Scendiamo dal CitySightseeing alla fermata dei quattro canti e proseguiamo
lungo la Via Vittorio Emanuele, dove, a pochi metri sulla destra c’è la via
Paternostro e la rosticceria San Francesco. La via Vittorio Emanuele è un
concentrato di architettura urbana: palazzi aristocratici di squisita
architettura barocca , chiese e
conventi. Purtroppo però dai quattro canti a
scendere in molti di questi palazzi l'aspetto diventa fatiscente; balconi con splendide
ringhiere prive di pavimento, infissi in legno completamente distrutti e in
precario equilibrio ,vecchi negozi
abbandonati con vetrine sporche e divelte insomma tutto molto triste. Peccato anche perchè
tanto è stato fatto per i restauri di molte altre zone della città ma sono anni che in questo luogo così storicamente rilevante non viene svolto nessun intervento
Entriamo in rosticceria e veniamo avvolte da odori e colori meravigliosi, per ordinare bisogna attendere un bella coda di persone ma non ci lasciamo impressionare. Scegliamo due classiche arancine e due cannoli mignon,abbiamo deciso di iniziare il nostro tour gastronomico con la dovuta calma in quanto l’intenzione è quella di assaggiare tutta la cultura gastronimica palermitana. Dovrò però rinunciare al famoso panino con la meusa (milza) specialità locale da gustare semplice o maritata (farcita di caciocavallo). La milza viene fritta in un calderone pieno di sugna(grasso)bollente e con questa si farcisce un panino con morbida mollica che si inzuppa sia del grasso della frittura che del sapore della milza stessa ”NON CE LA FACCIO” sicuramenteè un piatto prelibato ma a me non piace e poi la mia colestisti potrebbe avere un tracollo La rosticceria è uno spaccato di architettura liberti affascinate. La sua storia inizia quando, dopo 25 anni passati come maestro di cucina al servizio dei Principi di Cattolica, Salvatore Alaimo riceve in dono la cappella sconsacrata di un antico palazzo nel cuore di Palermo e decide di cucinare per il popolo Nel 1901 l’architetto Ernesto Basile, mentre siede ad un tavolo della Focacceria, disegna su una tovaglia l’attuale logo, il prospetto del locale, i tavoli in ghisa e le sedie in ferro battuto e così è rimasto da allora
Entriamo in rosticceria e veniamo avvolte da odori e colori meravigliosi, per ordinare bisogna attendere un bella coda di persone ma non ci lasciamo impressionare. Scegliamo due classiche arancine e due cannoli mignon,abbiamo deciso di iniziare il nostro tour gastronomico con la dovuta calma in quanto l’intenzione è quella di assaggiare tutta la cultura gastronimica palermitana. Dovrò però rinunciare al famoso panino con la meusa (milza) specialità locale da gustare semplice o maritata (farcita di caciocavallo). La milza viene fritta in un calderone pieno di sugna(grasso)bollente e con questa si farcisce un panino con morbida mollica che si inzuppa sia del grasso della frittura che del sapore della milza stessa ”NON CE LA FACCIO” sicuramenteè un piatto prelibato ma a me non piace e poi la mia colestisti potrebbe avere un tracollo La rosticceria è uno spaccato di architettura liberti affascinate. La sua storia inizia quando, dopo 25 anni passati come maestro di cucina al servizio dei Principi di Cattolica, Salvatore Alaimo riceve in dono la cappella sconsacrata di un antico palazzo nel cuore di Palermo e decide di cucinare per il popolo Nel 1901 l’architetto Ernesto Basile, mentre siede ad un tavolo della Focacceria, disegna su una tovaglia l’attuale logo, il prospetto del locale, i tavoli in ghisa e le sedie in ferro battuto e così è rimasto da allora
Ci sediamo per gustare le arancine ed ammirare la bellissima architettura
del locale
Rientriamo che è la controra tipica espressione napoletana per indicare
le ore che vanno dalle 14 alle 17 quando il caldo è opprimente e l'unico
sollievo é riposare tra lenzuola fresche di bucato in una stanza con le imposte
accostaste a fare ombra “ricordi d’infanzia” oggi è impossibile con i ritmi che viviamo ma siamo in vacanza e ce lo possiamo
permettere.
Alle 17 ci avviamo verso Piazza Politeama al capolinea della linea blu del CitySightseeing per completare
il giro di Palermo.
Il caldo è impossibile il sole è ancora alto ma è l'ultima corsa del giorno Troviamo due posti proprio davanti ci ficchiamo il cappello e inizia il giro. Prima tappa il giardino Inglese
magnifico parco ricco di esemplari che provengono da tutto il mondo; si
prosegue per la via Dante fino alla Villa Malfitano che costituisce un’importante documento, una straordinaria testimonianza
di cultura in stile Art Nouveaun La villa fu
voluta da Giuseppe Whitaker che scelse Palermo come sua città e vi fece costruire Villa Malfitano
Giuseppe Whitaker fu un personaggio di spicco nella comunità anglopalermitana di fine ‘800,uomo dalle indiscutibili capacità imprenditoriali accoppiava attitudini e passione per la ricerca naturalistica a quella per la storia e l'archeologia, fu uomo di grande sensibilità e gusto artistico. Riempì Villa Malfitano di collezioni di coralli, arazzi, libri, opere d’arte e di antiquariato rari e preziosi. La villa è circondata da ben 7 ettari di magnifico giardino all’Inglese.
Giuseppe Whitaker fu un personaggio di spicco nella comunità anglopalermitana di fine ‘800,uomo dalle indiscutibili capacità imprenditoriali accoppiava attitudini e passione per la ricerca naturalistica a quella per la storia e l'archeologia, fu uomo di grande sensibilità e gusto artistico. Riempì Villa Malfitano di collezioni di coralli, arazzi, libri, opere d’arte e di antiquariato rari e preziosi. La villa è circondata da ben 7 ettari di magnifico giardino all’Inglese.
Proseguiamo il giro passando davanti ai giardini del castello della Zisa che si intravede
in lontananza e di cui vi parlerò in seguito dopo averla visitata come è giusto
per un sito così rilevante. Il bus scende
poi verso Piazza Castelnuovo ed il Teatro Massimo costeggiando il Mercato del Capo che
conosciamo benissimo e che continueremo a frequentare quasi tutti i giorni a
venire.
Percorriamo la zona del porto e risalimo verso
il capolinea di piazza Politeama.
Questo secondo giro è stato molto più breve e meno turistico ma abbiamo attraversando la Via Dante ed il Corso Finocchiaro Aprile abbiamo potuto vedere i luoghi attraverso i quali
scorre la quotidianità dei Palermitani
Torniamo
in Hotel per una doccia e per cambiarci… stasera si cena a Mondello
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