Ci svegliamo come al solito molto presto.
Mi affaccio dalla il panorama è incantevole anche se stamattina piove ma ho
ancora impresso nella mia mente la sensazione provata ieri sera. Davanti il
mare di Marmara, in lontananza le isole dei principi, alla mia destra la chiesa
di Santa Sophia illuminata ed a completare lo spettacolo la colonna sonora dei Mujaheddin e la loro
preghiera” sono in oriente”
Cartina alla mano ci avviamo verso L'Old Bazar primo appuntamento della giornata,
poi proseguiremo per il mercato delle spezie.Ci affidiamo al nostro senso
di orientamento, ormai affinato e iniziamo la salita verso il quartiere di
Gedikpasa.
Attraversiamo un intreccio di vicoli dai marciapiedi poco solidi e
scivolosissimi dove si affacciano decine e decine di botteghe di calzolai,negozi
di scarpe e pellami alternati a rosticcerie e ristorantini dove in enormi
friggitrici cuoce qualsiasi alimento commestibile.
L'odore è intenso e pur essendo solo le nove del mattino mangiano tutti di
gusto. Sinceramente per noi è troppo presto anche se un assaggio della cucina
locale ci avrebbe sicuramente gratificato,forse un po di meno allo stomaco.
Saliamo sotto una pioggia incessante e finalmente sbuchiamo sulla Ordu Caddesi
,una delle strade principali di Istanbul. Scavalchiamo una serie infinita di
binari del tram e rischiando di essere investite dal flusso ininterrotto delle
auto riusciamo finalmente ad entrare nell’Old Bazar tra una fiumana di persone
che si strige in questo antro scuro che ingoia umani..una leggera sensazione di
oppressione mi prende
Riusciamo faticosamente ad entrare in quello che nel passato era
probabilmente un caravanserraglio, ci guardiamo stupefatte, mai visto un luogo
dove potesse coesistere una tale quantità di negozi ordinati per merceologia e
per grandezza.
Nel primo
corridoio le gioiellerie, in mostra decine e decine di collane e giri d'oro ed
argento tanto brillanti da ferire gli occhi e come in un girone dantesco
si susseguivano negozi di tessuti, oggetti per la casa, abbigliamento,
alimenti e chi più ne vuole più ne metta ,un labirinto. Ad ogni ingresso di
bottega un commesso cercava di farti entrare con offerte e lusinghe,
l’abbordaggio avveniva chiedendo la nazionalità o per meglio dire
identificandoci come spagnole, al nostro diniego continuavano chiedendoci se
fossimo Bergamasche”credo girasse qualche gruppo vacanze del nord”
Dopo ore ed
ora in giro fra i negozi e tentativi di vendita confesso che eravamo
frastornate e soprattutto poco lucide , se non fossimo uscite avremmo comprato
qualsiasi cosa, un lavaggio del cervello continuo, il mercato è magnifico,
unico nel suo genere e assolutamente da non perdere ma ci vuole tanta pazienza
per visitarlo tutto. Riprendiamo la cartina e ci cimentiamo nella ricerca del
famoso mercato delle spezie finendo in uno dei quartieri meno turistici di
Istanbul.
C siamo ritrovate immerse in una cultura profondamente lontana dalla nostra, neanche volendo avremmo potuto vivere l’esperienza meno turistica che potevamo immaginare. Sotto la pioggia incessante camminavamo tra susseguirsi di negozi di biancheria intima da far invidia al quartiere a luci rosse di Amsterdam e vetrine di abiti coloratissimi, scollatissimi e cargianti in colori impossibili, negozi di stoffe e di alimentari, una casba all'aperto, per strada uomini sotto la pioggia a fare nulla e donnein abiti e capporti informi e neri indaffarate a comprare, il capo coperto,qualcuna molto bella con gli occhi neri di kashal,altre in burca completamente chiuse al mondo
Mmi sentivo troppo osservata intimorita dai loro sguardi,mi sentivo circondata da un cultura lontanissima dalla mia,dal loro modo di vivere,non ero a mio agio, mi sono sentita oppressa
Sinceramente l'impatto non è stato dei migliori e mi sono sentita felice di essere nata in occidente
Continua a piovere e nelle strade in discesa i rivoli di acqua
trasportavano qualsiasi cosa dando sinceramente una sgradevole sensazione,
dalle friggitorie uscivano effluvi di frittura e nubi di grasso e come
sempre gli uomini senza fare nulla ai lati delle strade e sotto la
pioggia e noi imperterrite con gli occhi puntati addosso, sembrava che ci
spogliassero , continuiamo
la ricerca del marcato delle spezie chiedere informazioni era praticamente impossibile
in quel quartiere.
Ma finalmente
dopo un’infinita serie di giri a vuoto troviamo l’ingresso del mercato,entriamo
in un luogo da mille ed una notte, assolutamente fantastico, colori e
odori si mischiavano in un caleidoscopio profumatissimo quasi da stordire ma assolutamente
affascinante da non perdere assolutamente.
Ci fermiamo incantate ed in un attimo veniamo fagogitate in uno dei negozi dove un commesso in ottimo italiano ci mostra le spezie. ini 20 minuti abbiamo speso circa 50 euro di .... odori, sapori e colori ma è stato bellissimo, abbiamo acquistato l'impossibile, tè verde agli agrumi, al melograno, alla mela, pepe rosa, verde e bianco, i tipici dolcetti di gelatina con mandorle e pistacchi, una quantità industriale di spezie ora è in bella mostra ed inutilizzato sulle mensole della cucina a parte un delizioso e coloratissimo paio di babbucce che mi riprometto di usare durante l'estate ci siamo portate a casa un pezzo di Turchia dimenticando anche la stanchezza e quel momento di oppressione avuto qualche ora prima.
Fuori pioveva ancora tantissimo ma in quel mercato splendeva il sole
Tra i tanti negozi ci colpisce piccola pasticceria , assomiglia a quelle vecchie latterie di una volta, pochi tavoli e poca merce ma ci ispira fiducia e decidiamo di entrare a mangiare dei baklava.
Ci sediamo a sorseggiare un buon tè alla mela e ci godiamo
i pasticcini ancora più buoni del solito, unico inconveniente gli altri
avventori ,uomini, che ci guardavano sorridendo e commentando” è un'altra cultura” ma a noi importa poco.
Arriviamo in hotel distrutte, bagnate e lievemente intontite dal freddo, decidiamo di riposare , stasera torneremo a Tazkim...si va in occidente
Dopo un
salutare riposo a piedi e gambe e dopo aver cercato di asciugare con il fon gli
stivali bagnati usciamo dall'albergo,sotto la pioggia,fortunatamente pioggerellina
Risaliamo verso la Ordu che è la strada di collegamento con
buona parte della città,prendiamo il tram in modo rocambolesco, bisogna
attraversare i tornelli passando il biglietto come per le nostre metropolitane.
Attraversiamo
tutta la Ordu passando per Sultanhamet fino alla stazione
marittima di Sirkeci Gari, dove la solita moltitudine di esseri umana
salviva e scendeva dai battelli che attraversano il bosforo tra la zona
occidenrale e quella orientale
Il tram
prosegue poi per il Ponte di Galata fino ad arrivare alla quartiere
di Karakoy dove c’è la funicolore, sbagliamo fermata e sotto la
pioggia per una buona mezz’ora continuiamo la ricerca fino a eguire il solito
gruppo di persona che ci ha fatto intuire che avremmo trovato la stazione.
1 euro e cinquanta per 7 minuti di fermata in un trenino nemmeno
particolarmente caratteristico, le nostre funicolari sono uno sballo al
confronto.Scendiamo a Tunel che sta facendo buio decidiamo di andare a
piedi e di non prendere il caratteristico tram che attraversa tutta
la Istiklal Caddesi fino
a Tazkim, preferiamo
camminare pochi passi ed entriamo......... in Occidente
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