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Continuiamo a camminare e,come per tutte le nostre ultime sere nelle città che visitiamo,non seguiamo nessuna indicazione;ci incamminiamo senza meta prendendo decisioni estemporanee sia per il locale dove eventualmente cenare sia per eventuali ulteriori zone da scoprire; ci godiamo il cortile, i suoi locali,l'architettura e ancora una volta ritorniamo sulla Istiklal, non abbiamo ancora deciso dove cenare,è tutto talmente particolare ed invitante che non sappiamo più dove fermarci, ridiscendiamo in un altro vicoletto e ci troviamo tra i tavolini di bar dove si ascolta musica dal vivo e si fuma il narghilè, avrei voluto fumare anch'io,un'esperienza che chi ha fatto ha raccontato come molto piacevole usano solo aromi naturali e tabacco ma avendo smesso di fumare da soli 10 giorni non ho voluto assolutamente rischiare e con me ha rinunciato la mia amica.Tra i ristoranti della Istiklal ce ne avevano colpito un paio dove delle donne in abiti tradizionali sedute su degli altissimi scabelli imbottiti impastavano forme di pane che trasformavano in sottili piadine cotte su una piastra incandescente e riempite di verdure o carne, tutto senza fermarsi un attimo:impastavano, stendevano,. cuocevano,imbottivano come in una catena di montaggio.Sicuramente luoghi turistici ma ogni tanto fa anche piacere entrare nelllo status del turista classico e lasciare per un attimo il ruolo di quello a tutti i costi alternativo.Decidiamo di entrare ed ancora una volta mi meraviglio dal notare che il posto è frequentato da gente del luogo, le uniche turiste siamo noi e alcuni avventori in un tavolo dall'altra parte della sala, abbiamo ancora una volta scelto bene.......................continua..............
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