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domenica 1 marzo 2020

Borghi Molisani..Un fine settimana tra natura, cibo, storia e leggende " Domenica"

La mia sveglia biologica suona sempre alla stessa ora che sia andata a dormire alle ventuno oppure a mezzanotte.Mi alzo dolorante, il materasso si è rivelato leggermente scomodo ma la stanza è rimasta calda tutta la notte, per giunta nessun problema digestivo dovuto alla pantagruelica mangiata di ieri sera, conferma della genuinità dei prodotti. Faccio il caffè e guardo fuori, il cielo si sta schiarendo. Metto scarpe e cappotto sul pigiama ed esco.
I soliti tre passi e mi ritrovo sulla strada che costeggia il borgo, il sole sta sorgendo lentamente dalle montagne del Matese, cammino nel silenzio totale, mi siedo sulla solita panchina e aspetto che salga. Le campane iniziano a suonare e anche stamattina mi avvolge quel senso di serenità che amo e che cerco, smetto immediatamente di pensare e resto così con la testa vuota e piena di niente ..ma è niente carico di ricchezza.

Rientro ed in perfetto coordinamento con la  mia compagna di stanza provvediamo a prepararci e sistemare lo zaino. La colazione è in una sala comune tra le casette assegnateci. Gerardo e Andrea ci aspettano al bus, carichiamo i bagagli e si parte verso il borgo abbandonato di Rocchetta vecchia. Passiamo per il Lago di San Vincenzo e nei pressi delle fonti della omonima acqua e parcheggiamo sotto il vecchio borgo. Saliamo fra i vicoli e le case abbandonate mentre Andrea  Gerardo ci parlano di questa zona del Volturno dislocata sotto le Mainarde , terra di guerra ,di natura ancora libera e di amore...ci  raccontano la storia del Pittore Charles Moulin che scelse che decise di vivere  per oltre quarant'anni in questa terra incantato dalla luce e dalla natura incontaminata.
Lasciamo Rocchetta vecchia per scendere nella zona  ricostruita dopo il cedimento del costone dove sorgeva il vecchio borgo. Come tutti gli insediamenti relativamente nuovi..non c'è storia, un corso contornato di orrendi palazzotti a tre piani , quattro negozi in croce e due bar dove soggiornano i vecchi del paese. Unica attrattiva del luogo "Il museo internazionale delle Guerre Mondiali" istituito solo nel 2010 con il supporto dell'Istituto Italiano per la storia del Risorgimento e patrocinato dall'università degli studi del Molise. L'esposizione è veramente notevolissima, reperti originali dalle divise alle armi di tutte e due le guerre,diverse sale dedicate agli eserciti ed infine uno spazio esterno dove facevano bella mostra un aereo, carri armati e le jeep tra cui la famosa campagnola che ho guidato per un paio di anni essendo l'auto con cui andavamo in giro con il mio compagno dell'epoca.
Ho trovato particolarmente interessante la visita essendo un'appassionata di storia,mi affascina ascoltare le vicende dei popoli d' Italia, della forza con cui hanno combattuto e reagito alle dure rappresaglie ed alle violenze dei tedeschi e degli stessi alleati. Un esempio fra tutti  il film "la Ciociara" che mostrò la realtà feroce di quei momenti. Rientriamo a Scapoli dove ci aspetta Elisabetta la proprietaria del BB per farci assaggiare i ravioli scapolesi  tipico prodotto del territorio e protagonista di una sagra che abitualmente si tiene in questi giorni ma che purtroppo è stata annullata per problemi organizzativi. I ravioli sono grandi quanto una mano e ripieni di patate,bietola e carne ....squisiti  forse è poco. Andrea e Gerardo ci aspettano al bus carichiamo bagagli e quant'altro e ci dirigiamo verso Castelnuovo al Volturno per assistere all'antichissimo rito dell'uomo cervo"Ci Cerv" che viene recitato nell'ultima domenica di carnevale dopo il tramonto.

L'evento  rappresenta il rito primordiale del Carnevale e l'antichissimo mito dionisiaco nel quale il passaggio dall'inverno alla primavera è simboleggiato in maniera cruenta con la morte sacrificale del cervo, ma  anche la violenza selvaggia della natura che spesso travolge. Arriviamo a Castelnuovo che le macchine sono già parcheggiate a due chilometri dal paese, la vedo dura ..Andrea ci suggerisce di trovarci un posticino da dove poter assistere alla rappresentazione, la piazza si affollerà oltre ogni possibile limite e sarebbe un peccato non vedere bene
Purtroppo sono solo le tre e dovremo aspettare almeno tre ore prima che si inizi. Cerco posto su di una panchina che mi permetterà eventualmente di salire in piedi e sopratutto che sia riparata dal vento gelido che sta soffiando. Nell'attesa chiacchiero,come sempre, con un gruppo Cai di Frosinone reduce dalla dura salita sul Monte Marrone ..il freddo mi sta prendendo ....ho il cappello fortunatamente, ma rimpiango i guanti...All'improvviso un gruppo canoro abruzzese intona canti della montagna...mi prende lo sconforto...abbiamo aspettato troppo ma dopo più di mezz'ora  con il vento freddo che scende dai vicoli arrivano le janare, le streghe, che ballano accompagnate da una musica cadenzata e dal suono delle zampogne e poi arriva il Cervo e la Cerva che con i loro bramite intonano un canto di dolore e di rabbia intrecciando la loro danza con altre figure presenti da sempre "Martino e la Popolana" E poi inizia l'inseguimento,la cattura e l'uccisione da parte del cacciatore ... silenzio il pubblico non fa un fiato completamente rapiti dal rito emozionale...e poi il cervo risorge  come la primavera e la natura che torna a nuova via e fugge via verso la montagna mentre il grande falò si incendia tra mille lingue di fuoco......bellissimo......valeva l'attesa,il freddo e la posizione scomoda praticamente arrampicata sulla panchina. 

Riprendiamo la piazza tagliando la folla. Ci aspettano per la polenta con salsicce ed a completamento della già perfetta organizzazione dei ragazzi di Terre di Mezzo già con i ticket per ritirarla ed una tavolo riservato al caldo....e che vuoi di più.......Ottima anche la polenta preparata per centinaia di persone dalle sapienti mani della Signora dell'azienda Coia Rosa. Lasciamo Castelnuovo che la festa è ancora in pieno svolgimento ma a noi tocca rientrare a Napoli....porteremo con noi il ricordo di un magnifico fine settimane ricco di storia,leggende,natura e cibo ...un grazie di cuore ad Andrea e Gerardo di Terre di Mezzo...alla prossima....

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