Si parte in
parecchi,come al solito. Il Gruppo Escursionistico Costa delle Sirene con Nino Cocozza , il Cai di Piedimonte con
Franco Panella vari ed eventuali. Appuntamento alle
8.30 a Santa Maria del Castello da dove in
un intersecazioni di sentieri si possono raggiungere più località della
costiera da Positano a Praiano e via così ma a
noi interessa la scalata al Monte Vico Alvano dal quale in un solo
sguardo si potrà ammirare Punta Campanella ed il golfo di Salerno e quello di
Napoli.
Giornata di cambio ora
legale e non si dormirà molto ma a noi duri e puri interessa poco difatti
all’ appuntamento siamo come al solito in tanti. Con me oggi c’è l’amica Sabrina
una piccola donna ma tostissima con una capacità polmonare da far invidia ad uno centometrista. Da Piedimonte arriva Angela , con lei abbiamo condivo già qualche
escursione entrando subito in sintonia, manca Barbara ma non sempre siamo tutte
disponibili. Il tempo delle formalità dei saluti e dei bisogni fisiologica
quali caffè e bagno e si parte. Oggi l’escursione sarà tosta almeno per me che, anche se sono in giro da anni, sostanzialmente non ho ancora affrontato un
impegno così importante. Saranno 13 chilometri su un percorso che ci porterà su
un dislivello di 850 metri ….niente male. Stamattina fa freddo, solo ieri
sembrava che l’estate fosse arrivata ma essendo ancora in marzo, il mese
traditore per eccellenza, ecco che la temperatura è scesa di botto La partenza
è in sordina attraversiamo campi coltivati sui tipici terrazzamenti della
costiera tra una marea di broccoli fioriti, quindi non più commestibili, una
balaustra di legno che sale morbida ci conduce verso la cima.
Ho già percorso
questa prima parte di sentiero in una gelida giornata d’inverno di qualche anno fa con il mare color dell’acciaio e fiocchi di neve che ci turbinavano intorno, riuscimmo
ad arrivare solo alla croce del monte Comune poi il freddo ed il gelo ci
costrinse ad una dignitosa ritirata. Oggi c’è il sole ma non fa caldissimo un
vento fastidioso e gelato ci accompagnerà per tutto il tragitto. Saliamo chiacchierando, il Cai di Piedimonte
sventola la sua bandiera sempre con il gruppo durante le trasferte. Il mare sulla nostra
sinistra si illumina e rifrange i raggi del sole che sbucano dalle nuvole, meno
male anche perché fa freddino, magari non tanto per gli amici di Piedimonte ma
per me donna di mare si.
In una mezz’ ora facile facile siamo al Monte Comune,
la sensazione anche stavolta e d’immenso… il prato a perdita d’occhio si
allunga verso punta campanella che in una immaginaria divisone che taglia in
due i due golfi quello di Napoli e quello di Salerno, verso il basso sulla
destra Massa Lubrense e Sorrento a sinistra Li Galli e lo scoglio di Vetara sotto
di noi Positano e… siamo ad un passo dal cielo. Foto di rito sotto la croce di
legno , momento di relax e poi di nuovo in marcia abbiamo ancora un paio di
collinette da attraversare. Il lungo serpentone di snoda lungo il percorso poco più avanti sventola la bandiera del Cai
di Piedimonte, ancora più avanti la mitica Anna conosciuta solo oggi ma
immediatamente entrata in feeling con me , al centro Ciro e dietro noi Nino
che chiude la lunga fila di escursionisti.
Franco invece ci diletta con amene conversazioni sui paesaggi e sinergie tra montagna e mare. E si scende il percorso è accidentato solite infami ed infide pietraie, scalini altissimi dove le ginocchia gemono, il rischio di scivolata è costante ogni tanto senti il tipico suono delle scarpe che perdono suolo e leggere imprecazioni ma tutto procede nessun danno. Ancora una valle ancora un’altra salita e davanti a noi la croce di Monte Vico Alvano che in linea d’aria sembra vicina invece è notevolmente lontana. Sulla destra una roccia a picco sul mare molti si stanno godendo panorama e le foto Il luogo è incantevole sotto di noi la perla della costiera” Positano” incastonata tra due promontori sulla spiaggia minuscole formichine passeggiano o prendono il sole. Sicuramente saranno al caldo noi siamo in questo momento invece costantemente schiaffeggiati da un vento freddo e fastidioso. Ma nulla ci vieta di iniziare il rito delle foto “ il pericolo è il mio mestiere “ praticamente in precario equilibrio sullo strapiombo…. ma volete mettere una foto con lo sfondo di Positano, quello del mare e soprattutto su bel precipizio ?
Veniamo richiamati all’ordine da Nino , giustamente , per pericolosità della situazione ed anche per tempo il tragitto è lungo. Piccola svolta sul crinale attraversiamo una breve pineta mediterranea e poi su per poi affrontare l’ultima discesa tra panorami mozzafiato, vento incessante e voglia di arrivare per riposarsi un po’, pensare di fermarsi in quella situazione è impossibile siamo praticamente tra i due golfi in un canalone tra due promontori battuto senza sosta dal vento ;io sono fradicia mi beccherei la polmonite e come me credo tanti si va avanti…. Ultimo tratto davanti a noi Punta Campanelli avvolta dalle nubi ma a tratti fa capolino Capri e d i suoi Faraglioni “ sempre uno spettacolo mozzafiato” Siamo arrivati la prima parte del gruppo è già posizionata per la colazione noi saliamo attraverso gli alberi per goderci il panorama finale…. È tutta nebbia, tutto avvolto da una coltre ovattata ma il vento spinge lontano le nuvole e con un po’ di pazienza riusciamo a riempirci gli occhi di tutta quella meraviglia. Sulla gran croce di ferro salgono Franco, Ciro e la bandiera del Cai sono convinto che se ne avessero avuta un ’altra l’avrebbero lasciata a svettare orgogliosa nel suo essere montanara a conquista dei golfi di Napoli e Salerno.
Riscendiamo sul prato per mangiare qualcosa e cambiarci degli indumenti fradici. Come al mio solito stendo il tutto sui rami li indosserò di nuovo anche perché si suderà ancora e di più di prima …ci aspetta la salita. Mangio pochissimo memore che appesantire lo stomaco crea più difficoltà nella risalita e lo sforzo diventa improbo. Solito scambio di cortesie enogastronomiche risate e brindisi con la mitica grappa di Franco, io invece offro del mirto fatto in casa da me non so nemmeno se è buono non sono pratica di conserve e tisane ma pare che lo abbiamo bevuto in molti e nessuno si è lamentato “ la bottiglia viene gettata via vuota “ e si riparte Angela ,Sabrina ed io insieme e ci avviamo ,inizia la salita, le chiacchiere si allentano il vento continua incessante stiamo attraversando nuovamente il canalone, il sudore mi si sta ghiacciando addosso è un continuo di mettere e levare giacca, maglietta, pile senza soluzione di continuità. Il serpentone umano si snoda lungo il versante tutto in salita la bandiera svetta come al solito in alto….. tanto più in alto. comincio a rallentare ma non sono proprio l’ultima e pure se lo fossi poco mi importa , faccio escursioni per stare nella natura per godere della convivialità per sentire la pace non mi interessa fare le gare Continuiamo a salire ringrazio
Angela che mi è stata di supporto in un paio di momenti di stanchezza seri ,avrei voluto un elicottero che mi portasse direttamente su, ma piano piano ce l’ho fatta. Arriviamo alla chiesa e poi nell’unico ristorante del paesino di Santa Maria del Castello, ci ha promesso un piatto di spaghetti aglio ed olio e una bella birra fredda. Momento di organizzazione tra chi va via chi si trattiene solo per una birra e chi resta . Indossiamo scarpe più comode e magliette asciutte e ci accomodiamo al ristorante in due magnifiche tavolate a far da contorno ad una famiglia che festeggiava un battesimo. A questo punto si è scatenata la baldoria canti, brindisi, chiacchiere foto e caciara senza fine ;Anna è riuscita anche a coinvolgere i parenti della creatura festeggiata in un brindisi collettivo insomma in poche parole abbiamo animato una festa molto ma molto classica.
Ci sono divertiti tutti compresi gli invitati che hanno avuto gli animatori gratuiti Lo spaghetto di per se non era il massimo ma poco importava, tutti allegri tutti stanchi e contenti. Baci abbracci saluti e ultimi brindisi qualcuno ormai brillo e via tutti verso…….il mostruoso traffico della costiera ma non importa la giornata è stata perfetta per luogo panorami e compagnia.
Franco invece ci diletta con amene conversazioni sui paesaggi e sinergie tra montagna e mare. E si scende il percorso è accidentato solite infami ed infide pietraie, scalini altissimi dove le ginocchia gemono, il rischio di scivolata è costante ogni tanto senti il tipico suono delle scarpe che perdono suolo e leggere imprecazioni ma tutto procede nessun danno. Ancora una valle ancora un’altra salita e davanti a noi la croce di Monte Vico Alvano che in linea d’aria sembra vicina invece è notevolmente lontana. Sulla destra una roccia a picco sul mare molti si stanno godendo panorama e le foto Il luogo è incantevole sotto di noi la perla della costiera” Positano” incastonata tra due promontori sulla spiaggia minuscole formichine passeggiano o prendono il sole. Sicuramente saranno al caldo noi siamo in questo momento invece costantemente schiaffeggiati da un vento freddo e fastidioso. Ma nulla ci vieta di iniziare il rito delle foto “ il pericolo è il mio mestiere “ praticamente in precario equilibrio sullo strapiombo…. ma volete mettere una foto con lo sfondo di Positano, quello del mare e soprattutto su bel precipizio ?
Veniamo richiamati all’ordine da Nino , giustamente , per pericolosità della situazione ed anche per tempo il tragitto è lungo. Piccola svolta sul crinale attraversiamo una breve pineta mediterranea e poi su per poi affrontare l’ultima discesa tra panorami mozzafiato, vento incessante e voglia di arrivare per riposarsi un po’, pensare di fermarsi in quella situazione è impossibile siamo praticamente tra i due golfi in un canalone tra due promontori battuto senza sosta dal vento ;io sono fradicia mi beccherei la polmonite e come me credo tanti si va avanti…. Ultimo tratto davanti a noi Punta Campanelli avvolta dalle nubi ma a tratti fa capolino Capri e d i suoi Faraglioni “ sempre uno spettacolo mozzafiato” Siamo arrivati la prima parte del gruppo è già posizionata per la colazione noi saliamo attraverso gli alberi per goderci il panorama finale…. È tutta nebbia, tutto avvolto da una coltre ovattata ma il vento spinge lontano le nuvole e con un po’ di pazienza riusciamo a riempirci gli occhi di tutta quella meraviglia. Sulla gran croce di ferro salgono Franco, Ciro e la bandiera del Cai sono convinto che se ne avessero avuta un ’altra l’avrebbero lasciata a svettare orgogliosa nel suo essere montanara a conquista dei golfi di Napoli e Salerno.
Riscendiamo sul prato per mangiare qualcosa e cambiarci degli indumenti fradici. Come al mio solito stendo il tutto sui rami li indosserò di nuovo anche perché si suderà ancora e di più di prima …ci aspetta la salita. Mangio pochissimo memore che appesantire lo stomaco crea più difficoltà nella risalita e lo sforzo diventa improbo. Solito scambio di cortesie enogastronomiche risate e brindisi con la mitica grappa di Franco, io invece offro del mirto fatto in casa da me non so nemmeno se è buono non sono pratica di conserve e tisane ma pare che lo abbiamo bevuto in molti e nessuno si è lamentato “ la bottiglia viene gettata via vuota “ e si riparte Angela ,Sabrina ed io insieme e ci avviamo ,inizia la salita, le chiacchiere si allentano il vento continua incessante stiamo attraversando nuovamente il canalone, il sudore mi si sta ghiacciando addosso è un continuo di mettere e levare giacca, maglietta, pile senza soluzione di continuità. Il serpentone umano si snoda lungo il versante tutto in salita la bandiera svetta come al solito in alto….. tanto più in alto. comincio a rallentare ma non sono proprio l’ultima e pure se lo fossi poco mi importa , faccio escursioni per stare nella natura per godere della convivialità per sentire la pace non mi interessa fare le gare Continuiamo a salire ringrazio
Angela che mi è stata di supporto in un paio di momenti di stanchezza seri ,avrei voluto un elicottero che mi portasse direttamente su, ma piano piano ce l’ho fatta. Arriviamo alla chiesa e poi nell’unico ristorante del paesino di Santa Maria del Castello, ci ha promesso un piatto di spaghetti aglio ed olio e una bella birra fredda. Momento di organizzazione tra chi va via chi si trattiene solo per una birra e chi resta . Indossiamo scarpe più comode e magliette asciutte e ci accomodiamo al ristorante in due magnifiche tavolate a far da contorno ad una famiglia che festeggiava un battesimo. A questo punto si è scatenata la baldoria canti, brindisi, chiacchiere foto e caciara senza fine ;Anna è riuscita anche a coinvolgere i parenti della creatura festeggiata in un brindisi collettivo insomma in poche parole abbiamo animato una festa molto ma molto classica.
Ci sono divertiti tutti compresi gli invitati che hanno avuto gli animatori gratuiti Lo spaghetto di per se non era il massimo ma poco importava, tutti allegri tutti stanchi e contenti. Baci abbracci saluti e ultimi brindisi qualcuno ormai brillo e via tutti verso…….il mostruoso traffico della costiera ma non importa la giornata è stata perfetta per luogo panorami e compagnia.
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