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Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

venerdì 5 giugno 2020

Punta Licosa...il canto della sirena

Ricomincio a scrivere..o meglio a trasferire su carta le emozioni dei miei passi. Sono passati tre mesi dal mio ultimo racconto,tre mesi durissimi.. per me e per tutti.Tre mesi che ci hanno costretti ad una innaturale immobilità, nei quali mi sono sentita  rubare il tempo, nei quali ho imparato a vivere ora per ora, giorno per giorno con paura ma anche con speranza. Il tempo è passato,mi sono adattata,fondamentalmente l'essere umano ha grandi capacità  ma non riuscivo a pensare al futuro, non sono riuscita ad organizzare il poi.... mi sono fermata come sospesa ma forse...sta iniziando a passare.
Stamattina,con alcuni dei mie vecchi compagni di escursione e con le dovute precauzioni, mascherina e distanziamento, siamo partiti verso la costa degli alberi danzanti, dove la pineta si piega verso la terra per il vento che soffia forte dal mare creando un paesaggio unico...andiamo nella magnifica costa del Cilento a Punta Licosa dove le sirene tentarono Ulisse.Il sentiero è sostanzialmente facile, nessun dislivello e pochi chilometri in andata e ritorno,una passeggiata e va benissimo anche perchè sono reduce da un trekking sui lattari di 23 km con continui dislivelli che hanno messo a dura prova i miei piedi costretti negli scarponcini dopo mesi di immobilità e non mi venite a raccontare che le scarpe tecniche sono comode"non lo sono" Partenza da San Marco di Castellabate, amena cittadina a due passi dalla più famosa Castellabate del film "Benvenuti al Sud"
E' una bellissima giornata di sole e non c'è tanto caldo situazione ideale per una magnifica escursione.
Scendiamo verso la marina,il mare smeraldo è increspato da minuscole onde create dal vento, che sembrano un fine merletto. E' ancora presto e per strada c'è pochissima gente ma potrebbe sembrare tutto normale se non fosse per l'albergo completamente chiuso. Tavoli, sedie e lettini da sole.. tutto accantonato in un angolo della veranda, il terrazzo vuoto,non una pianta, non un fiore "Il maledetto covid mi sbatte in faccia violento" 
Lasciamo il porto e ci avviamo verso il sentiero, la prima parte costeggia il piccolo promontorio, tra i rami degli alberi si aprono scorci su un mare smeraldo, cespugli di mirto e ginestre ci accompagnano nel cammino, il profumo è inebriante.Attraversiamo un minuscolo borgo, le case sono tutte adornate, vasi di gerani, bouganville rampicanti, cespugli di rose  ed un arco di gelsomino ci avvolgono con il loro profumo ed i loro colori. dopo essere rimasta chiusa in casa per tanto tempo sembra che mi sia scoppiata addosso la primavere ..finalmente ..
Non corriamo il nostro passo è lento,cadenzato  stiamo bene,siamo contenti, siamo liberi.Una mezz'ora di cammino e gli alberi si diradano lasciando vedere in lontananza l'isolotto di Licosa ed il suo faro, adoro i fari, quest'anno non ci fosse stato il virus avevo in programma appunto il trekking sui fari della galizia...e va beh..Ancora qualche centinaio di metri e siamo sul molo, è passato qualche anno da quando ho percorso questo sentiero all'incontrario con una guida e non ricordo il passaggio. Rocce , qualche scoglio e il mare sotto costa ci sconsigliano di proseguire su quel tratto che faremo però tranquillamente al ritorno risparmiandoci un tratto di strada asfaltata. Un signore del luogo ci indica la strada per scavallare e arrivare alla pineta.Adesso fa caldo, ci sono molte macchine in entrambi i sensi, Uuica nota positiva le masserie ai lati della strada , ben tenure,ricche di ulivi e vitigni ben curati. Fortunatamente riusciamo in breve a trovare l'ingresso della pineta , in lontananza si vede il mare ...ci siamo...
Anche questa volta lo spettacolo della costa sferzata dal vento è emozionante, le rocce acuminate scendono nel mare come in difesa dell'isola, casa della sirena Leucosia. I pini marittimi sono piegati verso la terra in una danza scomposta e affascinante. Il profumo della resina è fortissimo, si mischia a quello della salsedine. Ci fermiamo sul primo promontorio rivolti verso il mare aperto,ci prendiamo la mano, la sensazione è inebriante, mi viene spontaneo ringraziare Dio per averci ridato un poco di libertà e prego perchè tutto finisca definitivamente. Andiamo avanti attraverso la costa e rientrando in pineta nei tratti troppo esposti. Sono tutti entusiasti ed io di più avendo consigliato il posto.Camminiamo sulle centinaia di pigne cadute dagli alberi e lo scricchiolio degli aghi calpestati. Cerchiamo una caletta dove sistemarci, nella prima ci sono un paio di coppie...praticamente una folla... siamo alla ricerca di  qualcosa di speciale oggi...e la troviamo.
Una caletta di sassi con una discesa nel mare più o meno semplice, una baracchella e la barca di un pescatore "un quadro di Van Gogh". Ci sistemiamo, solo Paki  fa il bagno , sinceramente la temperatura non invita e neanche il mare che è freddissimo ma stesi al sole è fantastico. Vincenzo tira fuori una bottiglia di rosso pugliese che accompagnerà i nostri panini e le piacevoli chiacchiere Ci diamo un tempo per il ritorno, un tempo lungo, ci vogliamo godere il luogo. Mi sistemo sotto un pino, il sole scalda ma non è diretto, poggio la schiena sul tronco, i pensieri si annullano, c'è solo il profumo dei pini ed il suono del mare.......Non mi serve altro.....

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