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lunedì 5 febbraio 2018

Parco Archeologico dei Campi Flegrei con Costa delle Sirene

Oggi il mio racconto avrà sicuramente una diversa anima, oggi la storia e la cultura saranno la mia emozione ed a me le emozioni belle o brutte che siano non debbono mai mancare  L'escursione di questa settimana ci porterà attraverso quello che è uno dei più importanti siti archeologici della campania ma direi anche del mondo "
Nessuna insenatura al mondo risplende di più dell'incantevole Baia" scrisse Orazio. In questa terra di fuoco e di acqua trascorsero le loro giornate serene Cicerone ,Seneca e Cesare Augusto. Ma torniamo alla nostra meravigliosa domenica. Parto che il tempo non promette nulla di buono, piove, ma le previsioni danno netto miglioramento. Sono in macchina con Eugenia  Laura e Teodoro mi incontrerò con Rino, ne ho già scritto mio ex ed oggi mio migliore amico, che viene direttamente da fuori Napoli. Lui non è ne un escursionista ne un camminatore direi di più un ibrido metà uomo metà macchina e moto a secondo dell'occasione, ma oggi il percorso non sarà ne lungo ne disagevole e poi l'interesse storico per il sito gli fa superare pure qualche difficoltà .
Lungo il tragitto il cielo si rischiara, ci fermiamo per un caffè e velocemente siamo al parcheggio. Siamo in parecchi ma manca tutto il nucleo dei duri e puri quelli che macinano chilometri con dislivelli allucinanti, almeno per me, ma ci sono anche persone che non vedevo da tempo ed alcuni volti nuovi. Sempre un piacere fare nuove conoscenze.  Partiamo in fila indiana per il tratto asfaltato che si arrampica verso il Castello di Baia. Il problema che le auto sfrecciano veloci e bisogna fare molta attenzione. Ci accompagna Livia, la guida che ci illustrerà , storia miti e leggende. Saliamo velocemente tanto che Rino mi fa presente che siamo dei caterpillar ma del resto lui non ci è abituato noi camminiamo sempre. Si appoggia all'ombrello in modo da non caricare sul suo ginocchio mal messo. Il problema, però, è che oggi sono io malmessa,
 L'escursione della settimana scorsa con una lunghezza di 18 km e 800 di  dislivello ha infiammato il solito ginocchio, aggiungiamoci che non ho fatto nella per riposare, palestra tutti i giorni, diciamo che la situazione è pessima. Il panorama che ci accompagna mano a mano che saliamo è spettacolare. Il golfo illuminato  dai raggi del  sole che fanno a rincorresi con le nuvole creano un 'atmosfera suggestiva. Dietro Capo Miseno fa capolino il  monte Epomeo con Ischia ,sotto di noi una spiaggetta, d'estate un carnaio, con un piccolo faro"una cartolina." Non si riesce a raggrupparci per la visita al Museo archeologico troppo affascinati da quel panorama e tutti intenti a fare fotografie.
Finalmente il gruppo si compatta dopo che Anna con l'ombrello in alto inizia a chiamarci a raccolta sembriamo una scolaresca in gita Livia ci racconta che il castello , praticamente inespugnabile fu costruiti dagli aragonesi con la consulenza di un architetto toscano specialista in tecniche di difesa.
Dopo l'eruzione nella quale sorse il Monte Nuovo il  Vicerè Pedro da Toledo decise una radicale trasformazione che lo rappresenta ancora oggi ma dopo l'unità d'Italia si avviò un lento deterioramento, qui si potrebbe aprire un lungo discorso su quanto questa unità d'Italia non solo non abbia giovato al nostro sud ma anche a quanto abbia contribuito a distruggere il nostro patrimonio economico e culturale, ma evitiamo queste considerazioni.
Ci avviamo  verso le cinque sale  rappresentanti i luoghi  ed i siti archeologici dell'area flegrea Cuma ,Baia, Pozzuoli, Miseno e Liternum oggi  Giugliano nefastamente conosciuta per altro.Negli anni ottanta ,dopo che il castello fu consegnato alla sovrintendenza ai beni artistici ,furono strutturate per le esposizioni  secondo i contesti ed i siti presenti nell'area con tutti i reperti archeologici recuperati negli anni e fortunatamente preservati dalle mani di collezionisti senza scrupoli.La visita si protrae per parecchio tempo, interessanti sicuramente i reperti in mostra ma sinceramente,a parte igioielli tenuti accuratamente chiusi in una teca, non sono un 'appassionata di questo tipo di mostre. Non riesco ad emozionarmi, come dire le pietre non mi trasmettono nulla ,al contrario di un quadro o di un paesaggio.  Riscendiamo dal castello che sono già quasi le 13 ci dirigiamo verso le terme di Baia il percorso a ritroso attraversa nuovamente l'asfalto e il pericolo macchine. Inizia a fare caldo, la giornata incerta si è trasformata in una magnifica giornata di sole, un paio di chilometri una scalinatella e siamo all'ingresso delle Terme di Baia, anche da questo punto il panorama è magnifico. Il castello che abbiamo lasciato poco prima si staglia sul promontorio affacciato sul mare. Si decide per fermarci a pranzare prima di proseguire la vista.  Con Rino ci sediamo all'ombra ,lui non ama il sole ma dopo poco sento l'umidità entrare nelle ossa, un freddo cane , il panino con provola e friarielli non mi scalda e neanche una magnifica mozzarella offertami da due amici aversani che l'hanno portata fresca fresca dalla loro terra. Oggi non c'è convivio alimentare,siamo troppi e in una situazione dispersiva.
Ci tratteniamo giusto il tempo di mangiare e riprendiamo la visita. Nel frattempo il mio malefico ginocchio sta dando il meglio, brucia, fa male ,sento come se il solito omino cattivo mi pugnalasse senza soluzione di continuità. Il sito delle Terme di Baia è veramente vasto, strutturato in più terrazze e  conserva ancora alcune strutture tra cui la volta del tempio di Diana ,i resti di quello di Mercurio e di Venere. La parte centrale ,la più vasta . è  dedicata all' Afrodita  Sosandra , protettrice degli uomini, mi è sorto spontaneo pensare che sia un tantino disoccupata in questo tempo data la penuria dei soggetti da proteggere ..ma questa è sempre un 'altra storia.  L'ultima zona da visitare è quella situata più in basso dove un fico selvatico cresce a testa in già sotto una volta. Poco distante uno stretto passaggio ci conduce in una grotta con tanto di piscina naturale ed un 'eco da far invidia alle montagne. Livia ci racconta che quella era una sauna riscaldata artificialmente con tanto di acqua calda ....ci sapevano fare i romani nulla di dire. Ma sono stanca ,il ginocchio non mi da tregua  e non voglio perdermi la visita alla casina Vanvitelliana, avverto Anna e con Rino torniamo alla macchina . Ci arriverò motorizzata non ce la faccio proprio sono pochi chilometri ma ho troppo male. Approfittiamo per un caffè ,mi soffermo a guardare il mare è bellissimo il cielo è terso, azzurro e si confonde con il mare, sento odore di primavera, voglia di pensieri positivi e di cose belle. Pochi chilometri e siamo alla parco della Casina, in breve arrivano anche gli altri.Mi vergogno a dirlo ma non sono mai stata in questo luogo, turisti dal mondo vengono a visitarla ed io mai venuta. Il lago illuminato dal sole ancora basso dell'inverno è uno spettacolo, una barchetta si dondola placida , il ponticello di legno e.. deliziosa  nell'acqua l'elegante casina,edificio settecentesco facente parte del Real Sito Borbonico. Riserva di pesca e di caccia...alle donne  di Ferdinando quarto di Borbone "O' Re Lazzarone" che amava le donne e Napoli.
Un gentilissimo signore guida volontaria ci conduce nella visita e ci racconta con aneddoti divertenti sta storia vera e leggenda il tempo della Casina. La sala ottagonale è bellissima ristrutturata dal lavoro dei volontari, al primo piano ci accoglie  con un  sottofondodi  musica classica, alle pareti quadri di paesaggi campani, sicure riproduzioni anche un tantino fatte male, ma mi danno un senso di bellezza un breve corridoio ai cui lati due studioli con tanto di manichini con abiti d'epoca. Mi faccio fotografare accanto quello femminile tanto per non smentire i miei amici toscani che mi chiamano contessina. Poi il terrazzo dove il panorama del lago illuminato dagli ultimi raggi del sole è spettacolo. Tante chiacchiere fra di noi, ci confrontiamo ci raccontiamo come al solito, il custode ci racconta che volendo il sito si può affittare per ricevimenti e matrimoni. Bene a questo punto la decisione è presa ...... dovessi risposarmi il ricevimento lo voglio .. alla Casina Vanvitelliana e mi viene tanto da ridere
Foto mie e di Antonio Cocozza

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