Informazioni personali

La mia foto
Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

mercoledì 29 agosto 2018

Un fine settimana a Cusano Mutri trekking fluviale nelle Forre di Lavello

Mi  aspetta un fine settimana adrenalinico , nei limiti delle mie possibilità sia chiaro. Si va con l'associazione Matese Escursioni per un week end di trekking fluviale e discese su teleferiche d'acciaio camminando su una pareti scoscese. Il livello dei percorsi è tranquillo alla mia portata e sopratutto misuro le mie capacità anche se comunque un tantino di adrenalina si scarica.
Rita e l'equilibrio
Ho sessantuno anni ma fino a che questo corpo mi darà la forza e la testa la voglia non mi fermerò. Mi raggiunge il mio amico di roma Luigi ,conosciuto facendo trekking in giro per l'Italia e  con lui ci sarà il fratello,con me parte Ilaria una ragazza giovanissima ed in gamba conosciuta già in altra occasione, domani ci sarà anche la mia amica Paola, tostissima, cammino di Santiago, cammino degli dei ed una serie di salite in montagna con dislivelli seri. Insomma tra le mie amiche sono la più scarsa ma io non desisto..Ci incontriamo tutti a Cusano Mutri ci sistemiamo al B&B Piana la Gatta ormai collaudato dove l'ospitalità di Lucia, padrona di casa, è un piacere e l'ambiente è squisito.   Ci vediamo in piazza alla sede dell'associazione dove abbiamo appuntamento con le nostre guide nonche' amici. Grandi abbracci non ci vediamo da un po' di mesi, tra vacanze ed altro e ci dirigiamo per il luogo dell'appuntamento. Nostri accompagnatori per il trekking fluviale tra le Forre di Lavello saranno Mario e Filippo. Gruppetto di sei si è aggiunto il nostro amico  Pasquale che arriva da Atripalda con Luca. Numero giusto per divertirci, quando si è in tanti diventa meno aggregante  insomma eravamo perfetti. Ci vengono distribuite le mute, l'acqua del fiume è gelida,  sono delle camera di tortura, bagnate e lavate dalla precedente escursione aderentissime e calde....io sembro l'omino Michelin . Scattano le foto che verranno eliminate all'istante, indosso le vecchie scarpe da trekking il percorso attraverserà il greto del fiume tra rocce, sassi e pareti scoscese levigate dall'acqua ,piccole cascate e sotto antichi ponti in pietra.  appena arrivati all'inizio del percorso inizia a piovere ed in breve  diventa acquazzone. Mario ci fa fermare ed aspettiamo, deciderà appena sarà sicuro che smetta .

Dopo gli ultimi avvenimenti delle gole del Raganello  l'attenzione è estrema anche se la tipologia di territorio è completamente diversa ed non conformata alle piene. Le mute umide stanno creando un connubio con il calore corporeo che è meglio che non ci penso  ma fortunatamente smette di piovere e scendiamo fino ad iniziare il percorso. Immergendoci nell'acqua si ha una sensazione magnifica, non si avverte nessuna freddo e la soddisfazione di fare qualcosa di unico è grande. Si  inizia  con un bel tuffo .....si lanciano , io no preferisco scendere con calma scivolando sulle rocce. Anni fa probabilmente sarei stata la prima ma il livello di intraprendenza ed incoscienza e inversamente proporzionale all'età più vai aventi e più sei prudente.

Il percorso fluviale si snoda tra una natura ancora incontaminata percorrendo il greto del fiume Titerno, attraversando canyon , pareti che innalzano verso il cielo azzurro, piscine naturale ed una natura assolutamente selvaggia. Tra le rocce spunta una pianta di pomodoro, Mario ne ha preso un germoglio che ha piantato in casa probabilmente qualcuno deve averne mangiato e li è nata la pianta ..quando la natura è assolutamente padrona. Arriviamo al ponte del mulino  ancora li dopo dagli anni cinquanta,veniva usato per attraversare il fiume .Seconda parte dei tuffi, tutti in fila anche io, tuffi, rituffi e capriole ed io ferma sul ponte poi come in un sketch di mr Bean  torno indietro e scendo scivolando sulle rocce...divertente lo stesso.

Il percorso prosegue tra le rocce immersi fino al collo nell'acqua  oppure solo  camminando tra i massi.Nel frattempo le scarpe sono diventate di piombo bagnate zuppe, i calzini sono spugne che assorbono per la sicurezza vanno usate queste o al massimo quelle da ginnastica serie ,la caviglia deve restare ferma,  i dislivelli sui massi resi scivolosi dall'acqua  sono continui quindi pericolosi per la stabilità del piede Continuiamo fino a che una breve cascata crea un divertentissimo toboga, due curve scivolando insieme all'acqua. Filippo aspetta giù Mario ci da indicazioni , braccia conserte, gambe chiuse e lasciarsi andare, il primo è Luca segue Ilaria, i più giovani, che valono nell'acqua. Io mi avvio verso la partenza e insieme a Luigi finiamo sott'acqua che,con una certa pressione, ci spinge fra le rocce scivolose...Mr Bean torna indietro tipo gambero sfidando acqua corrente e rocce, anche per questa parte passo .Mario mi accompagna scavalcando il toboga e riscendiamo subito dopo.

Ultimo tratto nuotando in una piscina naturale che si infila tra le rocce scoscese. l'acqua è alta si nuota. Ora non mi ferma nessuno procedo insieme a Filippo, lo spettacolo è mozzafiato...raggi di luce, filtrano tra i rami degli alberi che si protendono verso il canyon e le pareti scoscese. Mi giro e nuoto a dorso , vorrei trasferire l'emozione e la sensazione, l'acqua fresca che mi avvolgeva in alto un cielo azzurro luminoso che contrasta con il verde degli alberi, le pareti scure umide che scendevano fino all'acqua, il silenzio e l'eco delle nostre voci che si rincorrono fra i massi insieme allo sciacquio delle bracciate, ci sono circa trecento metri da percorrere ma non mi stanco. arriviamo sulla piccola spiaggia dove qualche mese prima siamo partiti per il percorso con le canoe.

Filippo inizia  creare delle stele di pietre che si mantengono in equilibrio le ha disseminate per tutto il percorso sembrano omini che proteggono la forra ma in fondo sono immagini di equilibrio interiore  Arrivano gli altri ma la tuta si sta ghiacciando  addosso, mi auguro che non mi venga un raffreddore , sono fradicia compresi i capelli  che essendo ricci è un problema asciugare. Saliamo verso la strada e percorriamo l'ultimo tratto asfalto fino alle macchine ,sotto di noi il Titerno scorre tra le forre.  Ci cambiamo praticamente in piena strada ma non c'è malizia ne vergogna si fa tutto con naturalezza, bisogna asciugarsi anche se la temperatura è ancora buona non possiamo restare bagnati avvolgo i capelli nell'asciugamano e torniamo in paese.
Grande terzo tempo con birra e focaccine, poi in albergo per una doccia bollente ed alle otto e mezza pronti per la parte eno gastronomica,. Si va da Marcellino già sperimentato questo inverno e vivamente consigliato  dagli amici. Anche questa volta non ci delude, evitiamo l'antipasto ma non la zuppa di verdura con il macinato di vitello, i ravioli di ricotta e ortica con sugo di porcini, tagliatelle fatte in casa e poi pecora papera e coniglio, ci scambiamo i piatti per assaggiare tutto, un connubio di sapori antichi, di gusti ormai dimenticati, mi rendo conto che stiamo mangiando il vero biologico mica quello che ti vende il supermercato e che sinceramente mi sa di grande presa  per i fondelli per quel mondo dell'apparire che oggi va tanto di moda.Ci raggiunge anche Mario  e concludiamo la serata con un bicchiere di nocillo ...chiaramente fatto in casa. Domani si va alle gole di Conca Torta ...continua

Nessun commento: