Come era prevedibile, il kebab mangiato ieri sera è risultato direttamente proporzionale allo stinco di maiale di Berlino per cui alle 5 del mattino ho dovuto provvedere ad arginare il mio stomaco con una bustina di gastroprotettore accompagnando il tutto con le preghiere dei mujaheddin cche arrivvano dalle finestre nonostante fossero chiuse .Alle sette sono sveglia come al solito,ed in pole position per il caffè brodazza e sveglio la mia amica portandole in camera la stessa sbrodazza. La giornata sarà impegnativa il nostro programma di viaggio è particolarmente serrato quindi ci prepariamo velocemente preoccupandoci di vestire il modo pesante, fa veramente freddo, e di equipaggiarci per la pioggia che minaccia da un momento all'altro. Decidiamo di muoverci a piedi e cartina alla mano raggiungiamo la moschea blu in 10 minuti Abbiamo preferito evitare quartieri commerciali e turistici decidendo di soggiornare a Sultanamet che se di sera è un tantino ostica e forse anche pericolosa ma di giorno ti permette di passeggiare tranquillamente e di vivere la quotidianità degli abitanti di questa città,donne in burca comprese. Oltretutto è il luogo dove sono raggruppate tutte le attrazioni turistiche ed i punti di interesse... quindi sostanzialmente perfetto
La moschea di notte illuminata è bellissima ma non lo è da meno di giorno. Un attimo di difficoltà per capire dove si potesse entrare e poi levate scarpe come tutti , è proibito della loro religione in quanto sporche, entriamo in moschea.
L'impatto è magnifico al centro,chiaramente interdetto ai turisti, il luogo della preghiera dove i musulmani si inginocchiano,ai lati le vetrate policrome e le piastrelle di Iznir creano effetti luminosi bellissimi "pare non siano più quelle originali,"lo spettacolo è magnifico,le semicupole e la cupola sono decorate con delicati arabeschi dipinti.
I
I
Giro di rito ed usciamo recuperando le scarpe siamo felici di aver visto la bellezza di quel luogo e di quanto stiamo imparando sulla cultura di un popolo profondamente diverso dal nostro. Abbiamo già incontrato ,con aspetti meno integralistici ma sicuramente architettonicamente simili, la cultura islamica nel nostro viaggio in Andalusia ed in particolare nella visita all'ALAMBRA di Granada. ma tutto è sempre spettacolo.
Uscendo ci dirigiamo verso Haghia Sofia che è praticamente di fronte
ma prima della visita decidiamo di rifocillarci con un tipico pane a ciambella rivestito di sesamo il SIMIT classico street food , i turchi poi innaffiamo il tutto con un bicchiere di tè caldissimo servito nel tipico bicchierino che con il freddo così pungente si è rilevato anche per noi occidentali perfetto e ritemprante
Haghia Sofia in Greco, Sancta Sophia in latino, Church of the Divine Spirit in Inglese, Santa Sofia in italiano è l'edificio più famoso di Istanbul, la sua storia,iniziata con l'imperatore Giustiniano è lunga ed affascinante: la chiesa restò cristiana fino all'anno della presa di Costantinopoli da parte degli Islamici e reclamata per trasformarla in moschea. Il luogo è di grande significato sia per i cristiani sia per i mussulmani e fu trasformato in museo nel 1934 da Mustafa Kemal Atatürk, militare e politico turco,fondatore e primo presidente della Repubblica Turca
Uscendo dalla chiesa si può vedere sulla destra la fontana delle abluzioni mentre sulla sinistra è situato quello che in epoca cristiana era il battistero;anche questa volta mi viene spontaneo il pensiero che le religioni possono convivere nel rispetto le une delle altre e siti come questo ne sono la prova.
Nessun commento:
Posta un commento