Rita e l'equilibrio |
Dopo gli ultimi avvenimenti delle gole del Raganello l'attenzione è estrema anche se la tipologia di territorio è completamente diversa ed non conformata alle piene. Le mute umide stanno creando un connubio con il calore corporeo che è meglio che non ci penso ma fortunatamente smette di piovere e scendiamo fino ad iniziare il percorso. Immergendoci nell'acqua si ha una sensazione magnifica, non si avverte nessuna freddo e la soddisfazione di fare qualcosa di unico è grande. Si inizia con un bel tuffo .....si lanciano , io no preferisco scendere con calma scivolando sulle rocce. Anni fa probabilmente sarei stata la prima ma il livello di intraprendenza ed incoscienza e inversamente proporzionale all'età più vai aventi e più sei prudente.
Il percorso fluviale si snoda tra una natura ancora incontaminata percorrendo il greto del fiume Titerno, attraversando canyon , pareti che innalzano verso il cielo azzurro, piscine naturale ed una natura assolutamente selvaggia. Tra le rocce spunta una pianta di pomodoro, Mario ne ha preso un germoglio che ha piantato in casa probabilmente qualcuno deve averne mangiato e li è nata la pianta ..quando la natura è assolutamente padrona. Arriviamo al ponte del mulino ancora li dopo dagli anni cinquanta,veniva usato per attraversare il fiume .Seconda parte dei tuffi, tutti in fila anche io, tuffi, rituffi e capriole ed io ferma sul ponte poi come in un sketch di mr Bean torno indietro e scendo scivolando sulle rocce...divertente lo stesso.
Il percorso prosegue tra le rocce immersi fino al collo nell'acqua oppure solo camminando tra i massi.Nel frattempo le scarpe sono diventate di piombo bagnate zuppe, i calzini sono spugne che assorbono per la sicurezza vanno usate queste o al massimo quelle da ginnastica serie ,la caviglia deve restare ferma, i dislivelli sui massi resi scivolosi dall'acqua sono continui quindi pericolosi per la stabilità del piede Continuiamo fino a che una breve cascata crea un divertentissimo toboga, due curve scivolando insieme all'acqua. Filippo aspetta giù Mario ci da indicazioni , braccia conserte, gambe chiuse e lasciarsi andare, il primo è Luca segue Ilaria, i più giovani, che valono nell'acqua. Io mi avvio verso la partenza e insieme a Luigi finiamo sott'acqua che,con una certa pressione, ci spinge fra le rocce scivolose...Mr Bean torna indietro tipo gambero sfidando acqua corrente e rocce, anche per questa parte passo .Mario mi accompagna scavalcando il toboga e riscendiamo subito dopo.
Ultimo tratto nuotando in una piscina naturale che si infila tra le rocce scoscese. l'acqua è alta si nuota. Ora non mi ferma nessuno procedo insieme a Filippo, lo spettacolo è mozzafiato...raggi di luce, filtrano tra i rami degli alberi che si protendono verso il canyon e le pareti scoscese. Mi giro e nuoto a dorso , vorrei trasferire l'emozione e la sensazione, l'acqua fresca che mi avvolgeva in alto un cielo azzurro luminoso che contrasta con il verde degli alberi, le pareti scure umide che scendevano fino all'acqua, il silenzio e l'eco delle nostre voci che si rincorrono fra i massi insieme allo sciacquio delle bracciate, ci sono circa trecento metri da percorrere ma non mi stanco. arriviamo sulla piccola spiaggia dove qualche mese prima siamo partiti per il percorso con le canoe.
Filippo inizia creare delle stele di pietre che si mantengono in equilibrio le ha disseminate per tutto il percorso sembrano omini che proteggono la forra ma in fondo sono immagini di equilibrio interiore Arrivano gli altri ma la tuta si sta ghiacciando addosso, mi auguro che non mi venga un raffreddore , sono fradicia compresi i capelli che essendo ricci è un problema asciugare. Saliamo verso la strada e percorriamo l'ultimo tratto asfalto fino alle macchine ,sotto di noi il Titerno scorre tra le forre. Ci cambiamo praticamente in piena strada ma non c'è malizia ne vergogna si fa tutto con naturalezza, bisogna asciugarsi anche se la temperatura è ancora buona non possiamo restare bagnati avvolgo i capelli nell'asciugamano e torniamo in paese.
Grande terzo tempo con birra e focaccine, poi in albergo per una doccia bollente ed alle otto e mezza pronti per la parte eno gastronomica,. Si va da Marcellino già sperimentato questo inverno e vivamente consigliato dagli amici. Anche questa volta non ci delude, evitiamo l'antipasto ma non la zuppa di verdura con il macinato di vitello, i ravioli di ricotta e ortica con sugo di porcini, tagliatelle fatte in casa e poi pecora papera e coniglio, ci scambiamo i piatti per assaggiare tutto, un connubio di sapori antichi, di gusti ormai dimenticati, mi rendo conto che stiamo mangiando il vero biologico mica quello che ti vende il supermercato e che sinceramente mi sa di grande presa per i fondelli per quel mondo dell'apparire che oggi va tanto di moda.Ci raggiunge anche Mario e concludiamo la serata con un bicchiere di nocillo ...chiaramente fatto in casa. Domani si va alle gole di Conca Torta ...continua
Nessun commento:
Posta un commento