumprà" ....tutto appeso allo zaino,soffro il caldo e su certi percorsi fermarsi anche solo per mettere o levare una giacca diventa impegnativo. Riprendiamo la discesa il mare si avvicina sempre di più e quando sembra di essere arrivati alla agognata pausa si presenta una meravigliosa salita con tanto di pendenza ed arrampicata tra le rocce ed i cespugli. Faccio forza sulle gambe, bisogna alzarle fino alla vita ..lancio il bastoncino ed il ramo davanti a me e mi arrampico aggrappandomi ai cespugli, becco una serie di spine dolorosissime.....qualcuno potrebbe chiedersi chi me lo fa fare ... la risposta è sempre la stessa ...la meraviglia di quei paesaggi,  la sensazione di libertà che ne deriva e che vale la salita, la discesa e pure qualche spina.
L'ultimo tratto prima della terrazza panoramica su Praiano costeggia il promontorio ed è piacevolissima. le falesie si innalzano fino al cielo ricoperte di croco viola e arbusti di ginestre che fra non molto creeranno una meravigliosa ed unica parete gialla, ci ritornerò in primavera anche solo con qualche amico, il sentiero è fondamentalmente semplice. Ancora una curva e ci inoltriamo sul sentiero delle Agavi in Fiore, saliamo tra decine e decine di cespugli di agavi, non fiorite in questo momento, ma creano uno spettacolo unico ed originale.La nostra costiera è sempre uno spettacolo. Pochi metri e sbuchiamo nella piazzetta della frazione Sant'Elia un mini borgo affacciato sul paradiso.. Pausa si mangia..come al solito ho il mio parmigiano e un poco di pane, non sono a dieta, ma non mangio mai troppo in escursione memore di un blocco digestivo di qualche anno fa risalendo dal fiordo di Crapolla, altro luogo meraviglioso.
Il gruppo è numeroso e variegato c'è anche chi non è propriamente attrezzato,scarpe con suola liscia, maglioni, giacche pesantissime e borse a tracolla, il peggio. Non credo facciano parte del Cai,che è giustamente molto severo sulle regole dell'abbigliamento,probabilmente hanno ritenuto che fosse una semplice passeggiata. Detto fra noi non li avrei fatti partire ...e sto....Ci tratteniamo crogiolandoci al sole come lucertole.
Alzo gli occhi e scorgo tra trovi un ciliegio in fiore....sarà pure febbraio ma io sento la primavera...La pausa è sufficientemente giusta da farci riposare e rilassare. Non mi piacciano quelle escursione nelle quali neanche finisci di mangiare qualcosa che già ti costringono a rimettere gli zaini e ripartire ..non mi diverto...io esco per vivere la natura non per fare una gara ad ostacoli...ma credo di averlo più volte sottolineato e quindi ho abbandonato tutti quei gruppi che non fanno altro che correre. Ci siamo si riparte attraversiamo il piccolo borgo e iniziamo a scendere , le scale sono tante ora è tutta così fino al fiordo ma sinceramente non ci trovo nessuna difficoltà, in fondo sono scale e non rocce scivolose coperte di pietrisco. Attraversiamo giardini e piccole coltivazioni a terrazze tipiche della costiera,il mare si avvicina sempre di più illuminato dalla palla infuocata del sole ancora basso all'orizzonte che crea mille stelle sull'acqua. Sono finalmente riuscita a distanziare quasi tutti , dietro il gruppone, davanti pochi  ed io finalmente sola...mi godo il sole il mare ed i profumi, mi piace camminare ascoltando il nulla, ascoltando me ..ed oggi mi sto simpatica e ci sto bene  ..
Ecco il fiordo ,si allunga con le sue acqu turchesi sotto il ponte e verso il largo. Non si può scendere le strade di accesso sono interdette. Sulla spiaggetta si affacciano le finestre di due casette,chi sa chi è il proprietario,un paradiso in terra. Mi affaccio su qual mare color zaffiro e immagino in quella casa una coppia felice, ma presto mi viene in mente che quel luogo ameno fra qualche  giorno sarà infrequentabile, orde di turisti e barche la affolleranno fino al caos più totale....va beh  oggi me lo godo così sognando un poco. Adesso però fa freddo sul ponte tira un vento gelato, rimetto felpa giubbotto cappello e cappuccio ma sto ghiacciando cerco la cosi detta "lenzetella" di sole ma sta andando via ...sempre inverno è... Arriva finalmente il nostro bus saliamo in ordine sparso e non si capisce perche' siamo troppi, credo ci siano quelli arrivati in macchina direttamente a Bomerano. Parte il....questo posto è mio, ma non ho capito ...ecc ecc. Io riprendo il mio posto ma cambia il compagno di viaggio , cerco alla bene e meglio di sistemarmi, il sedile è lo spazio e stretto e se all'andata gli zaini erano nel bagagliaio adesso sono con noi. Sono sommersa, da ogni cosa, ho sete, devo fare pipì e ho voglia di dolce non necessariamente nell'ordine, resto così praticamente fino al primo bar aperto, e ci vorrà tempo in questo periodo è tutto chiuso. Finalmente sopperito ai vari bisogni compreso un dolcetto che mi resterà  sullo stomaco fino a tardi' risaliamo e si va verso Napoli....pochi minuti e dormono tutti ...tranne me ...come al solito.