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Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

lunedì 3 dicembre 2018

Sulla vetta del Monte Taburno

Sono diverse domeniche che non riesco ad uscire in escursione in particolare con Costa delle Sirene ,la mia associazione preferita  per organizzazione e per frequentazioni tali da creare delle belle amicizie . Due fine settimana di perturbazioni a catena e qualche frana sul territorio ci hanno bloccato a casa. Stamattina si parte verso il Taburno  nel Beneventano. Il massiccio montuoso che si staglia tra i Monti del Matese nel Casertano e quelli del Partenio nell'Avellinese. Dalla città di Benevento il massiccio prende l'aspetto di una donna supina con la testa verso la Valle Telesina ed i piedi in direzione della Valle Caudina.

Oggi parto con Cinzia e con noi Teodoro e Sabrina, Tendiamo a creare l'equipaggio , non per dividere le spese come usa in alcuni casi, ma per avere compagnia o di disponibilità di auto. Oggi c'è il sole, ci aspetta una bellissima giornata. Purtroppo, come a volte capita, sbagliamo strada anche supportati dal navigatore che ha dato i numeri , come usa dire dalle nostre partii ed arriviamo per ultimi. Ci stanno aspettando al punto d'incontro belli freschi freschi.
Il parcheggio ed il relativo attacco del sentiero sono in una faggeta tutta in ombra ed avvolta  da un'ovatta bianca e umidiccia che più che fredda è talmente bagnata che in un attimo ti penetra nelle ossa. Siamo un gruppo numeroso , molte facce nuove e qualche vecchia conoscenza ... bel gruppo come sempre.. Briefing di Anna come è corretto sui termini e le condizione delle nostre escursioni e si parte. Entriamo nel bosco attraverso un cancello, il viale è ricoperto di foglie rosse, i faggi si innalzano   perdendosi nella nebbia, la spettacolo è suggestivo ho la sensazione di essere in un libro delle elementare. Marco, mio buon amico di tante escursioni ,riesce a fotografarmi sul primo tratto mentre tutti sono ancora dietro....bellissima foto ....La salita inizia dolcemente, come piace a me, ci inoltriamo nel bosco mentre il sole cerca di farsi largo tra la nebbia ed il rami degli alberi che gocciolano umidità. Sembra che lottino o forse voglio immaginare che cerchino di fondersi in uno spettacolo liquido e soffice. Accanto a me Nicola, non ci siamo mai incontrati e scopro che abbiamo un'amica in comune, una delle mie miglior amiche se non l'amica, la compagna di viaggi , di momenti felici e grande supporto per quelli difficili. Il sentiero si apre su un pianoro, lasciamo alcune aree attrezzate oggi chiaramente sono deserte. Luoghi affollati d'estate da chi cerca refrigerio all'afa  e d'autunno per le ultime gite prima del freddo magari cuocendo la carne su un fuoco ricavato tra le pietre come se ne vedono in giro.

Neanche su questo tratto pianeggiante la nebbia si dirada è ancora avvolgente anche se verso l'altro si intravedono sprazzi di azzurro"speriamo si diradi" Si ricomincia a salire e gli  alberi si richiudono in questo paesaggio autunnale,mi mancano un poco i colori tipico di questa stagione , ma siamo ormai quasi in inverno e le foglie sono tutte per terra,creano un manto  nel quale affondiamo fin quasi al polpaccio. Mi soffermo a pensare a quanto anche le nostre montagne sono bellissime..il Matese , il Partenio , il Taburno ed anche i Lattari ... magari non arrivano neanche ai duemila ma sono belle  e sempre montagne sono .
Ultimo tratto in salita un tantino più in pendenza, camminiamo tra i rami gocciolanti mentre il sole si rifrange e crea stelle di luce . siamo in cima e si apre uno spettacolo luminoso.  Sotto di noi la Valle Caudina , a destra i monti del Matese innevati a sinistra sbuca tra le nuvole ovattate il Vesuvio o almeno credo di aver sentito che fosse lui.
Chiaramente siamo tutti coinvolti nelle foto di rito che da quella posizione sono magnifiche, decidiamo di fare anche quella di gruppo con lo striscione di Costa delle Sirene ed  Anna approfitta del momento per invitarci ad una preghiera per una ragazza che di solito è con noi è che purtroppo ha avuto problemi di saluti.


Ci prendiamo per mano e nessuno si tira indietro  anche chi magari non è cattolico ma simbolicamente è con noi in questo momento.
Ci raggruppiamo dopo questo momento e riprendiamo il cammino che, credo, sia stata la parte più bella di tutto l'escursione. Siamo su una delle cime e camminiamo in un immaginario sentiero che percorre  tutta la cresta. sotto di noi la valle dall'altro lato il bosco, unico aspetto sgradevole i pilastri d'acciaio che si stagliano orrendi verso l'alto con le loro antenne, deturpano in modo veramente osceno questo paesaggio che potrebbe essere incontaminato. Come al solito sono al centro del gruppo ,ne troppo veloce, ne troppo lenta e stavolta ho la possibilità di vivere anche quel magico momento del silenzio, dell'ascolto del vento e della bellezza del paesaggio e.... fortuna ...una mandria di cavalli liberi che galoppano poco più in basso, sembra quasi che stiano correndo sul margine del precipizio. Ecco il motivo del mio  bisogno di andare, di lasciarmi trasportare nella natura, queste emozioni sono uniche ed irripetibili. Il percorso si conclude su un piccolo tratto pianeggiante, pausa tecnica e per rifocillarci. E' però presto per mangiare ,ma un frutto e un poco di frutta secca ci sta tutta e poi c'è il sole e si sta benissimo seduti o stesi  a scaldarci .
Mancano ancora circa duecento metri per la vetta più alta del massiccio ...che vedo davanti a me.... e si riparte Scendiamo verso il bosco ma nel frattempo comincio ad avvertire il tipico dolore pungente nel fianco, sono reduce da una bruttissima colica biliare che mi ha massacrato per diversi giorni. Sto meglio ma non bene forse non sarei dovuta venire ma era troppa la voglia di andare in escursione ed anche di vedere gli amici. Mi fermo per riprendere fiato e guardando in alto mi accorgo che la salita da affrontare è in particolare pendenza oltretutto attraversando un fitto bosco molto umido...non credo di farcela e sopratutto se mi riprende la colica ci vuole l'eliambulanza. Avverto Anna che non ce la faccio le propongo di aspettarli al ritorno magari sistemandomi al sole, ma chiaramente non mi lascia ,molto professionalmente non mi lascia sola, già è capitato sul Monte Meta.
Anna è una professionista non lascia indietro nessuno. Passa il suo Walki a Carmelo e gli chiede di fare da retroguardia io e lei scenderemo per il sentiero cai che velocemente ci riporterà alle macchine ...è un tantino in pendenza ed a causa dell'umidità scivoloso, ma con le dovute attenzioni nel giro di trenta minuti forse anche meno siamo alle macchine. Oltre ad essere la nostra guida ,Anna è anche una mia carissima amica , insieme siamo state a Marettimo, alla Riserva dello Zingaro ed in Valle d'Aosta,spesso ci facciamo compagnia e condividiamo le nostre quotidianità, spero che questo abbia fatto si che le pesasse un poco meno non essere salita con gli altri. Ci sistemiamo per mangiare qualcosa e ci raccontiamo ma il freddo penetra senza tregua , non bastano cappelli guanti sciarpe e varie. Ci fiondiamo in macchina accendendo il riscaldamento al massimo e  quando eravamo ormai allo sfinimento vediamo arrivare gli altri alla spicciolati ed entusiasti  del panorama visto dall'alto. Ci salutiamo velocemente e qualcuno mi chiede come mi sento La giornata prosegue con la visita la castello di Montesarchio  ma noi decidiamo di rientrare  Ci fermeremo in un piccolo ma fornitissimo e delizioso bar del paesino per un terzo tempo a base ...stavolta....di tisane e biscottini.

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