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Viaggiare è come sognare,la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva la memoria della meta da cui è tornato

giovedì 9 giugno 2016

Da Nerano a Punta Campanella

E finalmente si va a Punta Campanella, una serie di impegni, il mio menisco infiammato ed il cattivo tempo mi hanno impedito di partecipare alle precedenti escursioni, oggi gira nel verso giusto il tempo è magnifico ed il menisco è tranquillo
Con me un ‘amica di viaggio e passeggiate che si accinge ad intraprendere questa nuova avventura ed una ragazze del gruppo escursionistico che mi ha chiesto un passaggio.
Organizzano di sabato e la cosa mi fa piacere in quanto siamo nel ponte del 2 giugno ed il rischio traffico della domenica e del rientro è altissimo.
Partenza alle 7 da Napoli e appuntamento a Nerano alle 9 , qualche momento di indecisione sul percorso ma alla fine arriviamo puntuali, solite formalità e si parte.
Il percorso partirà da Nerano per Monte San Costanzo - Discesa per Pezzalonga fino a Punta Campanellaed infine discesa nella grotta di Minervae si concluderà  a Terminie rientro a Nerano.

L’inizio è tostissimo almeno per me che non faccio escursioni da più di 2 mesi Praticamente ci arrampichiamo lungo i sentieri, temo per il mio ginocchio e cerco di spostare tutto il peso sulle braccia e sui bastoncini .
"Fiato corto ..e continuiamo a salire.Tutte le volte mi chiedo perché lo faccio ma poi quando rientro a casa non vedo l’ora di ripartire" Il primo obbiettivo è Monte San Costanzo proseguendo il sentiero diventa meno impervio ma non meno in salita. Gli odori del magnifico bosco di pini è intensissimo sulla mia sinistra il mare e gli isolotti di li galli e se ci fosse silenzio si riuscirebbe ad ascoltare il suono del vento e del mare ; ma si chiacchiera e qualcuno anche a sproposito comunque….
Baia Di Jeranto
Siamo in cima o meglio da questo punto, una scala di pietra calcarea ci conduce alla chiesetta di San Costanzo. A destra, una veduta dall’alto della Baia di Jeranto; di fronte, i tre isolotti de Li Galli. Dalla sommità della cima di San Costanzo il panorama si apre a 360 gradi su tutto il territorio di Massa Lubrense, il paesaggio si estende dal golfo di Napoli a quello di Salerno, con l’imponente Vesuvio, le isole di Ischia e di Procida. Un ultimo sforzo e ci fermiamo per una pausa, stavolta l’acqua non basterà non ci sono fontane o punti di approvvigionamento  ne ho solo un litro ed il caldo è torrido ….la vedo nera. Mangio un arancia nella speranza di sentire meno la sete e bevo pochissimo, la bottiglia è ancora abbastanza piena ma la strada è ancora tanta Foto di rito al panorama  mozzafiato in queste escursione ogni volta credi di aver raggiunto il massimo della bellezza ed invece c’è sempre di meglio.

Si torna indietro per la scala e la pineta e sinceramente non ricordo se abbiamo anche raggiunto la cima del” Monte Croce “ ma sicuramente abbiamo ancora una volta attraversato la magnifica pineta e siamo arrivati su di un privilegiato punto panoramico  sul promontorio di Punta Campanella e sull’incantevole isola di Capri. Costeggiamo la pineta   di San Costanzo, che aggira la cima del Monte Santa Croce  e  la baia di  Jeranto  lo spettacolo è magnifico vorrei poter riportare i bellissimi colori del mare e della vegetazione.
Baia di Jeranto
Ed ecco davanti a noi il sentiero stretto e tortuoso che termina con la torre Minerva sull'estremità di Punta Campanella. La discesa è la parte più impegnativa; sentiero sconnesso , pietre scivolose e punti esposti lo rendono pericolosissimo. Il gruppo si è diviso c’è un’avanguardia nella quale spicca la mia amica Eugenia che neofita del trekking e preoccupata sta comunque dando il meglio di se stessa tenendo il passo del nostro capo guida;un gruppo centrale nel quale ci sono io ed un ragazzo che continua a parlare di cibo, di fantomatici scialatielli con i frutti di mare, vorrei zittirlo ma non lo faccio  ho una tale sete che sento lo scialattiello che si azzecca in bocca e poi a me gli scialatielli non mi piacciano; i frutti di mare vanno con i vermicelli rigorosamente trafilati al bronzo. Dietro, parecchio più indietro, un folto gruppo di escursionisti.

Foto della mia amica Eugenia
La discesa è sempre più impegnativa bisogna fare estrema attenzione, in alcuni tratti esposti si può vedere la falesia e sotto il mare ;confesso che ho  paura di cadere, i dislivelli sono impegnativi faccio leva sui bastoncini per dare supporto alla gambe sono preoccupata che il mio ginocchio ceda, la fatica è tale che non riesco ad alzare bene una gamba e inciampo fortunatamente la mano blocca una rovinosa caduta a faccia a terra sulle rocce. Sotto di noi la Torre della Minerva , il mare, i faraglioni  Capri , la baia di Jeranto …. riposo e infine … il paradiso nelle mani.


Siamo arrivati  cerchiamo un posto all’ombra per rifocillarci ma è praticamente impossibile siamo sotto il sole a picco meno male che c’è vento. Una parte del gruppo scende alla grotta della Minerva a fare il bagno io non me la sento la discesa è a picco sulla falesia ed è praticamente è una fenditura nella roccia ,bisogna arrampicarsi. Ho già fatto un percorso in arrampicata ma avevo corde e caschetto non me la sento rinuncio non senza un pizzico di invidia. Mangiamo i nostri panini e bevo l acqua rimasta ho saputo che il percorso è ad anello e quindi non dobbiamo risalire per il Monte San Costanzo ma per una strada per metà sterrata e per metà asfaltata che ci porterà a Termini.
Qualche chiacchiera con le compagne di escursione e poi cerco un posticino tranquillo lo trovo  spostato leggermente a destra della torre dietro alcuni cespugli ; è un terrazzo sterrato sul mare Davanti a me Capri a destra in lontananza e dietro di foschia Ischia e Procida ….che vuoi di più Mi rilasso ascolto il vento, i gabbiani respiro odori d’infanzia sento il sole che mi conforta amo questo sport, amo queste giornate.

Alle 15 appuntamento con tutto il gruppo, con chi ha fatto il bagno alla grotta, con chi si è steso al sole e con chi come me si è goduto il silenzio. Si sale stavolta non ci sono pericoli solo tanto caldo e fatica e poi la sete un incubo . Chiaramente ci dividiamo solito gruppo di avanguardia, alcuni nel mezzo tra cui io ed il ragazzo degli scialatielli ed una lontana retroguardia. La strada è fiancheggiata da una meravigliosa vegetazioni ginestre e bouganville in una esplosione di colori, ma sembra che la salita non debba finire più, troviamo una scorciatoia e semino lo scialatiello. Pochi metri  e finalmente un centro abitato, una signora che pulisce il giardino. Le chiediamo se stiamo per arrivare a Nerano ,lei ci segnala che stiamo per arrivare a Termini mi viene un colpo ma ci tranquillizza spiegando che poi è tutto in discesa, a questo punto con aria supplichevole e pietosa le chiedo da bere, non si rifiuta e insieme alla mia  compagna di avventura ci finiamo una bottiglia da due litri stavo per morire disidratata.
Salutiamo ringraziamo e fatti pochi metri di salita bella tosta sbuchiamo sulla strada accanto ad un locale dove sono già seduti ed a riposo tutti gli avanguardisti che sorseggiano granite di limone. Un tavolo praticamente sul marciapiede ospita un gruppo di villeggianti che pranzano.
Noi siamo inguardabili sudati, sporchi, capelli che vanno dove vogliono, mi cambio la maglietta davanti a tutti non me ne importa sono praticamente fradicia. Compriamo acqua e granita di limone e ci rilassiamo  ma dopo un po’ ,con l’equipaggio della mia macchina, decidiamo di salutare e tornare a Nerano per rientrare. Dobbiamo ancora fare un tratto di cammino  poi in macchina almeno un’altra ora e mezza fino a Napoli come al solito il ritorno sarà stressante per traffico e stanchezza ma ne valeva assolutamente la pena anzi ne va assolutamente sempre la pena





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